La riscossa e l’abbandono, il ritorno e la speranza: possibile che tutto questo sia nelle corde di una cantante come Anna Tatangelo? È possibile, e succederà da stasera a Sanremo con il brano “Le nostre anime di notte”.
Per l’ottava volta in gara all’Ariston, e in concomitanza dell’uscita del settimo album “La fortuna sia con me” , la Tatangelo è arrivata a un disco importante, che arriva a 4 anni di distanza dal precedente “Libera”, un periodo che è stato molto denso di nuove esperienze professionali, ma anche di vita vissuta.
Sgombriamo subito il campo da dubbi: il ritrovato Gigi D’Alessio cosa le ha detto del pezzo che sentiremo stasera? «Sai quando dici “non è che è destino che la devo portare a Sanremo?”. È difficile da cantare ed è molto adatta al festival perché mi mette alla prova vocalmente. Sul testo Gigi mi ha detto di fregarmene, le cose belle arrivano e mi ha detto di andare per la mia strada».
Ma la cosa che ci sorprenderà maggiormente è la musica che Anna porta col nuovo disco. Di respiro internazionale, sembra più frutto di una produzione a metà tra Drake e Ellie Goulding che il tipico sound del belcanto nostrano. Dalla sua, la cantante di Sora ha una bella limpida voce che condisce tutto con un tocco di sensualità matura. Dalle tracce che abbiamo ascoltato risulta un elemento innovativo molto forte, che magari non è sempre riuscito, ma lascia sicuramente il segno.
E poi c’è la riedizione di “Una ragazza di Periferia” con Achille Lauro che ha ridato credibilità a una ragazza (è il caso di dire) emarginata da un certo circuito di coolness troppo in fretta. «Ho cercato di riportare sonorità che si avvicinano a tutto ciò che è moderno, ho fatto una vera ricerca con Placido Salomone, si evince anche dal duetto con Achille Lauro, la rivisitazione di “Ragazza di periferia” è un cappello a quello che sarebbe stata la nuova fase della mia carriera».
Una crescita quindi prima di tutto di un’artista che ha cercato nuove strade, allargandosi a inedite collaborazioni, tra sperimentazioni e confronti, con nuovi incontri che si svelano con linguaggi diversi nelle 11 tracce che lo compongono. “Le nostre anime di notte” è una ballad moderna, firmata da Lorenzo Vizzini che racconta di una notte rivelatrice. La storia di una coppia che dopo tante incomprensioni e frasi non dette, per la prima volta si rivela completamente al buio della notte, e tutto diventa improvvisamente più chiaro.
Come si percepisce oggi? «Ci si aspetta altro da Achille Lauro, per me è una scoperta, per me è un genio, lo merita. Io non sono una stella, sono una stellina, sono felice di far parte delle cantanti conosciute in Italia, mi ritengo una persona fortunata. Vedo quanti ne escono giorno dopo giorno, magari ce ne sono tanti che non vanno in radio o tv, prendete Achille Lauro che si ricorda di un mio pezzo vecchio, vuol dire che qualcosa di buono l’ho seminato. E soprattutto ha la mia età».