Nel mondo del pugilato si richiede ai praticanti di essere muniti di coraggio, forza e intelligenza, caratteristiche che non mancano a Salvatore Ruocco, classe 1982. L’attore, e dico attore poiché Ruocco ha abbandonato definitivamente la boxe, dimostra – a partire dal 2006 – di essere in grado di poter salire anche su un altro ring, quello del cinema e del teatro. La prova è Sotto la stessa Luna di Carlo Luglio, qualche anno dopo come protagonista al Teatro Parioli di Roma con L’opera di periferia di Pasquale De Cristofaro e successivamente con il film Gomorra di Matteo Garrone.
Il 2009 la sua interpretazione in Napoli Napoli Napoli, segna l’incontro con il regista Abel Ferrara. L’anno seguente viene chiamato per un cameo come guardia carceraria in Gorbaciof di Stefano Incerti. E ancora nel 2011 lo troviamo nel ruolo del capoclan in Là-bas – Educazione criminale di Guido Lombardi, l’anno dopo invece nel cortometraggio Ciro di Sergio e come protagonista nel pluri-premiato film L’intervallo di Leonardo Di Costanzo. Tutto questo a dimostrazione che, pur essendosi avvicinato in tarda età al mondo della recitazione, Salvtore Ruocco, non ha perso mai di vista il suo obiettivo, cercando con tutte le sue forze di rimanere in piedi sul suo ring.
Nel 2013 prende parte a Il ragioniere della mafia di Federico Rizzo in cui Ruocco veste i panni di Cicilia, un affiliato mafioso che si trova in America. Di recente lo abbiamo visto al cinema nel film Pasolini di Abel Ferrara, sugli ultimi giorni di vita di Pier Paolo Pasolini, che ha come protagonista Willem Dafoe e ancora in Take Five di Guido Lombardi.
Diversi i registi e gli attori con cui hai collaborato nel corso degli anni. Chi o cosa ti hanno insegnato?
«Tutti i registi con cui ho lavorato mi hanno insegnato qualcosa, dal regista Leonardo Di Costanzo ad Abel Ferrara a Guido Lombardi e tanti altri ancora. Da un regista cerco sempre di assorbire tutto, proprio come una spugna.»
Cosa puoi dirci del film di Abel Ferrara “Abel’s Grandfather” in cui interpreti il nonno del regista statunitense?
«Di Grandfather abbiamo girato qualcosa un po’ di anni fa. Poi ci sono stati dei cambiamenti di produzione. Si dovrebbero riprendere le riprese tra non molto. Non voglio dire molto al riguardo, per scaramanzia.»
Cosa ti ha insegnato Abel Ferrara?
«Abel è un genio della regia, ha creato diversi capolavori che sono rimasti nella storia del cinema come “Il cattivo tenente”, “Fratelli”, “The Funeral”, la lista è veramente lunga. Credo che lavorare con un cineasta come Ferrara sia una fortuna. Lui ti insegna ad essere te stesso, ad avere il controllo del proprio corpo. Poi sta a te contemplare sul set e farne oro quello che riesci a imparare. Mio nonno diceva sempre: “quando hai davanti qualcuno che ti può insegnare qualcosa, fatti il pacchetto e mettilo nel bagaglio della tua vita”.»
In quale occasione hai conosciuto Abel Ferrara?
«Ho conosciuto Abel durante i provini di “Napoli Napoli Napoli”, film in cui interpretai un un ruolo da protagonista in uno degli episodio del film, con Luca Lionello. Poi da lì mi ha scelto per Grandfather, un videoclip dei 99 posse e per “Pasolini”.»
Ma parliamo appunto del film “Pasolini”che racconta gli ultimi giorni di vita del grande scrittore ed intellettuale italiano, con protagonista Willem Dafoe…
«Pasolini è un film importante, che ha due mostri del cinema internazionale, Abel Ferrara alla regia, Willem Dafoe come protagonista. Il film racconta di un monumento della cultura del 900 Pier Paolo Pasolini. È un progetto cinematografico che vanta diversi cammei. In piccolo o in grande ha il suo valore farne parte, ma soprattutto è sempre una responsabilità per chi interpreta. Ho visto attori molto noti che pur di partecipare a questo film per dire anche una semplice battuta, avrebbero fatto di tutto. In “Pasolini” non c’erano ruoli adatti a me, essendo un film girato a Roma e in cui si parla per dialetto romano. Nonostante tutto, Abel mi ha voluto a tutti i costi. Il mio personaggio è quello di un deputato socialista in una scena tratta dal romanzo incompiuto di Pier Paolo Pasolini “Petrolio”.»
Ti abbiamo visto anche tra i protagonisti di “Take e Five”, fil di Guido Lombardi, uscito nelle sale i primi di ottobre …
«Take Five è un film che mi vede in una veste un po’ insolita. Nonostante nel film ci sia un match di boxe, ma di pugilato è solo metafora, il mio ruolo assume un comportamento totalmente diverso da come si presenta. La storia è di 5 rapinatori che hanno poco e niente in comune, ma pronti a tutto pur di arricchirsi. Più che ambire ad arricchirsi, per il mio personaggio la rapina diventa l’unico mezzo che ha disposizione per vincere, per essere qualcuno. Lui mira principalmente alla fama, ma conserva quel senso innato di giustizia che poi alla fine lo frega. Per interpretare questo ruolo ho dovuto perdere 7 kg, rasarmi i capelli, e ho dovuto lavorare tantissimo per cercare di tirar fuori quella fragilità-purezza, ironia ed ingenuità. Non è stato semplice.
Ci sono altri progetti in cantiere per il futuro?
«Dovrebbe uscire un film che si chiama “Ultima Fermata” di Giambattista Assanti, con Claudia Cardinale, in cui interpreto un capitano dei Carabinieri. “Face” di Maret Corinne, un progetto filmico girato a Parigi in cui sono protagonista. Sempre con Maret ho girato un cortometraggio che abbiamo presentato al Festiva di Cannes. Ci sono anche altri progetti in cantiere, ma meglio non svelare tutto.»