Parecchi colori hanno accompagnato questa prima serata di Sanremo 2021. Amadeus e Fiorello son partiti al buio in zona gialla davanti a tante poltrone rosse, sapendo già che probabilmente la finale sarà arancione. Un anno difficile, un festival pieno di polemiche.
Amadeus mette da subito le cose in chiaro: «Ho fatto il festival con tutto me stesso, pensando a chi vive di musica, al paese reale che sta lottando per ritrovarsi.»
Un anno fa i festeggiamenti per i 70 anni del festival in una città che aspetta il Festival per aprirsi al mondo quest’anno una Sanremo blindata fatta di fiori portati nel carrellino e applausi finti.
Fortunatamente Fiorello riesce ad essere un fenomeno anche in era Covid. Non era scontato.
La gara inizia con i primi quattro giovani: Gaudiano, Elena Faggi, Avincola e Folcast. Meritato il passaggio di Folcast, peccato per l’esclusione di Elena Faggi. Una cosa è certa: rispetto alla scorsa edizione, quest’anno il livello è indubbiamente più alto.
L’inizio della gara tra i big invece tocca alla navigata Arisa che scende le scale dell’Ariston sicura di sé, per la prima volta con un outfit degno di questa kermesse. Presenta un pezzo scritto da Gigi D’Alessio e il connubio funziona.
Tocca poi al duo Colapesce – DiMartino, attesissimi a questo festival: una delle canzoni più belle di sempre, un inno alla leggerezza e, soprattutto, un ritorno agli anni 80.
Un indemoniato Aiello perplime le poltrone vuote: buono il pezzo, ma discutibilissima la sua interpretazione. Peccato: Aiello provaci ancora.
Senza filtri di instagram ritroviamo il duo Michielin e Fedez, il rapper non è semplicemente emozionato, ma oggettivamente terrorizzato. La giovane Francesca domina il palco: possono fare molto di più.
Meravigliosa la performance di Max Gazzè, peccato per l’autoplagio.
A risollevare il pubblico a casa dopo “Il farmacista” ci pensa Noemi che torna sul palco dopo un’evidente trasformazione che non ha però inficiato sulla voce. Incantevole.
La vera star della serata resta però Loredana Bertè che spiazza tutti con un medley dei suoi più grandi successi. Peccato abbia proposto il suo ultimo singolo alla fine della migliore delle esibizioni. Giusto per riportarci nel mood delle famose dimenticabili canzoni da Sanremo.
Interessante e degno di nota anche Achille Lauro che sulla scia delle performance dello scorso anno (e grazie all’arte di Gucci) porta sul palco il primo dei cinque quadri tanto attesi.
Brava la piccola Madame: la prima volta che è salita su un palco è stato durante la scorsa edizione di X Factor (in veste di ospite, non di concorrente), la seconda direttamente a Sanremo. Questa ragazza è arrivata al grande pubblico grazie allo streaming, eppure è tangibile che sia nata per dominare un palco. Chissà come sarebbe andata la sua esibizione davanti a un vero pubblico.
Rock duro per i Maneskin che si presentano con un brano – marchio di fabbrica. Convincono e vincono.
Torna (anche lui con molti chili in meno) Ghemon: la sua esibizione fa però rimpiangere le “Rose viola”.
Emozionanti e sinceri i Coma Cose: hanno tanto da dire e sanno come farlo. Peccato non sappiano come vestirsi.
Brava Annalisa, ma la sua interpretazione vince di troppo sulla canzone. Chiude Francesco Renga e Fasma, due cantanti che sarebbero potuti tranquillamente rimanere a casa.
Delude la classifica finale e subito si rimpiange il pubblico sempre pronto a esprimere il suo dissenso.
Vetta inarrivabile della serata Matilde De Angelis. Per citare Fiorello: non c’è niente che non sappia fare.
Un unico interrogativo attanaglia tutti: non è possibile tenerci lei come ospite fisso e dare un bel calcio a Ibra?