La seconda serata del Festival di Sanremo 2015 è iniziata con due giovani proposte dal nome che inizia per K. Vi giuro, non è una battuta: sto solo parlando di nuove generazioni che hanno capito che al televoto ci sono dei “bimbiminkia”. Non dite poi che mi fossilizzo sempre su “KeKKo”!
Si sono sfidati nella categoria giovani i Kutso e il rapper romano Kaligola. Ricorderò i primi per essere stati capaci di vestirsi peggio di Grignani e il 17enne per essere stato accompagnato all’orchestra dal nonno. Stamattina, il suddetto, lo avrà sicuramente accompagnato anche scuola. La seconda sfida in questa categoria (dove il prossimo anno vedremo gareggiare il 17esimo figlio degli Anania) è avvenuta tra Enrico Nigiotti e Chanty. Il cantautore livornese ha presentato una canzone molto orecchiabile, pare che originariamente si intitolasse “La descrizione di un attimo”, la 22enne di Savona invece è stata finalmente una delle poche a non portare sul palco una canzone d’amore. Dato il suo outfit, la sua “Ritornerai” era palesemente riferita alla classe!
Dopo tanti giovani, per una questione di par condicio, ecco che tra i dieci big abbiamo ritrovato cantanti che in molti pensavano di aver visto citati nei necrologi.
Ad aprire la gara canora è stata Nina Zilli diretta da Mauro Pagani: la “Sola” performance lontana dalle scontate melodie romantiche? Staremo a vedere.
Dopo questa gradita parentesi di black music ecco apparire il primo zombie: Marco Masini che, visibilmente turbato dalle luci dell’Ariston, continua tutt’ora a chiedere “Che giorno è?”. Per favore, qualcuno gli risponda.
La terza ad esibirsi è stata Anna Tatangelo. Mi riesce difficile esprimere un commento, per cui utilizzo le sue stesse parole: quando la canzone è niente, la cantante è zero.
A seguire abbiamo ritrovato Voldemort, o meglio Raf che ha imparato da Voldemort a bere il sangue di unicorno per tornare sul palco dopo 24 anni, stesso lasso di tempo di Albano e Romina. Ecco, adesso inizio a pormi tante domande.
Eccoci arrivati a uno dei momenti più alti di questa seconda serata: l’intervista di Carlo Conti a Biagio Antonacci, due uomini e un solo neurone. Anche qui un medley di grandi successi e altre domande esistenziali: come fa una donna ad impazzire per un uomo senza calzini che “la pensa raramente”?
Si ritorna alla gara post Biagio e sul palco ecco Il Volo: tre tenori, anzi no, tre teneri Albano. Che siano bravi è fuori discussione, che le agenzie di scommesse li diano per vincitori è ovvio, ma io continuo a chiedermi cosa si siano fumati gli autori per farli partecipare al Festival.
Finalmente un attimo di pace e di luce grazie a Charlize Theron. Gli autori del Festival andrebbero denunciati per le domande fatte da Conti alla dea, simpatico pensare però che il dialogo avvenga tra un italiano nero e un’africana bianca. Il resto lo affidiamo al cachet.
Altro ritorno sul palco dell’Ariston è quello di Irene Grandi accompagnata al pianoforte da Stefano Bollani: il brano piace al primo ascolto e convince, il suo look no.
La gara purtroppo non è ancora finita, manca la ciliegina, anzi no la Fragola. Potevamo fare a meno di Lorenzo Strawberry, questo è quanto.
Pensavamo che peggio di Alessandro Siani non potesse andare e invece ecco esibirsi “I Soliti Idioti” che a titolo gratuito ci catapultano in tre minuti d’inferno, preparandoci psicologicamente all’entrata di Moreno.
Prima però troviamo Bianca Atzei che dedica “Il solo al mondo” a suo padre, l’unico che comprerà il suo cd.
La gara termina con Moreno e la sua “Oggi ti parlo così”, mi sa che ad Amici non insegnano l’importanza del silenzio.
Questa seconda serata porta con sé tanti dubbi amletici: Emma imparerà a leggere il gobbo? Arisa si comprerà due reggiseni coi soldi di Sanremo? Se scrivo che ho visto Pintus sfogliare “Charlie Hebdo” una volta, quest’articolo capiterà sotto gli occhi di un qualsiasi terrorista che saprà cosa fare? Pino Donaggio continuerà sempre a campare grazie a “Io che non vivo”?
E, infine, siamo sicuri che Conchita Wrust non si fosse rasata prima di salire sul palco e che la barba non le sia cresciuta a furia di aspettare?
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