S’intitola “Il Senno del Pop” (Volume) il nuovo album di Mirco Menna, un lavoro in distribuzione dal tre novembre scorso. Con “Il Senno del pop”, il cantautore bolognese realizza un progetto in cui la fotografia viene descritta con la musica. Ogni canzone esterna l’immagine di un momento, di una figura, di un fatto. Ogni testo, tratteggia la fotografia che racconta, insieme a toni, luci e colori, ciascuno differente dall’altro.
Una composizione di dieci brani originali che si muovono sull’onda di suoni variopinti. Un insieme di suggestioni latine europee, latine americane, note afro e accenni di Nord America, in una restituzione vivacemente italiana. Un amalgama strumentale in cui troviamo la sezione ritmica di Camilla Missio e Roberto Rossi. L’acustica della chitarra di Giancarlo Bianchetti. Le trombe di Maurizio Piancastelli in un’alternanza che oscilla dai timbri naturali alle note psichedelicamente acide. “Esprimendomi in prima persona e dovendo inevitabilmente parlare delle influenze, dirò che altri le scoveranno. Io, per me sono influenzato dagli anni passati suonando a matrimoni e san silvestri, e poi alle feste di piazza e di osteria (ce ne sono ancora alcune) e di pub e club e dalla pratica coi musicisti amici. Ecco, sono influenzato soprattutto dai musicisti con cui suono. Non per caso la produzione artistica di questo album siamo noi stessi, in totale indipendenza anche di mezzi. Infatti è stato un lavoro lungo, dilatato nel tempo, che si costruiva man mano che le possibilità lo permettevano”. È così che Mirco Menna si esprime in riferimento ai contenuti di “Il Senno del Pop”. Un album che parte con le note fresche e latineggianti di Portati da un fulmine. “Un cuore che credevo vela ed invece è vento. Vento maggiolino, che fa gli occhi a calamaro. Schiude l’innocenza al divenire o mostra già la fine”. Un ritmo leggero che si accompagna a contenuti romantici, ma nel contempo ironici. Segue l’accordo appassionato che si unisce a velature malinconiche con Arriverai. Una meravigliosa lirica, in un crescendo ritmico che non si smetterebbe mai di ascoltare. Frastornante è l’esordio di Così passiamo. “Come se niente, come se niente fosse, come se noi, fosse solo io”. Un pezzo che si evolve in un crescendo vocale in cu il graffio della voce di Mirco Menna s’interseca a quello di Silvia Donati. Sublime e delicato è l’accordo di Sole nascente. Che con attenzione ed insieme tormento di un suono cadenzato in monotonalità, ci sorprende per la sua ecletticità di vibrazioni. “È storia vissuta quella che vi dirò e non è per vantarmi di certo quel che vi dirò”. Si prosegue con Il Descaffalatore. Una traccia dal contenuto sociale che Mirco Menna canta con toni ironici, accostando il suo sound vocale e strumentale a quello del cantautore, repper, Neffa. Ritorno ad una lirica malinconica in Ora che vai via. Il racconto di un abbandono a suon di milonga. Acustica prorompente in Prima che sia troppo tardi, brano che l’autore intona in modo strong insieme al cantautore Zibba. Un pout pourrì di suoni che spaziano dall’acustica alla lirica, intrecciandosi ai toni afro swing incontriamo ascoltando Il Senno del Pop. Il brano che da il titolo all’intero album. Un pezzo che fa centro nella rappresentatività della poliedricità di Mirco Menna. Ancora sarcasmo in cui riconosciamo contenuti sociali che elevano il cantautorato impegnato del cantante in Da qui a domani chiedo scusa se parlo di Maria. Riproposizione splendida del pezzo di Giorgio Gaber, con cui l’artista chiude il suo album. “Non è facile parlare di Maria. Ci sono cose che sembrano più importanti. Mi interesso di politica e di sociologia, per trovare gli strumenti e andare avanti”. Un testo bellissimo per il suo modo di descrivere in un insieme unitario, la trasposizione di un essere umano in quello che è “un essere” societario.
Dapprima batterista, poi autore e compositore, Mirco Menna esordisce come cantautore nel 2002 con l’album Nebbia di Idee. Un disco che fu premiato al MEI di Faenza in qualità di artista emergente dell’anno. Nel 2014 sarà la volta di “Io, Domenico e tu”. Un riconoscimento a Domenico Modugno, segnalato per la targa Tenco, tra i cinque migliori album della categoria. Sempre nel 2014 pubblicherà il libro “118 Frammenti Apocrifi” (Ed. Zona). Menna vanta numerose collaborazioni tra cui riconosciamo il merito di aver scritto il testo della canzone “Buonanotte Rosanna”, su musica di Lelio Luttazzi, per Simona Molinari. La sigla ufficiale del Festival Clown&Clown, cantata da Enzo Iacchetti. Ancora la scrittura e l’esecuzione di un paio di sigle per la trasmissione radiofonica Caterpillar. Nel febbraio 2017, il debutto a Genova in veste di protagonista nel Faustus, opera teatrale di Max Manfredi. Arriviamo al novembre 2017 e l’uscita del disco “Il Senno del pop”.