Rosamaria Tempone, in arte “Rosmy”, fin da piccola è sempre stata al contatto diretto con la musica e la recitazione partecipando a svariati festival e rappresentazioni teatrali. Attrice in teatro e per il musical da più di vent’anni, ha avviato il suo progetto da cantautrice solista nel 2016, quando ha vinto il premio “Mia Martini “Nuove Proposte per l’Europa”. L’artista si distingue per il suo impegno di affrontare con la sua musica tematiche sociali. In attesa di ascoltare il primo lavoro discografico, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Rosmy.
Il prossimo 28 giugno terrai un concerto al Ronchi 78 di Milano. Cosa rappresentano per te le esibizioni live? Cosa proporrai sul palco?
«Il live per me è importantissimo, io nasco dai live già da quando ero molto piccola insieme ai miei fratelli “The Music Family”. E’ la possibilità di esprimersi, sperimentarsi e capire quali sono i tuoi punti di forza e il tuo modo di interagire con chi ti sta ascoltando. Il 28 Giugno sarò al Ronchi 78, luogo molto particolare e storico di Milano, dove hanno iniziato diversi artisti, e vorrei proporre un live che vi racconta cantando un po’ di me e del mio percorso artistico, a cui ho dato un titolo “cantautorando Rosmy”».
Hai lavorato come attrice in teatro e per il musical per oltre vent’anni. Come mai hai scelto la musica? Il teatro lo hai abbandonato del tutto?
«In realtà non sono 20 anni, forse troppi per la mia giovane età. Ho iniziato a fare Teatro all’età di 20 anni, con una compagnia di Roma, dove non solo recitavo ma cantavo brani popolari che ricercavo nei vari luoghi di percorso e soprattutto recupero di vecchie melodie da ri-arrangiare insieme ai musicisti. Quindi per me musica e teatro sono una cosa sola, due emozioni forti ma che possono convivere e credo che anche grazie a queste diverse esperienze posso dire di essere la personalità artista che sono».
La tua carriera da cantautrice solista ha inizio nel 2016. Come e quando nasce la tua passione per la musica?
«La mia passione per la musica è nel mio DNA, sono cresciuta nella musica da mio padre che cantava e suonava, ai miei fratelli con cui abbiamo un gruppo che ci ha visti suonare in tanti live nel sud Italia. Ho sempre scritto musica e testi musicali, già dai tempi del teatro, che come ho detto prima, ricercavo cose nuove che fossero parte di me, e spesso scrivevo in musica le mie emozioni ma stavo ancora cercando la mia vera natura e tutto rimaneva lì in un cassetto. E’ pur vero, però, che il 2016 può definirsi la data di inizio da cantautrice, grazie al mio ingresso in discografia con il brano “Tra Nuvole e Sole”, apprezzato per la sua originalità musicale e valenza sociale. Fui ispirata molto dagli attentati in Francia nel Novembre 2015, quasi un richiamo a quel brano che scrissi nel 2005 dopo l’’11 settembre dove nel ritornello scrivo evocando una città Europea “Da New York a Parigi tra nuvole e sole…”, capii che dovevo farmi sentire e decisi così di provare a farmi ascoltare».
Nello stesso anno hai ricevuto il Premio Mia Martini “Nuove Proposte per l’Europa 2016” e il Premio Speciale “Miglior brano radiofonico” con il brano “Un istante di noi”. Cosa ricordi di quel momento e cosa realmente ha significato questo riconoscimento?
Vincere un premio con un nome importante è stata un’emozione grande, che mi ha dato la possibilità di credere ancora di più nelle mie capacità di cantautrice vincendo il premio speciale “Miglior brano radiofonico” che di interpretazione vincendo il Premio Mia Martini. Non è stata solo una soddisfazione, si è rivelato anche un grande impegno personale, oltre che una bella possibilità di essere qualitativamente presente nella musica italiana emergente».
Nella tua musica affronti tematiche sociali, come il terrorismo, il bullismo. Nel brano “Inutilmente” affronti il fenomeno molto diffuso del “ghosting”. Cosa ti porta a trattare queste tematiche? Come nascono i tuoi brani?
«Solitamente non vado alla ricerca di un tema da trattare ma credo che nella musica non deve mai mancare il contatto diretta con la società, dove trovi quell’energia e quell’emozione giusta che ti porta a raccontare la vita e ciò che succede intorno a noi, e magari poter essere un conforto, un aiuto, o semplicemente un’emozione. Come diceva Eduardo “Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita”. Questo, per me, vale anche nella musica che ha il potere di raccontare e far arrivare nel modo più semplice qualsiasi messaggio».
Nel 2005 hai partecipato alle semifinali per le selezioni del Festival di Sanremo, pensi di proporti nuovamente?
«Sicuramente Sanremo è una grande e bellissima vetrina musicale e la mia esperienza nel 2005 fu ricca di emozioni, forse tutte insieme a una così giovane età, e mi fece capire che, in quel momento, forse, non ero ancora pronta e che dovevo studiare e capire pienamente la mia natura artistica, ad oggi non so se mi proporrei nuovamente, forse lo farò ma lo deciderà il mio istinto artistico».
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
«Amo la musica a 360 gradi perché amo ascoltarla tutta e in tutte le sue sfaccettature, ma da piccola ascoltavo molto Elisa, The Corrs, Alanise Morisette, amo molto quel pop anche un po’ folk, con un’attenzione alla musicalità particolare che prevede anche strumenti nuovi, ricercati e poi amo le vocalità libere, pulite, ma con modulazioni molto particolari».
A quando un album?
«Sto lavorando sul mio album e sarà di prossima pubblicazione. Quando credi in qualcosa, prima o poi arriva, ma proprio perché ci credi ti prendi il tempo giusto perché vuoi che, in quel momento, sia qualcosa di speciale».