Ieri, al Metropolitan di Napoli, è stato proiettato il film Si vis pacem, para bellum con in sala il regista Stefano Calvani e uno degli attori Massimo Bonetti (lo ricordiamo, tra l’altro, nel film di Massimo Troisi Le vie del Signore sono finite e nella serie televisiva di Squadra Antimafia). Il protagonista è Stefano, convinto che per aver la pace occorra, per forza, fare la guerra (da qui la locuzione latina, di autore ignoto, utilizzata per il titolo). È un uomo brutale e tutto d’un pezzo appassionato dell’Oriente che, grazie all’amore di una giovane cinese, riuscirà a trovare finalmente un po’ di tranquillità. Ma non durerà molto. Dalla biografia di Stefano Clavagna deduciamo che ha studiato all’Actors Studio diventando l’aiuto-regista della serie cult anni ’90 Beverly Hills 90210. Ritornato in Italia, nel 1992, viene ferito con un colpo di pistola ad una gamba durante una rapina a mano armata nel negozio di famiglia. In questo periodo medita soggetti e sceneggiature per il cinema appassionandosi alla vita metropolitana e ai fatti di cronaca. Nel 2009 riceve un’altra gambizzazione dove lui stesso incrimina un produttore cinematografico e un finanziere. Verrà condannato poi per calunnia aggravata. Forse è per questo che, per il film, Calvagna si ritaglia il personaggio di un buttafuori/killer che non batte ciglio se, all’occorrenza, deve gambizzare o far morire seguendo gli ordini del malvivente Massimo Bonetti con figlia super allupata al seguito. Il suo stile è di borgata, con personaggi un poco ai limiti dove è facile intuire lo stereotipo e non le sfumature. Il film è quasi più televisivo che cinematografico, ha molte ingenuità, dialoghi non sempre ben provati o “sentiti” e recitazione non sempre all’altezza. Va al regista/attore il merito di aver fondato una sua casa di produzione, la Poker, una delle poche indipendenti esistenti in Italia. E qui apprezziamo il coraggio di tentare, di osare e, a modo suo, di sperimentare. Il film al cinema non è eccellente, in televisione avrebbe avuto una sua maggiore dignità, come B-movie avrà un raggiante futuro.
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