«La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce del cuore» Kalil Gibran
Dopo il successo de La memorabile impresa di Tapurino, è disponibile in libreria e negli store digitali Sanpietrino e il segreto della Valle Oscura, il nuovo fantasy di Luisella Traversi Guerra, pag. 421, edito da Mondadori Electa. Il romanzo è dedicato in particolare alle nuove generazioni ma può essere letto da tutti per gli alti contenuti che esso racchiude, come in uno scrigno prezioso. Infatti nasce dalla considerazione che oggi la bellezza, soprattutto quella fisica, può discriminare coloro che non rientrano in certi canoni stabiliti arbitrariamente da mode insensate che si limitano a considerare esclusivamente l’aspetto esteriore di una persona e non le qualità ed i valori insiti in ciascuno di noi. La stessa autrice ha spiegato così la genesi del suo romanzo: «Questo libro è nato perché mia figlia Linda, che mi ha visto scrivere più di 120 fiabe in cui ho parlato della bellezza mi ha fatto riflettere sul suo opposto ovvero la bruttezza. Nella società di oggi, mi ha fatto notare , se una persona non è bella rischia di non essere nemmeno considerata . Allora ho cominciato a riflettere sulla bruttezza e ho pensato di scrivere di qualcuno talmente brutto che ha dovuto subire questa discriminazione e da lì è nata la storia. Così ho cominciato a immaginarmi il piccolo Sanpietrino tra le bellissime Dolomiti e la storia ha iniziato a fluire…».
Sanpietrino, vive con i suoi genitori Gabella e Troclino, in montagna con il suo cane Poldo e le caprette in una natura incontaminata. La maga Patacca e la sua assistente Pitimilla, operano dei malefeci da fattucchiere sugli abitanti della valle privandoli della loro giovinezza e rendendoli brutti. Anche i protagonisti della storia subiscono questo triste destino. Sanpietrino si accorge di essere brutto quando inizia ad andare a scuola e viene fatto oggetto di bullismo dai suoi compagni. Soltanto Greta, una ragazzina resa zoppa dalla poliomielite, comprende la sua sofferenza e cerca di proteggerlo con l’aiuto di sua nonna Geltrude. Tuttavia c’è una persona che contrasta le due streghe. Il suo nome è Asgard che nella sua Scuola accoglie i dodici Cavalieri dal nobile agire, compreso Sanpietrino. Ognuno di loro porta con sé doti insperate quali il coraggio, la lealtà, la sincerità, la purezza del cuore, la capacità di prevedere il futuro e di sorridere alle asperità della vita, la fedeltà, la gentilezza. Sanpietrino imparerà a conoscerli e ad amarli nella dura lotta tra il Bene ed il Male che caratterizza la vita di ciascuno di noi nella libertà di una scelta consapevole. Chi vincerà? Chi ne sarà sopraffatto? Il lettore lo scoprirà leggendo il libro a poco a poco perché dietro questa grande favola ci sono dei sentimenti forti e la necessità di schierarsi sempre e comunque dalla parte del Bene come ci suggerisce la nostra coscienza prima di ogni altro aiuto esterno.
Sanpietrino e il segreto della Valle Oscura è un libro bello, scritto con tanta passione e partecipazione emotiva. Le pagine scorrono veloci per una fluidità di stile e di immagini dal sapore epico ed evocativo. I personaggi ben descritti e delineati possiedono forza e coraggio anche di fronte alle scelte più difficili. È un romanzo corale dove ognuno fa la sua parte ed è a suo modo un campione del Bene.
Un fantasy non esiste senza descrivere una terra misteriosa viva e piena di pericoli quale è la Valle Oscura, un posto incantato che accende fantasia e curiosità.
Per saperne di più, noi di Maydreams abbiamo intervistato l’autrice.
Quali caratteristiche di Sanpietrino le appartengono?
«Fra le varie caratteristiche di Sanpietrino quelle che mi risuonano interiormente sono la generosità, l’intelligenza del cuore, la determinazione al Bene, la disponibilità, la riflessione e la creatività».
A quali scrittori di fantasy si è ispirata per la stesura del suo romanzo?
«A nessuno in particolare. Un libro che mi è rimasto nel cuore è “La Storia infinita” quindi potrebbe avermi lasciato alcuni echi che ho assimilato. Ma anche il libro “Lo Hobbit” mi è rimasto nel cuore».
Quale personaggio e quale parte del romanzo hanno richiesto una maggiore attenzione e perché?
«Il personaggio che mi ha maggiormente impegnata, accendendo in me la cura e l’attenzione in modo particolare, è Asgard, “il maestro”, perché con le sue azioni avrebbe concretamente creato la “Schola”, un ambiente speciale e ispiratore per permettere una crescita ai suoi alunni vitalizzante e formativa. Inoltre, mi sono dovuta impegnare nello studio per una battaglia dove non si hanno armi di nessun genere a disposizione, ma si deve combattere con dimensioni e sentimenti di solo Bene. Questa sfida non era semplicissima da raccontare. Nei fantasy, siamo abituati a battaglie feroci dove bruttezza e volgarità sono enfatizzate. L’astuzia usata nel Bene e per il Bene è un po’ lontana in questo periodo storico e non viene presentata sufficientemente ai ragazzi come la vera e rivoluzionaria forza capace di far cambiare e trasformare la realtà».
Qual è il messaggio che si cela nelle pagine del suo romanzo per gli adulti e per gli adolescenti?
«Il messaggio che anima le pagine del racconto è quello dell’importanza della coerenza verso i valori veri della vita. Inoltre, ho voluto mettere in risalto quanto sia fondamentale la fiducia nel Bene e nella sua forza misteriosa di “trasformazione”. Per i ragazzi il messaggio del racconto si incentra sull’avventura della vita, sulla scoperte di sé. Mi sembrava importante far capire che scegliere le proprie qualità e avere il coraggio di viverle può accompagnare a uno sviluppo forte, straordinario e vincente di se stessi. Prima una buona battaglia per amarsi in qualsiasi situazione e poi provare a mettersi coraggiosamente alla prova fino a raggiungere la gioia di aver trovato se stessi, l’amore e il buon futuro».
Quali autori l’hanno spinta a diventare una scrittrice?
«Non sono stati i libri che ho letto che mi hanno spinta a scrivere, ma i miei “maestri”. Persone che hanno orientato la mia crescita umana e professionale i quali mi hanno fatto scoprire che “dalla testa” alla carta tutto può cambiare: i pensieri si schiariscono, il cuore parla, la creatività sgorga abbondante e imprevedibile».
Quale libro sta leggendo in questo periodo di lockdown?
«Ho letto libri di Vito Mancuso, precisamente “La via della Bellezza” e “Il coraggio e la paura”, alcune biografie di persone che ci hanno lasciato. Ho scoperto dei testi botanici interessanti per una cultura consapevole sulla natura vegetale, un bel libro di Stefano Mancuso dal titolo “La nazione delle piante” e ho appena iniziato a leggere un autore che non conoscevo. Il suo libro si intitola “Il filo infinito” e lui è Paolo Rumiz».
Lei è anche una valente pittrice, i suoi quadri sono stati esposti negli Stati Uniti, in Giappone, in Australia e ovviamente anche in alcune capitali europee e in Italia. Come riesce a conciliare le sue due anime di scrittrice e pittrice?
«Ci sono due dimensioni diverse nell’arte di scrivere e nell’arte di dipingere che si toccano e sono il luogo dove la creatività si accende e dove si sviluppa l’espressione del mio processo umano e della mia anima. Ma poi, lo scrivere ed il dipingere hanno due moti e due sviluppi molto diversi. La scrittura è liberatoria, confortante, leggera e a volte divertente. Stare con se stessi scrivendo è come essere in compagnia di un buon amico con cui si passano ore serene. La pittura spesse volte ha bisogno di un travaglio silenzioso che spesso fa male e ti scoppia dentro come un bisogno esistenziale. Per me la pittura è sempre frutto di una rielaborazione che si costruisce raccogliendo dal profondo di me, dalla natura, dalle relazioni piccole pagliuzze di luce che poi si uniscono e diventano come una epifania: il quadro. Ho scelto come mia identità artistica di voler essere “il pittore della gioia”. Questo significa elaborare la realtà, anche quella più dolorosa, cercando di esprimere con il segno, con il colore e con la luce l’importanza della conoscenza che è sempre “una perla luminosa”».
Le andrebbe di scrivere uno slogan o un breve spot per pubblicizzare il suo romanzo?
«Sanpietrino, l’epifania di un misterioso sorriso!».