Si è conclusa (finalmente!) l’ultima puntata della 64edizione del Festival di Sanremo. Serata che ha fatto concludere la kermesse con cinque ore dedicate non alla bellezza, ma al mistero!
Avremmo già dovuto capirlo a inizio puntata, quando sul palco dell’Ariston è arrivato don Matteo in bicicletta. A chiamare il caro buon vecchio investigatore di fiducia è stata l’Orchestra di Sanremo: hanno cercato insieme l’assassino della musica italiana. Peccato non ne abbiano trovato solo uno.
Primo big ad esibirsi è stato poi Giuliano Palma che per la finale ha sfidato l’ira del destino ripresentandosi sul palco nuovamente senza occhiali da sole. Voleva vederci chiaro in questa serata misteriosa, ma i suoi occhi l’hanno portato fuori dal podio.
Dopo pupille dilatate, ecco arrivare Noemi che a 99% dei casi aveva dimenticato di essere a Sanremo, motivo per cui ha regalato al pubblico una performance degna di una sagra paesana.
“Sing in the rain” di Ron è stata la terza canzone della serata. Ovviamente al festival della canzone italiana un titolo in italiano ci stava male. Bravo Ron: sei coerente come il tuo colore di capelli.
In gara subito dopo di lui ecco arrivare Arisa: la donna che per cinque sere camminando sui tacchi mi ha ricordato De Gregori quando camminava sui pezzi di vetro. La cantante che “non crede nei miracoli” e intanto poi ha saputo essere da sola un miracolo vivente.
Sarcina e “Il suo sorriso” hanno cercato di essere ammiccanti per pubblico e giuria, ma non è bastato. Forse si è giocato la vittoria quando post esibizione ha salutato Tobia: tutti hanno sperato che fosse il nome di un cane e non del figlio. Tutti hanno sperato male.
A interrompere le esibizioni canore ci ha pensato poi Crozza, invitato sul palco da Fazio: “Dai vieni che fuori c’è il sole!”. Certo Fabio, alle 22 è normale trovare il sole.
La gara è poi ripresa con i Perturbazione e la loro “unica” storia di un puttaniere. Consiglio a tutti un ripasso della canzone.
Anche Giusy Ferreri ci ha riprovato con “Ti porto a cena con me”, ma era vestita ancora peggio delle quattro sere precedenti, motivo per cui anche il maestro Vessicchio ha declinato l’invito.
Dopo la cassiera a ricantare è stato Francesco Renga, favorito… fino al suo duetto con Kekko dei Modà.
Le esibizioni si sono nuovamente interrotte con l’arrivo di Luciano Ligabue che con “la macchina calda che va dove ti porta” si è ritrovato a Sanremo e ha così fatto un piccolo concerto, tutto rigorosamente con le mani in tasca. L’educazione prima di tutto.
A risollevare il nostro morale con “Ora” ci ha pensato Renzo Rubino seguito a ruota da Antonella Ruggiero: unica cantante in gara che non riusciva a vedere il gobbo, motivo per cui il testo resterà un mistero.
Dopo la Ruggeri tocca a Gualazzi e l’amico mosca: esibendosi dopo la sirena Antonella, Raphael ha trovato il microfono rotto. Peccato gliel’abbiano cambiato: poteva essere la migliore interpretazione di sempre.
A seguire ecco De André e infine Frankie che “pedalando pedalando” se ne è andato prima della premiazione!
Finalmente le esibizioni sono quasi finte, ma in un attimo Fazio semina il panico specificando che dopo tre ore e mezzo siamo appena alla fine prima parte della puntata. Come passa il tempo quando ci si diverte, non trovate? E pensare che questa puntata sembra iniziata appena nel 1984.
Ancora, Fabio e Luciana ci tengono a precisare che “la giuria di qualità determina il 50% dei vincitori”, io aggiungerei che la stessa giuria non ne capisce di qualità.
I tre finalisti: Gualazzi, Rubino e Arisa sono chiamati a cantare nuovamente sul palco. Manca un’eternità alla proclamazione del vincitore, la maggior parte dei telespettatori utilizza il tempo a disposizione per completare livelli impossibili di Candy Crush: non male come idea.
Ciliegina sulla torta: si riesibiscono nuovamente anche tutti gli 8 giovani, poi qualcuno decide che è arrivato il momento di dire stop al televoto.
Arisa è la vincitrice di Sanremo 2014: alla proclamazione del suo nome non fa una piega, o sarebbe meglio dire “Pippa”. Sarà che sul Corriere era stato svelato l’arcano giusto 8 minuti prima?
Insomma, nonostante tutte le vicissitudini siamo sul serio arrivati alla frutta. Resta un ultimo interrogativo: c’è qualcuno tra voi che un giorno riuscirà a spiegarci il cambiamento di voce di Arisa da “topo di fogna” a “usignolo”?
Ma basta farsi domande: Sanremo saluta i big e tutte le sue nuove proposte. E diciamo addio a tutti anche noi, addio per sempre.