Sanremo 2021: la terza serata della kermesse inizia subito con un tributo. Sul palco i Negramaro che ricordano Lucio Dalla con la versione (questa volta non censurata) di 4 Marzo 1943. Recuperano terreno (interpretare Lucio non era facile e non ci son riusciti) con la versione di “Meraviglioso” che oramai è un loro cavallo di battaglia.
Alla fine dell’esibizione Fiorello ci avverte su come finirà questa serata: «ho visto che dovrò far un intervento all’1.20, qua forse finiamo per le 2». E così è stato.
Inizia poi la gara vera e propria. Il primo duetto della serata è quello formato da Noemi e Neffa. Piccoli imprevisti tecnici inficiano sulla performance, oltre a Neffa che non è in grado di reinterpretare se stesso.
Risolleva la situazione Fulminacci insieme alla tromba di Roy Paci: riuscita la sua interpretazione di un classico di Jovanotti. Imbarazzante il duo Renga-Casadilego. Imbarazzante quasi quanto l’outfit scelto per la vincitrice di Xfactor 2020.
Ci si diverte e vola a Mosca grazie agli Extraliscio e Davide Toffolo: forse i conduttori hanno ragione nel dire che se ci fosse stato il pubblico in sala avrebbe sicuramente ballato, resteremo comunque col dubbio.
Continuano i problemi tecnici quando ritroviamo Fasma e Nesli ne “La Fine”. Amadeus non ci sta: sale sul palco, interrompe l’esibizione e rimette tutti in riga.
Il fatto che adesso tutti i microfoni funzionino ha il suo lato negativo: l’esibizione di Bugo con i Pinguini Tattici Nucleari è davvero difficile da digerire. Forse Morgan aveva ragione.
Grande minestra per Fedez e Michielin che portano sul pacco forse un po’ troppi brani, che però piacciono e convincono.
Intermezzo di DAD con la registrazione del video delle prove di Irama che propone Francesco Guccini con voce inedita del maestro compresa. Chissà quale sarebbe stato il suo outfit, quello delle prove lascia abbastanza a desiderare.
Applausi per Maneskin e Manuel Agnelli che portano sul palco una canzone difficilissima, ovvero Amandoti dei CCCP. Se questo rock pop può avvicinare i giovani a un universo musicale a loro sconosciuto ben venga, anche Ferretti li perdonerà.
Momento di altissimo imbarazzo quello di Random e The Kolors che viene presto dimenticato (e meno male) oscurato dall’incantevole duo Bersani – Willy Peyote. Forse in molto si aspettavano una strofa stravolta alla Peyote, ma il giovane cantante ricorda a tutti che alcuni capolavori vanno affrontati con umiltà, in punta di piedi. Bravissimi.
Il famoso usignolo di Cavriago non sbaglia e convince: Sergio Endrigo è salvo e Orietta pure.
Giò Evan riesce a sbagliare una cover degli 883. Non servono altri commenti relativi alla sua performance.
Convince invece l’incontro artistico tra Ghemon e i Neri Per Caso: un ottimo mash up.
Si divertono ed emozionano le voci di Veronica Lucchesi (La Rappresentante di Lista) e della Rettore. Uno dei gruppi migliori di questa edizione del festival. Lo riconfermano con questa esibizione.
Arisa e Michele Bravi sanno il fatto loro, soprattutto Arisa. La cover di Pino Daniele poteva essere un azzardo, ma non per una voce come la sua.
Non convince Madame, ma imitare Adriano Celentano per filo e per segno non è stata una scelta saggia. A una ragazza che deve ancora fare la maturità (!) si perdona uno scivolone. La aspettiamo per la finale.
Lo Stato Sociale porta sul palco un pezzo di Agnelli: “Non è per sempre” e lanciano un messaggio sull’emergenza sociale e artistica che stiamo vivendo. Finalmente!
Meravigliosa la voce di Annalisa accompagnata dalla chitarra di Poggipollini: questa serata aiuta a ricordarci quanto sia brava.
Convincenti e finalmente all’altezza della situazione Gaia e Lous and The Yakuza. Un mix di eleganza e spensieratezza.
Giù il cappello per il duo Colapesce – Dimartino che non ha caso hanno scelto di portare Povera Patria. Sul finale la voce di Battiato è da brividi, visibilmente emozionati i due cantautori.
Pari merito per le esibizioni dei Coma Cose e di Malika Ayane, molto diverse tra loro ma capaci di mettere in evidenza i singoli punti di forza.
Fuori gara Gazzé e Silvestri. Hanno riempito stadi insieme, han scelto una canzone dei CSI. Una sintonia perfetta.
Gioca facile Ermal Meta con Caruso, sbaglia ancora Aiello con Rino Gaetano rovinando il finale di una serata lunghissima.
Vincitori di questo giovedì Achille Lauro (che sa come fare quello che fa e sa anche scegliersi buone voci con cui farlo) e Ibrahimovic che pur di andare a Sanremo ha fatto il motostop!
Adesso aspettiamo di riascoltare i brani oramai editi dei big. Un’unica domanda: ce la farà il cuore di Fedez ad arrivare a sabato sera?