Il 12 dicembre 1992 su Videomusic va in onda la prima puntata del Roxy Bar, divenuto negli anni un vero e proprio programma di culto. Il format ideato e condotto da Red Ronnie ha avuto da sempre l’intento di unire le persone all’insegna dell’amore per la musica. Tantissimi sono gli artisti che si sono accomodati al tavolino del bar bolognese: grossi nomi della canzone italiana, ma anche star internazionali (da Robert Plant alle Spice Girl, dai Take That a Britney Spears ai Backstreet Boys ai Radiohead…) il tutto in un ambiente inusuale che si allontana di gran lunga da quelli che sono gli show musicali che siamo abituati a vedere in Italia. Un programma che per anni ha rivoluzionato l’ambiente musicale, vincendo per tre anni consecutivi il Telegatto e battendo il Festival di Sanremo e tutti gli altri programmi musicali. Dopo 13 anni, grazie alla forza dei sogni, Red Ronnie torna a condurre Roxy Bar sulla web tv Roxy Bar Tv (nata nel 2011 e attiva 24 ore su 24). Musica, arte, cultura, aspetti sociali sono stati gli ingredienti che da sempre hanno contraddistinto il Roxy Bar da altri format, proprio per questo motivo continuano ad essere il cuore di questa nuova edizione.
Il Roxy Bar torna a rivivere, un prodotto nato nel 1992 e dopo 13 anni è tornato su Roxy bar tv, una televisione web nata nel 2011…
«Il Roxy Bar 13 anni fa terminò perché un gioco politico ha fatto si che MTV occupasse le frequenze di TMC2. Fu cancellata un’intera cultura italiana musicale in un periodo in cui contemporaneamente la BMG tedesca comprava la casa Ricordi italiana, quindi da Rossini a Puccini a Battisti, e la Warner Bros America comprava la Fonit Cetra. Intorno al 2000 c’è stato uno scempio culturale clamoroso, questo per quanto riguarda la musica in Italia.
Il Roxy Bar è tornato poiché nel frattempo i media permettono una rivoluzione totale. La vera rivoluzione non è internet ma è il modo di come tu puoi usufruire di internet. L’ingresso dei tablet, degli smartphone ha fatto sì che oggi, tutte le informazioni di cui necessitiamo, anche la televisione, la radio, la musica, troviamo tutto in un click.
Il 12 dicembre del 2011 abbiamo aperto Roxy Bar Tv sulla piattaforma streamit. Fin da allora ci eravamo detti che il sogno sarebbe stato quello di aprire anche Roxy Bar. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo dello sponsor Golia, che ha creduto in questo progetto, e siamo partiti con un esperimento di dieci puntate. Le dieci puntate sono andate benissimo, in maniera impensabile tanto è vero che la Golia ha rinnovato per altre dodici. Siamo in onda grazie ad un connubio di forze che si sono unite.»
Roxy bar è un prodotto che non è mai andato fuori moda, anche a distanza di anni. Qual è il segreto?
«Roxy Bar nasce da una frase di Vasco Rossi che sintetizza il bar che avevo io nella campagna bolognese. Il bar della provincia o della montagna, un luogo molto particolare dove l’imprenditore che arriva in Ferrari all’interno del bar è uguale al disoccupato che arriva in bicicletta. A Roxy Bar l’artista emergente ha la stessa importanza di una star, questo per me è basilare, è sempre stato così. Il Roxy Bar non è mai andato fuori moda poiché è sempre stato mantenuto vivo, anche negli anni in cui non è andato in onda. Ho continuato a portare avanti il nome del format, realizzando per 4 anni dvd distribuiti in edicola del Roxy Bar. Ho continuato a lavorare facendo altre cose con la Tim, con Volkswagen, ho continuato a seguire gruppi emergenti, infatti, nel 2001 sono nati i Negramaro ed Erica Mou, insomma ho sempre dato spazio alla musica e alla cultura.»
Uno sguardo attento sempre ai giovani emergenti…a breve comincerà il Festival di Sanremo, cosa ne pensi degli artisti in gara?
«Non mi interessa. Ultimamente molti mi chiedono chi vincerà Sanremo. Ed io rispondo chiedendo se ricordano il vincitore dello scorso anno. Ben pochi sanno rispondere. Non m’interessa Sanremo, poiché è uno show televisivo, un po’ come anche i talent, non sono show musicali.»
Oggi è sempre più difficile per gli artisti emergenti farsi strada nel mondo della musica…credi ci sia un’alternativa?
«Il problema degli artisti emergenti è che non hanno un confronto. In radio non ci possono andare, in tv ci possono andare solo se partecipano ad un talent, nei locali non possono presentare i loro lavori poiché cercano solo cover, le case discografiche hanno demandato lo scouting ai talent show, quindi loro compongono le canzoni e le eseguono anche, ma nella loro cantina, e tutto questo a loro discapito poiché non hanno un confronto con l’esterno, non hanno consigli. Al Trofeo Roxy Bar del 2013 un gruppo emergente, i Desmond, presentarono un brano lunghissimo. In quel caso, in diretta televisiva, gli diedi il consiglio di accorciare la canzone. Alla fine mi hanno ascoltato ed hanno vinto il Trofeo Roxy Bar, questo per dimostrare quanto sia indispensabile un confronto, un contatto diretto con il pubblico, quanto siano fondamentali per un artista emergente le esibizioni live.»
Prima hai detto che i talent, come il Festival di Sanremo, non sono show musicali, ma solo televisivi. Diversi però sono gli artisti provenienti da questa realtà ospiti del tuo programma…
«Sono contro alle conseguenze negative dei talent, questo però non significa che se un artista vi partecipa io ci metto una bandiera gialla sopra come un appestato. Da questi format televisivi sono usciti degli artisti bravi, in particolar modo quelli che venivano già da un’esperienza musicale alle spalle. Emma Marrone, ad esempio, è una che si è esibita in diversi live prima di andare al talent, come lo stesso Noemy.»
Una vita per la musica. Una scelta che ha saputo darti moltissime soddisfazioni. Hai qualche rimpianto?
«Il mio rimpianto è stato quello di non essere riuscito ad intervistare Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison.»
Di Red Ronnie ce n’è uno solo, qual è il tuo segreto?
«Il mio segreto è quello di andare avanti verso l’ignoto. Andare verso quello in cui credi, senza aver paura di quello che possono dire o pensare gli altri. Essere cosciente di quella che è la tua visione. Molti mi dicono che sono stato fatto fuori, che non conto più nulla, ma non è così. Io ho scelto un cammino in cui alcune volte sei circondato da moltissime persone, altre volte invece ti ritrovi a percorrere un sentiero di montagna in mezzo ai rovi in cerca della giusta via. Sono delle scelte di vita. Se avessi scelto la strada piena di gente, probabilmente avrei perso lo scopo della mia vita, il mio sogno, il mio obiettivo, la mia missione»