Il 22 gennaio uscirà Brigatabianca, il secondo album solista di Samuel che arriva a distanza di quattro anni dal suo primo disco Il Codice della Bellezza, pubblicato a febbraio 2017.
Anticipato dai singoli Tra un anno e Cocoricò , l’album presenta 15 tracce in cui Samuel compone, suona e canta nel Golfo Mistico, lo studio di Torino in cui si è rifugiato a seguito della pandemia per creare con i suoi collaboratori dei brani di rara ed intensa musicalitità. Ecco la tracklist: Gira la testa, Giochi pericolosi – Feat. Willie Peyote, Se rimani qui, Tra un anno, Cocoricò – Feat. Colapesce, Bum Bum Bum – Feat. Ensi, Nemmeno la luce, Io e te, Felicità – Feat. Fulminacci, Quella sera, Dimenticheremo tutto, Vorrei, Palermo – Feat. Johnny Marsiglia, Veramente, Chi domani ti avrà.
Nell’album sono presenti una grande varietà di suggestioni e di idee, collegate tra loro attraverso le collaborazioni di un lavoro corale, collettivo,multiforme e ben strutturato. Tra i nomi dei musicisti che hanno preso parte alla realizzazione di questo progetto discografico, segnaliamo Roy Paci.
La copertina dell’album realizzata da Marco Rainò e tradotta nelle grafiche firmate BRH, presenta Samuel in un’ inedita veste. Sulla sua uniforme in stile militare è ricamata una fitta serie di simboli geometrici ad alto potere evocatico, ognuno dei quali è associato ad uno specifico brano del disco. Questi ricami assumono il valore di un codice visivo con il quale rappresentare le emozioni ed i pensieri di Samuel.
Noi di Mydreamsabbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione e alla relativa live streaming performance.
Samuel ha cantato 5 brani, quelli più rappresentativi: Tra un anno, Cocoricò, Felicità, Quella sera e Bum Bum Bum. Poi è stata la volta delle domande.
L’album presenta una copertina molto iconografica. Perché?
Samuel: «È sempre difficile realizzare la copertina di un album perché essa dovrebbe rappresentare le numerose anime dei brani che lo compongono. Anche stavolta mi sono affidato a Marco Rainò che ha preferito delle forme geometriche come delle bandiere sottolineando il loro messaggio in codice. Per ciascun brano è stata disegnata una sorta di bandierina che poi è stata raggruppata insieme alle altre in una bandiera bianca più grande. A questo album ha collaborato un esercito di persone ma io non volevo usare il termine esercito. Ho preferito quelli di gruppo, brigata e ho scelto il colore bianco come un colore nitido,positivo. Ho indossato una giacca militare da parata e un colbacco che avevo acquistato a Reykiavik,la capitale dell’Islanda,durante un mio viaggio. Tutto l’insieme mi è piaciuto ma non volevo riferirmi alle culture centro-asiatiche».
Quando ripartirà il tour con i Subsonica? Farai un tour per promuovere anche quest’album?
Samuel: «Ho preso un impegno con il gruppo e lo manterrò. I fan hanno acquistato già i biglietti e non vedono l’ora di seguirci dal vivo. Tuttavia non sappiamo ancora cosa accadrà quest’estate e pertanto non so se potrò fare concerti per promuovere l’album. La nostra musica prevede gli assembramenti».
Come nasce la canzone Cocoricò?
Samuel: «Eravamo a Rimini, al Velvet con i Bluvertigo ed ho incontrato per la prima volta Colapesce e Nardelli. Subito siamo entrati in sintonia. È stata una serata speciale, abbiamo parlato tanto per conoscerci. È nata un’amicizia forte, sincera e la canone è il frutto di questa serata magica».
Come sono nati i brani Io e te e Felicità ?
Samuel: «Sono entrambe state scritte prima del lockdown. Oggi c’è un momento di grande incertezza per il futuro,la stessa sensazione di perdita che abbiamo avuto negli anni ’90. Entrambe le canoni raccontano questa sensazione. Nel primo brano siamo presi dal correre,dal fare e non ci accorgiamo dei dettagli, delle sfumature e pertanto avverti la necessità di dire a te stesso cosa ti piace veramente e cosa vuoi realizzare. Nel secondo brano, scritto a Roma un po’ di anni fa dove maggiormente si sentono le mie preferenze cantautori ali che vanno da De Andrè a De Gregori,noi pensiamo soltanto all’arrivo della felicità. Non ci accorgiamo che la sua ricerca è il momento migliore. Faccio un esempio. Quando hai 20 anni vuoi a tutti i costi raggiungere il successo ma oggi, anche per un fatto anagrafico, mi rendo conto che la felicità è in quel percorso per ottenere il successo. Quella è la felicità più grande».
Cosa ti ha dato la Torino negli anni dell’ hip hop?
Samuel:«Torino mi ha regalato tanti stimoli musicali. Sembra una città poco musicale ma io ricordo anche il periodo della break dance. A Torino sono successe cose incredibili. Ensi una volta ci ha fatto da spalla. Alle persone presenti faceva togliere gli oggetti che avevano in tasca e componeva versi rap che duravano a volte per 20 minuti. Pazzesco! Willie è un carissimo amico, un fratello. Ha saputo conciliare l’hip hop con il rap mentre io la musica cantautoriale con l’elettronica».
Quali consigli daresti ai tuoi amici per Sanremo?
Samuel: «Sono molto affezionato a Sanremo anche se il mio mondo musicale è distante da questa manifestazione canora. Sanremo è un palco che ti messe ansia. È un’esperienza allucinante perché devi proporre un solo pezzo, non hai la possibilità di scaldarti, di farti veramente ascoltare dal pubblico perché dietro le quinte c’è chi mangia un panino, chi parla,chi discute con un discografico…Nel 2017 mi mimetizzavo, non andavo nel mio camerino ma mi sedevo in fondo alla sala tra alcune poltrone vuote. In questo modo l’ansia e la pressione sparivano e sapevo anche poi come muovermi sul palco».
Sei cambiato emotivamente?
Samuel: «Si, sono molto cambiato. Ora ho capito le cose che non voglio. Ho riflettuto molto su me stesso ed ho messo a fuoco tante cose .Il brano Io e te fotografa questa mio cambiamento».
Come sono nate le canzoni Veramente e Palermo?
Samuel: «Veramente è un brano che ho composto dopo una gita in barca. Avevo parlato tanto di ecologia con un pescatore e poi gli avevo visto lanciare il mozzicone della sigaretta a mare. Questa cosa mi ha colpito e mi ha fatto riflettere sull’ipocrisia umana. Spesso diciamo una cosa ma ne facciamo un’altra. Palermo è frutto della conoscenza della città grazie ad un amore. È ricca di stratificazioni emotive, è una città che ti entra nel cuore e ti travolge. Vive di contraddizioni enormi ma è fiera, nobile, ribelle. Ringrazio Johnny Marsiglia , grande rapper palermitano, che mi ha supportato in questo brano».
Cosa troviamo di diverso nel Samuel di questo secondo album?
Samuel: «Non lo so. In quest’album ho fatto le cose di sempre ovvero scrivere».
I Subsonica hanno commentato il disco?
Samuel: «Non so se lo hanno ascoltato ma non credo perché uscirà il 22 gennaio. Non li vedo da marzo ma non temo il loro giudizio pur aspettando il loro parere».
Quale brano pensi che sia il più significativo dell’intera Brigata? Quali scritti durante la pandemia? Quale che si presta all’assembramento?
Samuel: «Bum Bum Bum è quello più tozzo, da ballare durante i concerti dal vivo. Nemmeno la luce è il mio brano preferito scritto durante la pandemia, credo di essere riuscito a mescolare cantautorato ed elettronica. È il sogno di un bambino che il giorno prima del Natale vuole vedere il regalo».
In che modo ti è utile il silenzio?Quanto ti è costato fare silenzio?
Samuel: «La musica è fatta di silenzi tra una nota e l’altra. Noi apprezziamo le note proprio grazie al silenzio. I silenzi costano ma permettono di fare luce in noi stessi. Questa pandemia è arrivata al momento giusto perché ci eravamo concentrati sull’effimero. C’è bisogno di qualcosa di nuovo, di potente,di riscrivere le nostre priorità».
Qual è il segreto della longevità dei Subsonica?
Samuel: «Ognuno di noi deve lasciare spazio agli altri. Ci siamo sforati di creare percorsi personali che ci permettessero di sviluppare la nostra creatività personale. La libertà e la voglia di sperimentare tengono uniti i Subsonica».