Rubens, voce significativa della black music italiana ha presentato da pochi mesi il suo primo disco: “Mai come ora”. Un album composto da sette brani prodotto da Fabio Miglietta dei Sud Sound System. Un lavoro in cui le sonorità si ispirano alla tradizione melodica italiana ma anche al british pop, al R&B americano e ai ritmi accattivanti del reggae. Un grande esordio per un nuovo talento salentino che attraverso le sue canzoni racconta in maniera semplice ed efficace temi scottanti e di grande attualità.
Quando è iniziato il tuo percorso artistico? Qual è stata la scintilla che ti ha fatto capire che nella vita volevi intraprendere questo particolare tipo di carriera?
«La scintilla l’ho avuta a 10-12 anni. Vidi suonare un bambino più piccolo di me: in un primo momento rimasi estasiato dal miracolo a cui stavo assistendo e poi, subito dopo, mi stupii di non aver mai avuto voglia di fare la stessa cosa. Fu la consapevolezza della meraviglia e del potere della musica a far iniziare il mio percorso, che ancora oggi prosegue tra vinili, tonnellate di carta e centinaia di penne.»
Come ci si sente ad aver lavorato con i Sud Sound System?
«Ho una sola parola: onorato! I Sud Sound System hanno fatto la storia e continuano a farla da oltre 20 anni. Sono inoltre orgoglioso del fatto che abbiano partecipato alla realizzazione del mio primo disco.»
Parliamo del tuo album “Mai come ora”: qual è stata la genesi di questo tuo disco d’esordio?
«Tutto è incominciato nel 2010 partecipando ad una compilation da loro prodotta. Con Terron Fabio abbiamo deciso di sviluppare i miei progetti e di racchiuderli in un disco. Dopo qualche sacrificio e un po’ di tempo siamo riusciti a creare “ Mai Come Ora”.»
Quali sono i tuoi punti di riferimento a livello artistico? A cosa ti sei ispirato per il tuo lavoro?
«Fortunatamente ho avuto molti esempi, tanti punti di riferimento a cui ispirarmi a partire dagli stessi Sud Sound System. Inoltre però sono un un patito di R&B, quindi era impossibile non essere influenzato dalle vibes degli artisti che dominano le classifiche mondiali del momento.»
Un’altra collaborazione importante all’interno del disco è sicuramente quella con Clementino. Com’è stata la tua esperienza con lui?
«È avvenuto tutto in modo molto naturale. Clemente è un ragazzo simpaticissimo, spontaneo e davvero molto creativo. Sarebbe stato praticamente impossibile non trovarsi a proprio agio con lui.»
Uno dei brani più intensi del tuo lavoro è sicuramente “Il mio cuore è libero”, puoi spiegare meglio come è venuto fuori?
«Mi sono ispirato ad un fatto realmente accaduto e ho descritto come potrebbe sentirsi e cosa vorrebbe una persona che ha perso la sua libertà. Alcuni dettagli non li ho specificati volutamente perché volevo che ognuno riuscisse a far proprio il significato di questo brano. Sono convinto che al giorno d’oggi si finisca in prigione anche psicologicamente: paure e angosce riescono ad incatenare anche le persone più sicure di sé. Molto spesso quindi l’uomo se non perde la libertà fisica, rischia comunque di perdere quella mentale.»
Negli ultimi anni la Puglia ha visto la sua consacrazione a livello artistico: da Caparezza agli stessi Sud Sound System. Cos’ha la tua terra che le altre non hanno? Qual è il vostro segreto? Tu, da artista, quale credi sia la vostra marcia in più?
«Credere che la mia terra sia più prolifica delle altre sarebbe da arroganti. Penso che stiamo attraversando un periodo propizio e fortunato dal punto di vista artistico. Mi permetto però un paragone un po’ da “spaccone”: credo che il Salento sia per i cantanti come il Brasile per i calciatori, è il nostro momento e chi ha raggiunto mete importanti è giusto che se le goda!»
Il primo importante obiettivo lo hai sicuramente raggiunto. E ora? Cosa ti aspetti dal prossimo futuro? Quali sono i progetti che vuoi realizzare? Cosa dobbiamo aspettarci?
«Per adesso promuovo il disco in giro per l’ Italia con i Sud Sound System, e poi in futuro mi piacerebbe provare a fare un secondo album.»