Dal 6 maggio scorso è nelle sale cinematografiche, finalmente fruibili in sicurezza, il cinquantesimo lungometraggio di un regista, attore e sceneggiatore amatissimo in Europa, un po’ meno negli USA: Woody Allen. Il film si intitola Rifkin’s Festival ed è ambientato nella caliente Spagna, a San Sebastian.
Il protagonista è Mort Rifkin (Wallace Shawn), un uomo ebreo sulla sessantina, ex professore di arte cinematografica di New York che sta provando a scrivere un romanzo, sposato con l’ancora avvenente Sue (Gina Gershon), addetto stampa dell’attore-regista Philippe (Louis Garrel). Mort incontra per caso la dottoressa Jo Rojas (Elena Anaja) che vive un matrimonio tormentato come il suo con il marito Paco( Sergio Lopes).
In questo turbinio di coppia fatto di incertezze e dubbi, di nevrosi e di insicurezze aleggia la Morte, impersonata da Christoph Waltz.
Il film è colto e ben girato con ripetuti riferimenti al grande cinema europeo e omaggi a registi del calibro di Fellini, Bergman, Godard, Bunuel, Truffaut, Lelouch. Non a casa il direttore della fotografia è il tre volte premio Oscar Vittorio Storaro ,alla sua quarta collaborazione consecutiva con Woody Allen.
Nonostante la bravura di Wallace Shown, ennesimo alter ego del pluripremiato genio newyorchese, noi di Mydreams avremmo voluto la discesa in campo dello stesso Allen che avrebbe reso in modo ancora più pungente quella ironia sottile e ragionata alla quale ci ha abituati da tempo e che l’attore scelto rende in modo più bonario a partire dalla sua fisique du role tondeggiante e poco nevrotica.
Ottime invece la spocchiosità e la saccenteria dimostrate dall’attore francese del momento Louis Garrel che ha la pretesa di mettere fine al conflitto arabo-israeliano con il suo film di prossima uscita!
Le nevrosi e le insicurezze dell’istituzione matrimoniale si riversano nei dubbi e nelle incertezze dei personaggi che pertanto diventano universali e ci fanno tanto amare Woody Allen e sorridere delle sue fragilità.
Vi consigliamo la lettura della sua autobiografia dal titolo A proposito di niente, Ed. La Nave di Teseo, pagine 279.