Sethu a Sanremo 2023 porta in gara la canzone “Cause Perse”. Il suo Ep che prende lo stesso titolo del brano sanremese ha superato 1 milione e mezzo di streaming.
Marco De Lauri, in arte Sethu, è un artista nato a Savona nel 1997. Sviluppa la sua identità artistica assieme al fratello gemello Jiz, con il quale comincia a fare musica e a muovere i primi passi nella scena punk/rap ligure, per poi espandersi verso ulteriori orizzonti musicali.
Nella musica di Sethu rabbia, tristezza ed euforia si mischiano e si alternano, passando da momenti intimi e introspettivi a passaggi frenetici e caotici. Un mood che non ha bisogno di essere etichettato in un genere preciso, convergendo in uno stile fluido e pieno di contaminazioni.
Nel corso della conferenza stampa ha parlato del suo percorso, del suo stile e naturalmente del suo Festival.
Ci racconti qualche tua referenza musicale?
«Sono partito dal punk per poi spostarmi sul rap e arrivare al pop. Un gruppo che mi ha fatto avvicinare alla musica è stato quello dei Pink Floyd. Non centrano nulla con la mia musica, ma è un esempio perché è grazie a questi gruppi che ho avuto la giusta ispirazione e iniziare il mio percorso. In testa ho tante cose, tanti generi, ma quello che mi interessa di più è di cercare di portare il tutto nella mia musica attuale, perché sono un bagaglio importante».
Il tuo nome deriva dal nome dell’album “At the Gate of Sethu” del gruppo death metal Nile. Come sei arrivato dal genere musicale dei tuoi esordi a quello di oggi?
«Qualcosa della musica punk vive sempre in me anche se attualmente fa parte di una direzione opposta alle mie scelte. Apprezzo molto l’attitudine di quel mondo, molto energica. Se dovessi fare un pezzo triste, ci metterei dentro tanta intensità. Il passaggio è avvenuto in maniera molto naturale. Sono sempre stato uno che ha ascoltato diversi generi musicali. Attualmente sono un artista pop, ma questo non esclude che in futuro affronterò altri generi».
Oggi, considerando il posto in classifica, rifaresti la scelta per quanto riguarda il brano portato in gara?
«Se tornassi indietro non lo cambierei, perché questo è un pezzo che ho scritto un anno e mezzo fa, non per Sanremo. Questo mi piace poiché ha fatto sì che io portassi un brano mio e non concepito per la mia partecipazione».
Cosa ti porti a casa di questo Festival?
«Sicuramente l’esperienza che ho vissuto in questo periodo. Da Sanremo Giovani a Sanremo Big è stato un percorso intenso che mi ha messo a confronto con tante mie mancanze. È stata un’esperienza assurda che mi ha insegnato tanto e spero si possa ripetere».
Secondo te è stata giusta la scelta di un’unica categoria o avresti preferito rientrare nella categoria Nuove proposte?
«Sono contento di questa scelta. Noi giovani abbiamo pensato di usufruire al meglio questa visibilità, a prescindere dai numeri e dalla classifica. Sono contento di questa esperienza e di appartenere ad unica lista dove ci sono anche i Big della musica italiana».
Ci sarà un tour?
«Sì, stiamo stilando le date e a breve annunceremo il tutto, ovviamente sarà un tour estivo. Sono fermo da un pochino, quindi sono molto contento di tornare ad esibirmi dal vivo».