Salvatore Esposito, per la sua interpretazione di Genny Savastano, figlio del boss del clan in Gomorra- La serie è diventato famoso non solo in Italia. Nell’ultimo episodio abbiamo lasciato Genny stramazzato al suolo durante un agguato, ma sarà veramente morto? Salvatore Esposito non si è sbilanciato sulla sua prossima partecipazione alla serie, che abbiamo incontrato durante la presentazione del Gran galà della città di Napoli, Un mondo di solidarietà, a cui prenderà parte sabato 20 dicembre presso il teatro Mediterraneo alla mostra d’oltremare.
Grande successo di Gomorra la serie, vi aspettavate tutto questo clamore intorno?
«No, non ce l’aspettavamo. Quando abbiamo iniziato il progetto, sapevamo di partecipare a un grande progetto sia a livello artistico ma soprattutto a livello produttivo. Devo dire che Sky e Cattleya che sono i produttori della serie hanno fatto un grandissimo lavoro di preparazione, di scrittura, e, noi artisti, oltre duecento attori campani, abbiamo cercato di dare il nostro contributo.»
Com’è andata sul set, hai avuto delle difficoltà?
«Nessuna difficoltà sul set, assolutamente, no. Certo, comunque, i personaggi avevano una perplessità e una psicologia diversa dai soliti personaggi televisivi italiani, quindi, è stato un bel lavoro da attore.»
Vedi le serie tv straniere?
«Si, come Breaking bad, True detective o House of Cards, sono un fan sfegatato. E quando delle riviste internazionali, come Hollywood Reporter o the Guardian ci paragonano a queste serie internazionali, per me da napoletano, e per noi italiani deve essere solo ed esclusivamente un vanto artistico per quello che siamo riusciti a portare con Gomorra la serie.»
Questa è stata la tua vera prima prova di attore?
«Sì, con Gomorra è stata la mia prima prova importante, precedentemente avevo fatto solo un piccolo ruolo ne Il Clan dei Camorristi, è solo da quattro anni che ho iniziato a studiare recitazione.»
Perché hai voluto intraprendere questo mestiere?
«Ho sempre avuto questa passione, è difficile realizzarla, un po’ la crisi, un po’ per varie vicissitudini, però a ventiquattro anni mi sono deciso, e mi sono detto, adesso ci provo, tanto non mi costa nulla.»
Avete già letto il copione per la seconda stagione di Gomorra?
«No, non abbiamo letto nulla. Sappiamo solo che le riprese sono previste per i primi mesi del 2015. Ci toccherà aspettare.»
Ti abbiamo lasciato ferito o morto nell’ultimo episodio… vivrai?
«Boh, non si sa… forse…»
All’estero sei andato per la promozione di Gomorrah?
«All’estero siamo andati, e ci sono stati anche molti contatti. La serie è stata venduta in oltre cento Paesi, ha attirato l’attenzione di molti.»
Nel frattempo hai avuto altre proposte lavorative interessanti?
«Sì, ci sono altri progetti in ballo. Ora partecipo a questo progetto benefico a Napoli, Un mondo di solidarietà, poi sto collaborando con Amnesty International, per un’altra piccola iniziativa.»
Hai qualche desiderio professionale?
«Non proprio, spero e cercherò in tutta la mia carriera di fare cose di qualità e speriamo di riuscirci.»