La scoperta, che è stata pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, si deve al gruppo coordinato da Ricardo Schiavon, della Liverpool John Moores University. E’una scoperta molto interessante poiché aiuta a ricostruire i primi stadi della formazione delle galassie.
”Si tratta di una scoperta molto entusiasmante che ci aiuta a rispondere alle domande affascinanti sulla natura delle stelle nelle regioni interne della Via Lattea’‘, ha rilevato Ricardo Schiavon, aggiungendo che la scoperta può aiutare a comprendere come si sono formati gli ammassi globulari e che ruolo hanno avuto nella formazione della Via Lattea e nella formazione anche delle altre galassie.
Secondo gli esperti, infatti, durante la formazione della Via Lattea, in particolare, gli ammassi di stelle nella regione centrale sarebbero stati 10 volte più abbondanti di quelli di oggi. Gli ammassi di stelle che mancano all’appello sarebbero andati distrutti durante il loro processo di fusione e le stelle appena scoperte si sarebbero formate in questi ammassi. Si tratta di stelle molto ricche di azoto, come quelle che popolano gli ammassi globulari, ossia ‘sfere’ di miliardi di stelle che orbitano al centro delle galassie e dalla cui fusione si pensa si sia formato il rigonfiamento centrale della Via Lattea.
Si ricorda che il centro della Via Lattea è poco conosciuto poiché è coperto da spesse nubi di polveri. I ricercatori sono riusciti a vedere alcune delle sue stelle grazie alle immagini a infrarossi del cuore della galassia raccolte dal progetto Apogee (Apache Point Observatory Galactic Evolution), nell’ambito della collaborazione internazionale Sloan Digital Sky Survey.