È uscito il nuovo brano della cantautrice Simona Severini dal titolo Non faccio niente, un viaggio introspettivo contraddistinto da vocalità soul e groove, che abbraccia il cantautorato pop e le sonorità urban e R’n’b. Il brano è disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download (Virgin Records /Universal Music). Simona Severini dopo aver pubblicato nel 2020 il primo Ep da solista Ipotesi, con Non faccio niente si apre per lei un nuovo percorso artistico, che la vede affiancata da eccellenti musicisti come Giorgio Secco alle chitarre, Diego Corradin alla batteria, Andrea Torresani al basso e Luca Mattioni a synth, tastiera e produzione artistica.
È uscito il tuo nuovo singolo Non faccio niente, concepito da una profonda riflessione interiore, che ti ha portato a viaggiare con la mente. Quanto è stato liberatorio questo momento introspettivo?
«Ho tanti momenti introspettivi, il più possibile durante le giornate. Tendo ad accumularli quasi compulsivamente e sono le mie isole di libertà. Non faccio niente è una dedica a quei momenti».
Con il brano Non faccio niente inizia un nuovo percorso artistico per te?
«Credo sia un’estensione di quello che ho fatto finora. Sono una persona che si pone pochi limiti nell’esplorazione musicale anche a rischio di sembrare incoerente, ma la coerenza mi annoia. Ho cercato di estendere il suono attorno alle mie canzoni, che ho sempre cantato e registrato chitarra e voce o poco più finora. Per farlo ho recuperato i suoni a cui mi sono legata negli anni in particolare il funk, jazz e soul americani».
Hai calcato i palchi dei principali Jazz Festival in Italia ed Europa, tra i quali Umbria Jazz, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Paris Jazz Vocal, London Jazz Festival IIC di Londra, XJazz! di Berlino. Puoi raccontarci qualche aneddoto che ricordi in occasione di questi eventi jazz?
«Ho tantissimi bei ricordi legati a quei concerti. Quello ad Umbria Jazz è stato il mio primo concerto importante, ero molto molto emozionata e ho scoperto cinque minuti prima dell’inizio che il pubblico si aspettava una versione dell’inno italiano perché quell’anno in occasione dell’anniversario tutti i musicisti ne avevano suonata una. Noi non avevamo preparato niente perché io non avevo letto la mail…alla fine l’ho cantato in voce sola ed è stato molto emozionante. Anche al concerto di Spoleto ero molto molto emozionata, ero ospite di Enrico Pieranunzi e aprivamo la prima delle Nozze di Figaro diretta dal direttore dell’opera di Los Angeles, ero tesissima».
Insieme al trio Fedra hai sperimentato l’intreccio tra musica jazz e musica antica. Questo sodalizio ti ha arricchito e formato professionalmente?
«Fedra è un gruppo a cui sono molto legata sia umanamente perché siamo tutti amici, sia musicalmente perché è una formazione con la versatilità di cui avevo bisogno per suonare un certo tipo di repertorio che mette insieme musica antica, musica classica jazz e cantautorato. Abbiamo fatto e continueremo a fare bellissime esperienze insieme».
Prima di intraprendere il percorso da solista hai fondato nel 2010 il duo Le Pinne. Cosa ha rappresentato per la tua carriera?
«Ha rappresentato l’inizio delle canzoni. Ho cominciato a scrivere per Le Pinne, la prima canzone che ho scritto nella mia vita si chiama “Le cose gialle” e l’ho cantata insieme ad Irene nel nostro primo concerto. In quel concerto avevamo talmente poche canzoni che dopo venti minuti abbiamo dovuto ricominciare da capo».
Nel 2019, in occasione della festa della donna, hai cantato al Quirinale, dinanzi al Presidente della Repubblica, che ti nomina Cavaliere. È stato sicuramente gratificante!
«È stato un grandissimo onore! Avverto un leggero senso di maggiore responsabilità dopo questa nomina, anche perché sono uno dei cavalieri più giovani».
In questo periodo stai lavorando ad un nuovo disco? Puoi darci anticipazioni sulle tematiche e le sonorità dei brani inediti?
«Sto lavorando a delle canzoni che spero diventeranno un disco. Ho voglia di trattare temi che riguardano il nostro essere una comunità, sempre col mio punto di vista che è molto personale e privato, ma vorrei trovare il modo di parlare dei grandi problemi che ci stanno toccando in questo momento».