Da venerdì 12 febbraio sarà disponibile su tutte le principali piattaforme digitali Canzoni popolari, il nuovo Ep di Samuel Heron Costa su etichetta Polydor (Universal Music Italy). Ecco la tracklist: Zanzare, Me ne batto r’belin, Ragazzi popolari, Ubriaco (per davvero), Una bugia (feat. Danien), Nella pancia della balena (feat. The Kolors).
Il nuovo singolo Una bugia è «una lettera d’amore nei confronti dell’ansia, amica e compagna di molte nostre giornate. Molte volte non siamo in grado di cacciarla via,altre volte vorremmo che fosse con noi per darci quell’adrenalina che ci induce a dare il meglio».
Per i pochi che non lo conoscessero Samuel Heron Costa è un rapper ed ex breaker originario di La Spezia, classe ’91. Il suo nome d’arte è un omaggio a Gil Scott-Heron, poeta e musicista americano ritenuto tra i precursori dell’hip hop.
Nel 2016, insieme all’amico Mike 24 si trasferisce a Milano formando i Bushwaka, notati da Fedez e J-Ax ma l’anno dopo il duo si scioglie per la volontà manifestata da entrambi di intraprendere carriere individuali.
I brani di maggiore successo sono: Bella, Illegale, Odio tutti, Gang, Triste, Chissenefrega che ci offrono la prova che Samuel Heron Costa è un musicista poliedrico, versatile, talentuoso.
Le sue canzoni hanno avuto la particolarità di essere molto ballabili perché in passato hanno fuso sonorità dub (musica elettronica) e afrotrap, nata nelle banlieu francesi veri e propri crogiuoli di etnie diverse.
Con Una bugia e soprattutto con il brano in dialetto Me ne batto r’belin, Samuel Heron Costa dimostra un cambiamento artistico e personale come ci ha spiegato lui stesso durante la conferenza stampa di presentazione dell’Ep che noi di Mydreams abbiamo seguito.
Dice Samuel: «La mia direzione musicale arriva oggi alla canzone d’autore, abbracciando la cultura popolare della mia terra, la Liguria, e della mia infanzia. Ho trovato una grande difficoltà a scrivere il brano Una bugia. Non ero soddisfatto del risultato finale, l’ho riscritto ben quattro volte anche sotto forma di ballata. L’argomento principale è quello dell’ansia ,la stessa ansia che mi ha accompagnato durante la composizione del brano. Sapevo che dovevo fare qualcosa di importante, di diverso. È un brano molto combattuto e sembra quasi dedicato ad una donna. L’ho cantato e registrato un po’ di tempo fa e spero di esserci riuscito nel trasferire in esso la volontà di questo cambiamento che poi è apparso ancora più evidente nel brano in dialetto. Posso dire che tutto l’Ep ha avuto tre funzioni fondamentali: tirare fuori il mio nuovo istinto artistico, lo slegarsi da ciò che ero e mi sentivo prima, quasi una linea di passaggio tra il rap e la ricerca di nuove melodie più mature e infine un’apertura al nuovo, al futuro. Oggi voglio andare verso una direzione più cantautoriale anche se mi rendo conto che questo è rischioso. La mia ricerca si appunta su un gergo diverso che il limitato vocabolario del rap non mi consente di esplorare. La mia musica ora ha bisogno di parole semplici nate dalle mie radici liguri. La stessa musica popolare ha avuto su di me un effetto terapeutico e voglio dare valore nel tempo a ciò che faccio, a ciò che scrivo. Io vivo per la musica e sono condizionato da essa. Per il pezzo in dialetto mi assumo le mie responsabilità perché è la prova del mio cambiamento personale e di vita».
Dopo questa breve introduzione è stata la volta delle domande alle quali Samuel Heron Costa non si è sottratto.
Quanto oggi, le tue radici liguri,stanno influenzando il tuo modo di fare musica?
Samuel: «Certamente. Il vivere in una città come La Spezia con il mare, il porto ha segnato le esperienze fatte durante la mia infanzia. Poi ho allargato il mio sguardo e ho approfondito la musica cantautoriale ligure, in particolare De Andre’. Sono quasi scappato dalla mia piccola città per andare a Milano ma ora sono ritornato e mi sembra migliorata, più aperta alle novità. Ringrazio la mia città per avermi dato la forza di allontanarmi, di scoprire nuove realtà anche se ci stavo male da ragazzo. Oggi sono ritornato, come dicevo, e ho più rispetto verso di essa».
Rispetto ai brani precedenti della tua carriera pensi di essere più maturo, più scanzonato e leggero come traspare dal brano Nella pancia della balena con i Kolors?
Samuel: «È vero. Oggi cerco di alleggerire i testi e di renderli più fruibili. De Andre’ parlava de fenomeno della prostituzione con le ballate. Oggi sento in me questa leggerezza. Con i Kolors è stata una bellissima esperienza».
Nel brano Ubriaco (per davvero) dici: “Sono tempi duri per i sognatori”. È vero?
Samuel: «Credo di si. Oggi tutti sognano le stesse cose e spesso cose concrete tipo un ‘auto lussuosa, una vacanza da sogno. Prima si sognavano cose astratte, non materiali. Oggi io sogno di cambiare le cose che non mi stanno bene».
Quale brano dell’Ep ti rappresenta meglio?
Samuel: «Sicuramente il brano in dialetto perché è più iconico. Ma la Liguria fa da sfondo a tutti e 6 i brani proposti».
Questo tuo cambiamento è stato frutto di un lento processo o di un avvenimento che ti ha spinto a cambiare?
Samuel: «Direi un lento processo. Non so ancora come comunicare al mio pubblico questo cambiamento e farlo accettare».
Come è nata la tua collaborazione con Jacopo Et per il brano Zanzare?
Samuel: «Ho conosciuto Jacopo quando abitavo a Lambrate. È subito scattata una forte simpatia. Abbiamo scritto il ritornello di Zanzare e lui lo ha cantato anche nel disco».
Oggi tendi ad eliminare dal tuo nome d’arte Heron. Come mai?
Samuel: «I miei fan sanno che facevo riferimento al musicista americano Gil Scott Heron. Oggi il mio vero cognome Costa mi riporta alle mie origini liguri ed è frutto del cambiamento. Non rinnego la mia musica precedente ma voglio fare pulizia, essere diverso, un ritorno alle origini».
Come è il tuo rapporto con i social?
Samuel: «Molti artisti si sono dissociati dai social ed anch’io li uso soltanto per pubblicizzare la mia musica. Non voglio sentirne la pressione e se racconto già tutto sui social cosa resta? Oggi sono curioso anche di ascoltare gli altri e di confrontarmi con loro».