Domenica 8 maggio su Raiuno andrà in onda, alle 21.25, in prima visione, il film “Rinascere” (coprodotto da Rai Fiction e Moviheart), con Alessio Boni e Giancarlo Commare, per la regia di Umberto Marino, che ne firma anche il soggetto e la sceneggiatura. Il film porta sul piccolo schermo la storia vera di Manuel Bortuzzo ed è tratto dal suo omonimo romanzo.
Manuel Bortuzzo è una promessa del nuoto, da poco si è trasferito a Roma per competere con i migliori rappresentanti della Nazionale Italiana e un giorno riesce a “fare il tempo” che lo porterà alle Olimpiadi. In piscina ha anche conosciuto Martina, una giovanissima atleta di nuoto sincronizzato. Con lei è amore prima vista: un amore romantico e totale. Hanno il primo appuntamento vero al compleanno di un’amica, ridono, flirtano, ballano per la prima volta un lento insieme.
I sogni finalmente si stanno realizzando. La vita del ragazzo cambia completamente poche ore dopo: il 2 febbraio 2019 rimane vittima innocente e inconsapevole di un regolamento di conti fra balordi. Due colpi di pistola indirizzati alla persona sbagliata. Non era lui il bersaglio. La corsa in ospedale e la diagnosi: lesione midollare completa. Una notizia terribile, Manuel non potrà più usare le gambe, ma se il proiettile lo avesse colpito dodici millimetri più in basso, avrebbe leso l’arteria addominale e in ospedale non ci sarebbe nemmeno arrivato.
Il giovane finisce su una sedia a rotelle. La sua carriera sembra finita e il sogno di partecipare alle Olimpiadi svanito per sempre. Per non abbattere parenti e amici Manuel si fa forza, ma piange quando è solo. Niente è più come prima, allontana anche Martina, accettando solo il sostegno del padre e di Alfonso, un ragazzo conosciuto in clinica riabilitativa. Alfonso è simpatico, solare, coinvolgente, nonché un vero esperto di carrozzina, in pochi giorni diventa un nuovo amico, uno che lo può capire veramente. Grazie ai social, Manuel conosce Davide un medico che ha subito la sua stessa lesione eppure è in piedi, sulle sue gambe.
Davide si trasforma in un mentore, gli fa ripetere alcune indagini e, attraverso una risonanza magnetica, scopre che un piccolo filamento midollare non è stato compromesso. Dopo la sofferenza, lo sconforto, la rabbia, il giovane atleta trova dentro di sé la forza di andare avanti e di rinascere. Cerca nuove sfide, trova nuovi interessi. Studia musica, partecipa a molti incontri, soprattutto con i giovani, per parlare dei problemi della disabilità. In questo lungo percorso per riappropriarsi della sua vita impara a conoscersi meglio, scoprendo di essere cambiato. Ma un sogno è rimasto per il prossimo futuro, poter riprendere a camminare e ballare ancora una volta con il suo amore.
«Rinascere – commenta il regista – è un film che parte da un libro, che a sua volta racconta una storia vera e contemporanea. Il protagonista è un ragazzo che ha saputo suscitare solidarietà e simpatia incarnando valori positivi e la speranza di farcela mentre il paese e il mondo erano immersi nelle paure della pandemia. Affrontando questa storia, già dalla scrittura, mi sono fatto guidare da alcune priorità morali ed estetiche. Manuel Bortuzzo e la sua famiglia non sono eredi di qualcuno di cui volevo raccontare la storia, loro vivono ora, nello stesso mondo in cui vivo io, quindi mi sono riproposto di trattarli con garbo e pudore, estraendo dalla loro vicenda quel che poteva essere importante anche per tutti noi. Il racconto di Bortuzzo, così come ce lo ha consegnato nel suo libro, ha un versante onirico e ho cercato di darne conto nei momenti più importanti del film. Le storie estreme ci propongono scene emotivamente coinvolgenti e mi sono riproposto, sul set e durante l’edizione, di restituire il pathos e il passo epico del racconto cercando di non cadere nell’enfasi retorica; in questo mi sono appoggiato a un cast sensibile e attento, che ha sposato le finalità del progetto e lo ha realizzato con arte e dedizione. Non so se siamo riusciti a realizzare un film che aiuti i nostri contemporanei a resistere e a sperare, so solo che ci abbiamo provato con tutto l’amore e il talento di cui siamo capaci».