Una delle meraviglie italiane, Sabina Guzzanti, sarà in scena, venerdì 27 e sabato 28 novembre, al Teatro Bellini con il suo nuovo spettacolo “Come ne venimmo fuori (proiezioni dal futuro)”, per la regia di Giorgio Gallione e le musiche originali Paolo Silvestri.
Questo monologo satirico esilarante arriva dopo il successo del film-documento #LaTrattativa, richiesto incessantemente per mesi e mesi dai cittadini italiani, che hanno preso in affitto personalmente le sale pur di proiettarlo, film che sta continuando a girare per i cinema italiani. Sabina Guzzanti, senza luoghi comuni e banalità, ha da sempre evidenziato le ipocrite e insulse contraddizioni dei nostri tempi, fin dalle sue prime apparizioni televisive, ma non si pone come un ayatollah di soluzioni delle mediocrità, ma come un arguto e realistico cantastorie.
Come ne venimmo fuori (proiezioni dal futuro). Qual è stata l’idea e il desiderio scatenante di scrivere questo “spettacolo”?
«Siamo ossessionati da discorsi economici, da quando è scoppiata la crisi. E c’è qualcosa che non torna, in questi discorsi, e nelle soluzioni proposte. Sembra che non ci sia alternativa alle soluzioni proposte e la cosa non mi ha mai convinta. Quindi, mi sono messa a studiare. Ho scoperto dei testi illuminanti. Mi sono emozionata trovando finalmente una quadra e trovando le parole per esprimere quello che non ero mai riuscita a dire riguardo le teorie sulla competitività, privatizzazioni, massimalizzazione del profitto, eccetera. Ho lasciato sedimentare questi concetti finché ho trovato il modo di smontarli con l’umorismo ed è nato lo spettacolo.»
Attraverso questo suo monologo, i suoi detrattori potrebbero tacciarla di presunzione, di poter risolvere la cocente mediocrità dei nostri tempi…
«Non credo, si tratta di una riflessione, non propongo soluzioni, cosa che i miei detrattori per altro fanno continuamente. Ci spiegano cosa si può e non si può dire, chi sarebbe secondo loro autorizzato a parlare e chi no.»
In questo spettacolo ha posto delle censure alle sue idee, poiché è stata già accusata di vilipendio e accusata per diffamazione…
«Ci mancherebbe altro. Non mi censuro mai e le cause le ho sempre vinte a parte quella della Carfagna. È uno strumento molto vile, quello della querela. Viene usato per gettare nell’angoscia anche le persone che dicono semplicemente la verità. Secondo me, la causa temeraria è una legge da fare assolutamente. Gruppi, imprese piene di soldi ti portano in tribunale anche se sanno di avere torto. A loro che hanno squadre di avvocati a libro paga, non costa nulla, mentre il singolo cittadino, anche se ha ragione, deve affrontare grosse spese e l’incertezza dell’esito, dato il funzionamento pessimo della giustizia.»
Apporterà qualche variazione allo spettacolo, dirà qualcosa sui tragici eventi parigini, e per la tensione che i terroristi hanno scatenato anche sugli italiani e non solo?
«Certo, aggiorno sempre lo spettacolo anche perché produco un Tg satirico per il web, il tgPorco, quindi seguo con attenzione le notizie e il modo in cui vengono date o vengono oscurate.»
Cosa scriverebbe la giornalista Lalla Lulli sul suo giornale Tutto e nulla, sullo spettacolo Come ne venimmo fuori?
«Si ricorda di Lalla Lulli, che emozione! La protagonista di Troppo Sole, un film visionario di tanti anni fa. Non so quanti conoscono questo personaggio. Era una giornalista milanese rampante dei primi anni 90, quando i concetti del marketing si imponevano al mondo civile e mi sembravano così fastidiosi che coglievo ogni occasione per sfottere chi li promuoveva.»
Cosa è successo ai suoi vecchi personaggi? Moana, Valeria, Mara la tossicodipendente, Suor Amnesia da Collegno e le altre esilaranti sue creature?
«Potrebbero sempre tornare, volendo. Ma è davvero cambiato tutto. La tossicodipendente per esempio era eroinomane. Oggi si fanno tutti di coca o droghe sintetiche. Quando andavo a scuola era pieno di eroinomani che si inventavano qualsiasi trucco per spillarti dei soldi. Mi sembrava che avessero in comune una certa sensibilità, erano poetiche spesso le loro considerazioni e i ragionamenti erano strampalati ma li stavo ad ascoltare con interesse. La suora cattivissima è stata oscurata dai preti pedofili e Moana… chissà quando ricapiterà una pornostar con tanta personalità. Però ci sono tanti personaggi nuovi, non c’è motivo di essere nostalgici. Il modo di far ridere si trova sempre, anche se col passare degli anni mi interessa sempre di più capire e ragionare oltre che ridere. E certi ragionamenti sono emozionanti come la risata.»