In queste due ultime settimane, Maurizio Casagrande è in testa ai box office con il film di Vincenzo Salemme, E fuori nevica! E proprio in questi giorni Casagrande ha dato la notizia del suo prossimo film, presentato a Salerno, Babbo Natale non viene da Nord, diretto e interpretato dallo stesso Casagrande. Le riprese del film inizieranno a dicembre, per poi proseguire nel mese di gennaio. Protagonista femminile non sarà la solita bellona tutta curve, ma un’artista d’eccezione, Annalisa Scarrone, che ha partecipato alla decima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, classificandosi seconda. La cantante interpreterà sua figlia.
«Un anno fa fui invitato per un evento a Salerno – racconta Maurizio Casagrande – e mi capitò di fare una passeggiata con la mia compagna attraverso le Luci d’Artista. La prima cosa che pensai fu: “ possibile che siamo stati a Roma e non me ne sono accorto, sono passato per Napoli e neanche me ne ero accorto, arrivo a Salerno e mi accorgo che è Natale?!”. «Quando salii sul palco – continua Casagrande – parlai della meraviglia di questa città e della voglia di voler girare un film proprio nel periodo natalizio. L’idea di girare un film mi prese veramente tanto e da quella sensazione provata quella giornata,mi sono messo a lavorare alla sceneggiatura, ed è venuta fuori una favola ambientata a Salerno nel periodo natalizio, giocando sul miracolo che il Natale è capace di provocare sulle persone.»
Conferenza affollatissima per la presenza, non solo di Maurizio e Annalisa, ma anche del sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca e di Maria Grazia Cucinotta, che ha prodotto il film con la sua Italian Dreams Factory, e che avrà un piccolissimo cameo all’interno del progetto.
Sulla trama non possiamo svelare molto, si è detto che è una favola, quindi qual è la morale?
«Che qualche volta bisogna cambiare qualcosa per accorgersi di quello che si ha dentro, bisogna cambiare condizione, affrontando situazioni diverse. Semplicemente ti ritrovi ad essere una persona diversa da quello che credevi di essere.»
Quindi il tuo personaggio cambierà atteggiamento come padre nei confronti di questa figlia, interpretata da Annalisa Scarrone…
«Diciamo che tra me e mia figlia, come plot, c’è un rapporto fatto di indifferenza mia, perché sono un Peter Pan, uno che non si è mai occupato di nessuno, ha ben altro da fare nella vita che occuparsi della figlia che vive distante. Quando però scopre che la figlia si trova in difficoltà per la scelta sbagliata di uomini ci sarà una sorta di avvicinamento tra i due, un approccio diverso dal solito.»
Lo spunto dal quale è nata questa storia?
«Nasce dal fatto che io sono arrivato a Salerno, ed è nata l’idea di scrivere qualcosa che abbia a che fare con la magia del Natale, con quella sensazione che ognuno di noi ha e chi non ce l’ha, farebbe bene a ritrovarla dentro se stesso. Bisogna assaporare sempre la sensazione che le cose belle possano succedere, anche quando non te le aspetti più. E da questo di realizzare un film ambientato a Salerno con le Luci d’Artista.»
Com’è il Natale di Maurizio?
«Il mio Natale l’ho sempre festeggiato. Sono un uomo che fa di tutto, sempre in giro, ma a Natale ho cercato sempre di riunire i miei familiari, i miei affetti, e quando proprio non ho potuto, e mi sono ritrovato a festeggiare lontano dalla famiglia ho cercato di vivere il Natale nel miglior modo possibile.»
Avete già scelto delle location dove girare le scene?
«Qualche idea c’è, abbiamo già individuato un primo luogo. Nel film si parla di una comunità di ragazzi tenuta da un prete, nella prima versione della sceneggiatura, questo luogo era una sorta di casa d’accoglienza, ma non ero convinto molto di questa idea, già troppo sentita, già vista, ma non mi veniva niente di più, non riuscivamo, insieme con il mio coautore, di diversificare questo luogo, di trovare qualcosa di interessante. Poi,i facendo un giro per Salerno, ho visto i Giardini della Minerva, nella parte alta della città e me ne sono innamorato, raccontandomi questa storia di un giardino coltivato con piante e erbe a scopo terapeutico, in base all’antica scuola della medicina salernitana. Così abbiamo apportato una modifica al copione, parlando di ragazzi che lavorano per un prete erborista che si occupa di far crescere quelle piante, cercando di far crescere bene anche i bambini che, invece, vengono da realtà più difficili. I luoghi quando sono belli, sono loro che ti raccontano una storia, anziché viceversa.»