Forlani e Condorelli rivisitano i Beatles nel cd "Here, there...and blue"(Abbey road stories)
Sergio Forlani con Pietro Condorelli ha realizzato il cd “Here, there…and blue”(Abbey road stories) uscito da poco e che sarà presentato domenica 22 al Bourbon street di Napoli con i giornalisti e critici musicali Carmine Aymone e Michelangelo Iossa.
Abbiamo intervistato Forlani per scoprire qualcosa in più sul disco.
Come mai andare a ‘scomodare’ i Beatles?
In realtà lo “scomodo” nasce da una enorme passione musicale per i ‘quattro’ di Liverpool e per le loro canzoni datata fine 1969 quando papà mi regalò il mio primo impianto stereo con amplificatore e piastra a cassette, e con esso la mitica musicassetta di Abbey road che ancora conservo gelosamente.
In precedenza i mangiadischi in mio possesso avevano ingoiato e risputato centinaia e centinaia di volte i 45 giri di Hello Goodbye, Hey Jude, Revolution, I am the Walrus e Obladì Obladà. Un grande amore, come si vede
Una collaborazione con Condorelli nata per caso ma poi molto proficua e piena di scambi, ce ne parli?
La collaborazione con il Maestro Pietro Condorelli non nasce esattamente per caso, ma piuttosto da un incontro poco prima dell’uscita del mio cd fusion STILL GROUND in cui abbiamo parlato dei rispettivi futuri progetti artistici.
La mia idea sui Beatles in jazz suscitò subito la sua curiosità tanto è vero che di lì a poco abbiamo cominciato a pianificare e preparare il progetto sotto ogni aspetto.
Come avete scelto i brani?
La scelta dei brani è stata effettuata privilegiando quei brani dei Beatles sicuramente meno noti o famosi universalmente ma non per questo meno belli o meno ricchi di contenuti come ad esempio She’s leaving home, It’s only love, I want you e For no one
Come è nato il titolo?
“HERE, THERE…and BLUE” nasce da un’ idea del M° Condorelli ovvero prendere a prestito la prima parte del titolo di “Here there and everywhere”, presente nel cd, ed agganciarla all’intenzione blues/jazz che da subito abbiamo avuto in mente di conferire al progetto.
Il tuo modo di suonare come s’inserisce in questo lavoro?
Questa è una bella domanda anche perché mi permette di evidenziare un punto importante.
In realtà questo progetto musicalmente proponeva una sorta di sfida e cioè provare a fondere lo stile eccelso strettamente jazzistico sullo strumento del M° Condorelli
con il mio approccio al piano non sempre strettamente jazz ma piuttosto contaminato da elementi di jazz, blues, Ecm, classico, pop e quant’altro.
A mio avviso quello che ne è conseguito è un buon risultato ma ovviamente il giudizio finale spetta ad altri
Il brano che ritieni più simbolico per il cd?
Probabilmente il brano simbolo per il cd credo possa essere considerato Lady Madonna, per il groove e l’intenzione bop e, dulcis in fundo, per come è stato reso in ambito di esecuzione/registrazione.
Un cd come a che pubblico può interessare?
In considerazione del nulla artistico che attualmente ci tocca vivere e sopportare e, che prova quotidianamente ad oscurare la nostra professione di musicisti, dico che questo progetto attraverso i Beatles ha velleità di essere ascoltato ed accolto anche da chi non si occupa di jazz purista grazie a una certa cantabilità ed orecchiabilità presenti nei brani del cd.
Mi parli dell’arrangiamento di Lady Madonna e di I want you
Come dicevo Lady Madonna è un po’ il brano simbolo del progetto. L’ arrangiamento originario prevede la partenza del pianoforte con un ostinato vagamente bluey/anatol per poi proseguire in chiave più rock con l’ingresso della batteria.
Noi abbiamo invece privilegiato l’aspetto swing/ bop fin dall’inizio con il c/basso in 4, lasciando poi che dopo i chorus di improvvisazione la batteria improvvisasse a sua volta sotto l’introduzione iniziale.
Su I want you invece abbiamo preferito attenerci il più possibile all’originale proprio per rendere il più possibile riconoscibile il brano, con introduzione e finale in 3/4 ed esposizione tema e improvvisazioni su un tempo di med mambo.