Mahmood e Blanco, Morandi ed Elisa
A vincere la 72esima edizione del Festival di Sanremo è stata “Brividi” di Mahmood e Blanco, seguita da “O forse sei tu” di Elisa e “Apri tutte le porte” di Gianni Morandi. Un finale pieno di gioia, proprio come Amadeus aveva più volte ripetuto nel corso delle conferenze stampa. Prima dell’ultimo televoto Gianni sintetizza bene cosa stia accadendo sul palco: «Abbiamo già vinto tutti e tre, Mahmood e Blanco sono la generazione dei vecchi, Elisa quella di mezzo e io rappresento quella dei giovani!» Impossibile non sorridere. Impossibile anche non emozionarsi con l’omaggio alla Carrà e quello a Lucio Dalla:«Prendiamo questo cappellino, un paio di occhiali ed è subito poesia».
E se riascoltare le canzoni aiuta a riapprezzarle come non mai, la scelta della Ferilli come regina dell’ultima serata è stata ancora più vincente. Sabrina con eleganza e genialità inaugura l’era del “non monologo”. «Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti tanti», esordisce, «molti temi sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, lavorano, educano. Ma io non ho figli, sono un’attrice avviata, c’ho pure un marito benestante: perché devo andare sulle palle a tutti? Allora trattiamo la bellezza, non quella dell’asino che piace a te», dice ad Amadeus, «quella interiore. Ma sono quattro giorni che mangio radici per entrare in quest’abito. Allora ho pensato: parliamo di dipendenze d’amore, ma Amadeus ha il profilo social di coppia, se non sono dipendenze quelle… Ho pensato al femminismo, alla body positivity, all’inclusione, ma deve parlare di questi argomenti chi ci si sporca le mani, studia, e da palcoscenici meno scintillanti di questo. Sono molto rispettosa delle competenze altrui. E invece sui social tutti commentano. Poi ci sono il riscaldamento globale, la disparità salariale… Ma perché la presenza mia deve per forza essere legata a un problema grosso? Io sto qua per il mio lavoro, porto sul palco la mia storia. Ci sono tante cose da cambiare, ma sto nella mia linea, ho scelto la strada della leggerezza. Come dice Calvino, in tempi così pesanti bisogna planare sulle cose con un cuore senza macigni, la leggerezza non è superficialità». E ancora, tornando a travolgere Amadeus: «Tu non sei normale: ore e ore, a te Mentana te fa un baffo. Quando va dietro lo ricaricano, c’è la colonnina: è ibrido… La forza tua ce l’hanno in pochi: Iva Zanicchi, Morandi e Mattarella. Se decidessi di non fare più il festival, questa serata falla brutta brutta brutta, sennò poi ti chiedono di rifarlo per altri sette anni». E lui pronto: «Sai perché non la posso fare brutta brutta brutta? Perché ho te che sei bella bella bella». Gran momento anche l’esibizione canora di Mengoni e soprattutto quello con Filippo Scotti e Marco Mengoni che leggono messaggi di odio pubblicati sui social e spiegano che la Costituzione tutela la libertà d’espressione ma anche la dignità delle persone.
Finalmente – quasi alle due – Amadeus consegna tutti i premi: resta l’amaro in bocca soprattutto per il premio miglior testo andato a Fabrizio Moro. Il suo testo era uguale a tutti gli altri suoi testi. Delusione anche per il premio della critica Mia Martini andato a Massimo Ranieri e per il premio della sala stampa andato invece a Gianni Morandi. Unico condivisibile il premio per la miglior composizione dato ad Elisa.
Per il resto, le polemiche fan parte di Sanremo, così come le eterne delusioni. Le luci adesso si son spente davvero, non sappiamo chi condurrà la 73esima edizione, abbiamo un’unica certezza: nonostante tutto, continueremo a vederlo.