Si alza il vento è il nuovo film d’animazione sfornato dallo Studio Ghibli fondato nel 1985 dal regista Hayao Miyazaki.
Questo lungometraggio (che si sviluppa sul verso tratto dal poema “Cimitero Marino” di Paul Valéry: Si alza il vento, bisogna tentare di vivere) è il più “personale” del Maestro che era figlio di un ingegnere aeronautico.
La storia, infatti, è il resoconto della vita di Jiro Horikoshi, il progettista giapponese famoso per aver disegnato gli aerei da combattimento Mitsubishi A6M Zero usati dal suo paese durante l’attacco a Pearl Harbor nella Seconda guerra mondiale (praticamente gli aerei kamikaze). Per la prima volta l’impianto non è solo favolistico ma scandito da ricostruzioni storiche che si amalgamano al sogno del progettista che, a sua volta, si unisce ai sogni del conte Giovanni Battista Caproni, ingegnere aeronautico e pioniere dell’aviazione italiana e non. Il film è pieno di citazioni, dai libri (La Montagna Magica di Thomas Mann) alla musica (Il viaggio d’Inverno), dai personaggi storici ai quadri (Chagall, lascio al pubblico la curiosità di indovinare la scena che richiama la sua opera più famosa: La Passeggiata).
Sicuramente il film può sembrare strano per la tematica (Miyazaki è noto per essere un pacifista e nei suoi lavori dissemina messaggi ambientalisti e di emancipazione femminile – qui relegati alla sola figura marginale della sorella del protagonista che diventerà medico) ma quello che si evince e colpisce non è certo l’inno alla guerra e al suicidio che, anzi, viene evidenziato in senso negativo bensì il forte senso del sogno e della lotta per realizzarlo. La tenacia, l’amore e il rispetto che si devono avere nei confronti dei propri desideri esattamente come fa Jiro, personaggio oggettivamente stupendo. I mondi del Maestro sono fantastici, una mescolanza perfetta tra cielo e terra con dimensioni antiche che sanno di “per sempre”. Ci mostra le piccole cose come l’accomodarsi per salutare, la considerazione verso gli altri, il riguardo, l’educazione e ogni sua Opera stupisce e ferisce per la sua perfezione. “Gli aeroplani sono uno splendido sogno. Io voglio creare degli splendidi aeroplani”, questo è l’unico interesse di Jiro, nelle sue visioni gli aerei non hanno armi ma sono colmi di persone. Quindi, occorre saltare nell’ignoto dei nostri sogni senza alcun indugio…certo, a volte, il rammarico è svegliarsi e trovare una realtà ben diversa.