Signora Odissea di e con Titti Nuzzolese e Roberta Misticone debutto ottimo al Teatro Instabile Napoli
Signora Odissea di e con Titti Nuzzolese e Roberta Misticone al TIN di Vico del Fico al Purgatorio 38 di Napoli, una produzione Im/Perfetta Teatro.
Ancora una volta il Teatro Instabile Napoli con Signora Odissea, spettacolo in scena nell’ambito della Rassegna estiva In-Stabile Estate ,
si conferma teatro dell’innovazione con l’apertura tout court verso questo nuovo testo che ci permette di andare oltre,
di approfondire tematiche che altrimenti potrebbero passare inosservate,
ma che un pubblico attento, quale è quello del TIN, mostra di gradire appieno.
Il testo è una rilettura e un omaggio sui generis al Poema omerico, quello che cambia è il punto di vista non più maschile, ma coniugato al femminile (non femminista),
che concede alle donne la possibilità di essere protagoniste, non più comprimarie relegate nell’ombra di un uomo,
dando così spazio alla loro storia e vissuto più profondo di creature forti e coraggiose.
In Signora Odissea l racconto fondante delle due autrici si focalizza sul passaggio di Penelope e di Circe dalla spensieratezza della gioventù alle responsabilità dell’età adulta, riuscendo con maestria ad agganciarsi a tematiche estremamente attuali.
Il racconto al femminile nulla toglie al valore dell’eroe Ulisse “politropos”( colui che volge la sua attenzione per molte parti e direzioni), come lo definisce Omero.
La donna nel poema greco era relegata nelle mura domestiche, al di fuori delle quali la sua vita non esisteva affatto.
Da sempre le donne sono rappresentate nell’ immaginario collettivo come depositarie dei valori e virtù legati al sacro vincolo matrimoniale (come la fedele e saggia Penelope), oppure come l’ ambigua ammaliatrice Circe che usa il potere della propria femminilità per legare a sé gli uomini rendendoli incapaci di ragionare ,privandoli della loro essenza più profonda.
Il racconto di Signora Odissea ci fa scoprire una giovanissima Circe che viene brutalmente relegata dal padre-padrone in esilio su un isola deserta dove approfondirà le sue innate doti magiche a discapito di ignari marinai che avranno la sventura di approdare sulla sua isola.
Tutto cambierà quando si innamorerà perdutamente di Ulisse che vive con Circe una intensa passione ,
ma che presto avrà il desiderio di ritornare a Itaca dalla sua amata Penelope e dal figlio Telemaco.
Penelope viene rappresentata come la moglie fedele, regina e madre esemplare, che vive all’ombra del marito eroe, fino a quando Ulisse le annuncia che deve partire per la guerra che non si sa quando finirà.
Così Penelope rimane sola e dovrà imparare a difendersi dagli attacchi degli altri uomini che desiderano prendere il posto del suo amato consorte.
Il testo ha il merito di offrirci una lucida analisi dei vari ruoli che le due donne hanno dovuto rivestire nella loro vita privilegiata ma non priva di difficoltà e ostacoli.
Penelope e Circe, pur essendo profondamente diverse a livello caratteriale e sociale, sono accomunate da una grande forza e risolutezza che le spinge ad accettare il loro destino a testa alta con dignità.
Alla fine le due donne empatizzano, immedesimandosi pienamente nel dramma dell’altra:
questo è quello che ci auspichiamo accada sempre nei rapporti tra donne nella vita di tutti i giorni.
Signora Odissea è una metafora attenta, sfrondata da ogni luogo comune e pregiudizi, sui molteplici ruoli che ancora oggi le donne ricoprono nella nostra società.
Le musiche dal vivo di Francesco Santagata sono di grande effetto e ben sottolineano i momenti salienti dello spettacolo. Titti Nuzzolese e Roberta Misticone riescono a ipnotizzare con la loro maestria, servendosi sapientemente di vari registri linguistici ed espressivi, il pubblico in sala che ha applaudito a lungo a scena aperta .