Dal prossimo 23 giugno si alza il sipario sulla nuova stagione teatrale del Toti Globe Theatre di Roma. In occasione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare (23 aprile 1616) il Silvano Toti Globe Theatre di Roma, unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti, presenta una programmazione davvero speciale. Per la prima volta Gigi Proietti sale sul palco di Villa Borghese in veste di attore e presenta un omaggio a Shakespeare con brani da Edmund Kean di Raymund FitzSimons, curando anche l’adattamento e la regia dello spettacolo.
La stagione 2016 parte il 23 giugno con Mariano Rigillo in LEAR. La storia (fino al 3 luglio ore 21.15) con l’adattamento e la regia di Giuseppe Dipasquale (traduzione di Masolino d’Amico). Il grande attore napoletano approda al ruolo shakespeariano con l’autorevolezza acquisita in oltre sessant’anni di straordinaria carriera. Dipasquale porta sul palco di Villa Borghese la più apocalittica delle tragedie del Bardo che declina l’inganno insieme all’ingratitudine, la follia insieme alla malattia, la corruzione insieme alla superbia e al delirio del “Re sacro”. Una tragedia in cui il bene fa fatica ad affermarsi per mezzo della ragione o del disvelamento dei personaggi negativi.
Si prosegue dall’8 al 17 luglio ore 21.15 con Gigi Proietti in un Omaggio A Shakespeare (adattamento e regia Gigi Proietti, regista assistente Loredana Scaramella). In scena un uomo solo nel suo camerino che beve, si trucca e si interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. È Edmund Kean, grande attore inglese dell’inizio dell’Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l’ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani e, poi, la rovinosa decadenza. Ad interpretarlo è Gigi Proietti, nel testo scritto da Raymond FitzSimons per Ben Kingsley, già portato in scena a Taormina 27 anni fa e ripreso oggi come omaggio affettuoso a Shakespeare in occasione dei 400 anni dalla sua morte. Il copione è più che un testo chiuso: è un’occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi, battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo da laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare.
Dal 22 luglio al 7 agosto ore 21.15 va in scena Il Mercante Di Venezia (regia e traduzione di Loredana Scaramella) un testo dai toni contrastanti, in cui si affronta il tema della tolleranza e lo scontro fra clemenza e giustizia. Loredana Scaramella presenta un allestimento che punta a mantenere il carattere di commedia, allontanandosi dai toni drammatici delle più recenti messe in scena del testo. Lo fa puntando sul racconto di una grande storia sull’amore e spostando l’ambientazione negli anni a cavallo fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, anni euforici, pieni di cambiamenti di costume, di novità e luminosi progressi, che accolgono però i germi silenziosi di un buio futuro.
Per il decimo anno consecutivo torna l’appuntamento cult del Silvano Toti Globe Theatre: il Sogno Di Una Notte Di Mezza Estate, a firma dell’indimenticabile Riccardo Cavallo (traduzione di Simonetta Traversetti) che quest’anno andrà in scenda dal 10 al 21 agosto ore 21.15. Una storia che non smette mai di emozionare e che continua a far sognare grandi e piccoli raccontando il tempo breve della felicità con un sottile sottofondo di malinconia. L’opera è stata scritta in occasione di un matrimonio e rappresenta, come una scatola cinese, un mondo stregato in cui dominano il capriccio e il dispotismo. Linguaggi diversi che si intrecciano: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, e quello degli artigiani, in cui la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso raffinato.
Dal 26 agosto all’11 settembre ore 21.00 in programma Il Racconto D’inverno (regia e adattamento di Elena Sbardella), una delle ultime opere scritte da Shakespeare, che contiene e sviluppa i temi presenti nelle opere precedenti. Qui la giustizia invade un terreno privato, quello della fiducia e della relazione matrimoniale tra Ermione e Leonte. Si susseguono la gelosia, la disperazione, l’allontanamento, il dolore, la morte, per poi vedere il ritorno della gioia più allegra e sfrenata e della vita: vince l’amore.
Inoltre, lunedì 29 agosto, lunedì 5, 19 e 26 settembre alle ore 21.00 andranno in scena i Sonetti D’amore con l’ideazione e la regia di Melania Giglio (traduzione di Alfonso Veneroso e Melania Giglio). Un viaggio tra i più bei versi di William Shakespeare accompagnato da una ricca contaminazione musicale: da Marvin Gaye a Amy Winehouse, da Leonard Cohen ad Alanis Morissette .
Dalla tragedia del male alla tragedia d’amore per antonomasia: dal 16 settembre al 2 ottobre ore 20.45 (domenica ore 18.00) torna in scena il classico tra i classici del repertorio shakespeariano Romeo E Giulietta per la regia di Gigi Proietti (traduzione di Angelo Dallagiacoma). Proietti porta in scena un gruppo di giovanissimi attori e ambienta la storia in due epoche: nella prima parte dello spettacolo ci troviamo nei nostri giorni, con Mercuzio e i suoi amici che si esprimono a ritmo di rap e una Giulietta amante del rock. La festa è un ballo in maschera. Qui, dopo il primo sguardo tra i due ragazzi, la magia proietta la storia in un’epoca lontana dove nessuno dei due giovani supera il confine della maturità e nessun adulto li sa guidare su questo sentiero. Due realtà, due secoli, due mondi in cui si passa dal gioco alla tomba – come può accadere in ogni tempo – nella distruzione del futuro.
Seguendo la tradizione inaugurata con successo lo scorso anno, chiude la stagione un nuovo spettacolo in lingua inglese: The Tempest con la regia di Chris Pickles, in scena dal 5 al 9 ottobre ore 20.45 (domenica ore 18). Lo spettacolo è coprodotto dalla Bedouin Shakespeare Company.
In programma anche Macbeth. I Contagiati Dalla Morte, un laboratorio per attori sulla tragedia scozzese a cura di Daniele Salvo. Macbeth è la tragedia dell’ambizione e del potere che divora ogni cosa, un testo che diventa una straordinaria occasione di studio per un attore perché consente di esplorare fino in fondo l’essenza stessa del male portando gli attori ad un confronto ravvicinato con il proprio mondo interiore.