Il giovane cantautore e polistrumentista Riky Anelli è in circolo con il suo nuovo singolo Svuota Tutto, il cui video del brano, apprezzatissimo, è stato riconosciuto con la vittoria al premio De Andrè 2013 della Targa Repubblica. Il video Svuota Tutto vede protagonista il Pinocchio collodiano, adulto e rappresentato in chiave goffa, una grande metafora di vita.
Una brillante personalità, impetuosa e di grande passionalità che sta trasportando con la sua musica una fascia di attenzione sempre più elevata. Riky Anelli è partito giovanissimo a muovere i primi passi nello scenario musicale imponendosi con audacia fino ad arrivare nel 2000, a soli 19 anni, all’Accademia di Sanremo che lo ha visto vincitore tra i 1400 partecipanti. Un’occasione che ha permesso al giovane artista di partecipare nel 2001al Festival di Sanremo come nuova proposta. Un trampolino di elevato riscontro che gli ha permesso di espandere le proprie doti giungendo fino in Francia e Germania. Oggi incontriamo Riky con un bagaglio esperienziale assai notevole insieme al suo altresì ruolo di Insegnante presso l’Accademia Musicale di Treviglio.
Riky il tuo nuovo singolo Svuota Tutto ha un segno rivoluzionario che troviamo immediato nel titolo “Svuota Tutto”, una chiara indicazione di riflessione al contesto politico e sociale del momento. In che modo si è sviluppato questo lavoro?
«Svuota tutto è nato in un tempo piccolo. La musica, il testo, l’arrangiamento sono quasi del tutto “buona la prima”. Succede quando hai degli ottimi collaboratori e se ti senti in perfetta sintonia con il tuo “io” interiore. Ho composto prima la musica, il riff mi è uscito per caso, un pomeriggio prima di un concerto. Stavo cambiando le corde alla bellissima Gibson j50 del 1953 di Marco Pedrazzetti, che è anche protagonista del video, quando venne fuori questo country. Pensavo di scartarlo, una cosa che non sopporto è scimmiottare gli americani. La sera però sulla strada per il locale vidi una miriade di cartelloni pubblicitari fluorescenti di svendite totali….tristemente attuale, pensai. Di notte completai il testo. Parole vicine a chi soffre per la mancanza di lavoro e per la povertà; uno sfottò ai potenti ed ai party mondani. La notte porta sempre qualcosa di buono.»
Il video vede protagonista il Pinocchio collodiano, adulto e rappresentato in chiave goffa, si tratta di una grande metafora di vita. Come è nata questa illuminazione?
«Ho sempre adorato l’interpretazione di Marco. Mi ha regalato una sua fotografia in formato 70×100 con la faccia truccata da Pinocchio; secondo me è esilarante. Il mio manager Francesco Matano, Pedrazzetti ed io ci siamo messi a sei mani a rivisitare la figura del burattino bugiardino in un contesto moderno e dopo un paio di bicchieri di buon amarone abbiamo girato le scene. Pinocchio adulto è sempre l’adorabile menzognero di una volta, solo che ora le bugie fanno male. Ce ne accorgiamo tutti i giorni. Non abbiamo ancora precisamente in testa come reagire ma siamo stanchi. Non è vero?»
Svuota tutto ha già ricevuto un importante riconoscimento con la vittoria al premio De Andrè 2013 della Targa Repubblica.it . Come descrivi emozionalmente questa soddisfazione?
«Toccante. Avevo il timore che la canzone non venisse capita o presa troppo alla leggera, invece è stato bellissimo. Oltretutto Fabrizio De Andrè, nel mio cuore, è in assoluto la più alta e spessa entità musicale italiana. Onorato.»
A breve partirà il tuo tour, quali sono le tappe scelte?
«Per cause di forza maggiore, al momento le tappe del tour sono concentrate nel Nord Italia ma spero ardentemente di spostarmi verso il centro ed il sud con l’uscita dell’intero album. Tutte le date sono pubblicate dall’ ufficio stampa e disponibili sulla mia pagina facebook e twitter.»
Riky tu hai mosso i primi passi nell’ambito musicale giovanissimo, giungendo nel 2001 sul palco dell’Ariston in qualità di nuova proposta. In che misura quell’importante esperienza ha inciso nella tua crescita di cantautore polistrumentista?
«E’ stato formativo. Mi ha fatto imparare un sacco di cose; mi ha insegnato come dosare la fiducia, a riconoscere “gli arrampicatori sociali” lontano un km. Soprattutto ha fatto luce su cosa non volevo fare e cosa non volevo diventare.»
L’idea per questo lavoro discografico di ispirarti a Pinocchio parte unicamente da un oggettivo accostamento metaforico tra il personaggio ed i segnali che viviamo politicamente nell’attuale segmento, oppure si cela anche un’affinità che ritrovi nella figura dell’intramontabile burattino?
«La prima che hai detto.»