Martedí 14 Giugno 2016 alle ore 16.30 presso la Società Napoletana di Storia Patria sita in Castelnuovo a Napoli si terrà una importante conferenza dal titolo “San Giacomo degli Spagnoli a Napoli: eredità di un lungo cammino”.
Interverranno: Luciano Garella, Mibact – Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per il Comune e la Provincia di Napoli, Carlos Hernando Sánchez, Università di Valladolid, Encarnación Sánchez García, Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Tobia Raffaele Toscano, Università degli Studi di Napoli Federico II, Andrea Zezza, Seconda Università degli Studi di Napoli. Introduce e modera Giovanni Muto, Università degli Studi di Napoli Federico II.
La Pontificia reale basilica di San Giacomo degli Spagnoli è, per le sue memorie storico-artistiche, tra le chiese più importanti di Napoli. E’ all’interno di Palazzo San Giacomo, in piazza Municipio, in un edificio degli anni venti dell’800 innalzato per accogliere alcuni ministeri di Ferdinando I di Borbone.
La chiesa nazionale spagnola fu voluta dal grande viceré don Pedro de Toledo (1484-1553) verso il 1540 e innalzata dall’architetto e urbanista regio Ferdinando Manlio (interventi suoi anche a Palazzo vicereale vecchio, Castel Capuano, Annunziata, Palazzo di don Pedro a Pozzuoli, palazzo Cellamare) ed è annoverata tra gli esempi più rilevanti d’architettura del periodo vicereale spagnolo.
L’edificio fu sin da principio associato ad un ospedale destinato alla cura dei poveri; poi venne nel 1589 l’istituzione del Banco di San Giacomo, al quale venne aggiunto un Monte di Pegni, gratuito per le piccole somme, due conventi (Concezione e Maddalena) e la Congregazione. L’insula spagnola così composta fu denominata la “Santa Casa di San Giacomo”. Il 20 maggio 1614 il viceré di Napoli, Conte di Lemos, vi istituì la Real Congregación del SS. Sacramento de la Eucharistía de la Nación Española. Le finalità della Congregazione erano molteplici: dare soccorso all’indigenza di onorati spagnoli, fornire una dote alle orfane, l’assistenza agli infermi, ai carcerati, ai pellegrini, organizzare la celebrazione dei suffragi “pro anima” e fare ogni anno una Solenne Processione del SS. Sacramento nell’Ottava del Corpus Domini. Le regole della Congregazione vennero definitivamente approvate il 24 dicembre 1624 dal viceré Don Antonio Alvarez de Toledo, 5° Duca d’Alba.
L’edificio, restaurato nel 1741, negli anni 1819-25 fu inglobato – dopo l’abbattimento dell’ospedale – nel palazzo dei Ministeri del governo borbonico – l’attuale Palazzo San Giacomo – opera dei fratelli architetti Stefano e Luigi Gasse. Da allora la proprietà della chiesa è passata alla Congregazione.
La chiesa, con archi e pilastri in piperno (come visibile nella restaurata cappella della Madonna di Montserrat), è a tre navate con cappelle laterali, cappelle absidali e profonda abside che accoglie, dietro l’altar maggiore di Domenico Antonio Vaccaro (1678-1745) e sotto un imponente organo settecentesco, il gran mausoleo di don Pedro de Toledo, in marmo di Carrara, capolavoro della scultura rinascimentale del cinquecento in Italia, scolpito da Giovanni da Nola e altri tra il 1540 e il 1560. Numerosi i monumenti sepolcrali del ‘500, le lapidi e le iscrizioni.
Di gran valore, per antichità e qualità, i dipinti cinquecenteschi su tavola di Marco Pino, Vasari, G.B. Lama, Criscuolo e su tela: Luca Giordano, Andrea Vaccaro, ecc. e il portone ligneo di Benvenuto Tortelli (attivo a Napoli nella seconda metà del 500).
Oggigiorno la basilica è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza e versa in uno stato di degrado, principalmente a motivo delle infiltrazioni di acque meteoriche attraverso le coperture e le pareti confinanti con gli ambienti del Comune. E’ anche presente umidità diffusa di risalita che rinvia alla sottostante ‘terra santa’ (locali cimiteriali).
E’ stato emanato un vincolo storico-architettonico sulla Chiesa ed è in preparazione il vincolo archivistico per l’archivio della Congregazione.
Congregazione, Soprintendenza e Comune stanno dialogando più fruttuosamente da un anno a questa parte per risolvere i problemi. Frutto degli incontri e dei sopralluoghi è stato di recente approvato un progetto per mettere in sicurezza la copertura (oggi con capriate fessurate) e ciò renderà possibile l’agibilità della chiesa. Sono stati anche approntati i progetti per il restauro conservativo delle tavole lignee.
Congregazione, Soprintendenza e Comune stanno inoltre attivando procedure – congiuntamente o separatamente – per reperire fondi (locali, Mibact o europei) per il restauro definitivo dell’intero complesso.