Ricorderemo quest’ultima serata del Festival di Sanremo 2024 non tanto per le polemiche, ma per la poca sportività. Ricorderemo però un Amadeus pacato che con educazione ricorda a inizio serata che per quanto ad alcuni sembri di essere allo stadio, bisogna applaudire e festeggiare con rispetto, sempre.
E ricorderemo i cantanti, soprattutto i tre più favoriti, Geolier, Annalisa e Angelina Mango, che hanno lasciato perdere fazioni e fanatici regalandoci una serata di spettacolo notevole. Ricorderemo Angelina Mango che inciampa nel vestito, cade sulle scale, si rialza e continua a cantare e, allo stesso tempo, Geolier che scende in platea, tra il pubblico che lo ha fischiato alla fine della quarta serata e anche all’inizio della quinta.
Soprattutto, però, ricorderemo le due forze della natura di questa kermesse: Amadeus e Fiorello che hanno regalato al pubblico una meravigliosa celebrazione d’addio dopo cinque anni di successi. Ai concorrenti invece i due conduttori regalano un’accoglienza mai vista, parole di incoraggiamento, sorrisi, battute. E sono davvero lontani i tempi in cui non si poteva parlare con gli artisti perché “rischiavi di farli vincere”.
Quello di Ama è davvero il festival della canzone liberata italiana. E in quest’ultima serata l’intera gara procede con cantanti che ringraziano e lanciano messaggi di pace. Lo fanno i Negramaro affermando «Viva la musica, viva la libertà, viva la pace», lo ribadisce Fiorella Mannoia con «Restiamo umani». E ancora, Mahmood: «Viva le differenze e la libertà di pensiero sempre e comunque. Ringrazio le artiste e gli artisti che ci hanno regalato la loro visione del mondo in maniera totalmente libera su questo palco». I La Sad portano sul palco una bandiera blu verde e fucsia che, come spiegano, non rappresenta ideali politici ma valori di lotta alla violenza, all’odio, alla discriminazione e al sessismo. Mr Rain dedica il suo mazzo di fiori «alle persone che sentono il vuoto dentro» deponendolo su uno dei due posti dell’altalena sul palco. Tra tutti, il più diretto resta Ghali: «Stop al genocidio».
Un festival così non lo avevamo mai visto e questo fa paura perché Ama dopo cinque anni ha deciso davvero di lasciare il testimone. «L’anno prossimo – scherza Fiorello – tuo figlio andrà a scuola e noi vedremo Sanremo sotto un plaid matrimoniale.» Ed è quindi già momento nostalgia, soprattutto perché le cose sono andate meglio di come ci si aspettasse: Angelina Mango, nuovo meraviglioso animale da palcoscenico, ha vinto la kermesse (meritatissimamente), portando a casa anche il premio sala stampa Lucio Dalla e il premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale. Terzo posto per Annalisa e la sua “Sinceramente”. Il premio della Critica Mia Martini invece è stato assegnato a Loredana Berté. E tornano in mente le parole di Giorgia, coco di Amadeus durante la seconda serata «A un certo punto dovremo smettere di sottolineare il maschile o il femminile perché finché continueremo a farlo ci sarà una differenza. Mi piacerebbe che non ci fosse più bisogno di specificare il genere quando si parla di un artista, quando questo accadrà vorrà dire che saremo vicini a una parità».
Con Amadeus siamo stati vicini a tante cose. Noi non lo dimenticheremo. Non dimenticheremo la libertà degli outfit, la nonchalance dei fiori, la scelta di avere coco e non vallette. Grazie di cuore Ama. Restiamo in attesa di capire cosa mamma Rai ha imparato da te.