In scena, al Teatro Mercadante di Napoli, La Coscienza Di Zeno, adattamento teatrale di Tullio Kezich dell’omonimo romanzo di Italo Svevo, una produzione del Teatro Carcano di Milano, con Giuseppe Pambieri, regia di Maurizio Scaparro, (repliche fino a dom. 23 Marzo).
Giuseppe Pambieri veste i panni dell’anti-eroe Zeno Cosini, protagonista del romanzo di Svevo del1923 (pietra miliare del Decadentismo europeo), riscritto da Kezich nel 1964 per le scene di Luigi Squarzina e Alberto Lionello. Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile, crocevia culturale della Mitteleuropa tra Belle Epoque e Prima Guerra Mondiale, Zeno Cosini – a partire da una seduta di psicoanalisi – ripercorre i momenti salienti della sua vita: dalla morte del padre all’amore non ricambiato per Ada (Guenda Goria), figlia del finanziere e affarista Giovanni Malfenti (Nino Bignamini); dal matrimonio di ripiego con la di lei sorella Augusta (Antonia Renzella) alla rivalità col cognato Guido Speier (Francesco Wolf); dalla relazione extra-coniugale con la cantante Carla Gerco (Marta Ossoli) alla lotta perenne (persa) contro il vizio del fumo. Su tutto, il senso di crisi di una società e il sentimento di un’imminente catastrofe per una palingenesi universale. Al cospetto dei profondi cambiamenti del mondo circostante, Zeno Cosini si dichiara “malato”. Ma ilsuo male è tutto interiore: per lui, ironico e disincantato uomo senza qualità, “la vita non è né brutta né bella, ma originale”. Con questa Coscienza di Zeno, Maurizio Scaparro chiude la sua trilogia dedicata alla storia d’Italia, insieme a Il Sogno Dei Mille di Cavoso da Dumas ed Eleonora, Ultima Notte A Pittsburgh di Ghigo De Chiara. Scaparro individua l’attualità di Svevo “nel saper guardare avanti. E non mi riferisco – sottolinea – solo alla famosa immagine finale del romanzo, quella visione profetica di un’esplosione nucleare. Se si rilegge il romanzo attentamente, il profilo di quell’omino di fumo, Zeno Cosini, prende forma dentro una città dominata dal commercio e dalla Borsa: la speculazione e i profitti segnano le vite e le vicende. La dimensione economica che cambia la vita di Zeno è esattamente quella che sta cambiando le nostre vite adesso”.
Maurizio Scaparro imbastisce uno spettacolo raffinato ed elegante, ricostruendo perfettamente il mondo liberty e borghese di inizi ‘900, anche grazie alle scene di Lorenzo Cutùli e i costumi di Carla Ricotti. Di fronte alla tragicità e all’insensatezza insite nei destini umani, Scaparro sceglie bene una cifra dello spettacolo ironica e lieve, che si sostanzia nella interpretazione disincantata, misurata, ma profonda di un bravissimo Giuseppe Pambieri. Aiutato, a sua volta, da un cast di livello. Uno spettacolo altamente godibile, dal buon ritmo e dalle scelte giuste ed efficaci, per riscoprire un classico del Novecento.
Da vedere.