Sorridente, gentile e sempre affascinante, l’attore statunitense Richard Gere, ospite del Giffoni Film Festival, incontra i giurati e saluta fotografi e giornalisti uno a uno. «Sono molto felice di essere qui a Giffoni – spiega Gere arrivato in Italia assieme a suo figlio Homer- ogni volta che mi capita di ricevere un invito in Italia, colgo a volo l’occasione. Sono onorato di essere ospite di un festival in cui si realizza una cosa importantissima: mettere in relazione i ragazzi di tutto il mondo, un elemento che avrà in futuro un impatto positivo per l’intero pianeta».
In questo periodo Gere è impegnato nelle riprese del film “Time Out of Mind” in cui interpreta il ruolo di un clochard: ha fatto il giro del mondo la curiosa notizia di una turista francese che per le strade di New York non solo non ha riconosciuto la star, ma gli ha anche offerto l’elemosina e Richard, ben calato nella parte dell’homeless, ha accettato con un sorriso. «”Time out of mind” andrà al festival di Toronto e poi spero a quello di Roma. La sceneggiatura originale è stata scritta 25 anni fa. Da allora possono essere cambiati dettagli ma i problemi interiori di quel mondo sono sempre gli stessi. Avevo avuto contatti con un’unica associazione di New York che si occupa della cura e dei diritti di queste persone, New York è l’unica città al mondo dove per legge ogni persona deve avere un posto dove dormire per la notte, gli deve essere dato un letto. Nel film abbiamo voluto rappresentare il processo di transizione per diventare homeless e tutta la burocrazia che ne consegue».
Nell’ambito dell’incontro con la stampa al Giffoni Film Festival, Gere, sulla violenza che attanaglia il mondo in questo periodo, afferma: «Mi ricordo molti anni fa l’insegnamento di un mio maestro giapponese zen che diceva che lui non prendeva una decisione finché non riusciva ad abbassare il numero di respiri a sette in un minuto. Con questo esercizio riusciva a controllare l’emotività e l’impulsività. Abbassare il numero dei respiri significa non reagire subito, non rimanere sulla superficie, andare più giù nella coscienza fino al punto di acquisire una razionalità più forte per capire che siamo tutt’uno con il resto dell’umanità. Non mi fido dei politici che reagiscono subito, creiamo gentilezza gli uni con gli altri, essere gentili è il punto di partenza».
Considerato dalla rivista People come una delle 50 persone più belle del mondo, pianista e compositore raffinato – suo l’assolo di pianoforte eseguito in “Pretty Woman”, film che ha catturato il cuore degli USA aggiudicandosi il People’s Choice Award per il miglior film – Richard ha saputo conquistare il pubblico di tutto il mondo con una variegata galleria di personaggi e film cult campioni di incassi al box office, dalla commedia al thriller. Sulle nuove produzioni cinematografiche dice: «la tipologia dei progetti filmici prodotti oggi, rispetto ai miei inizi è totalmente cambiata. Molti film da me interpretati sono stati prodotti dalla Paramount Pictures Studio, società che negli ultimi anni punta a produrre un cinema di azione che arriva ad un pubblico più trasversale, culturalmente parlando, mentre film di cui sono stato protagonista agli inizi della mia carriera, trattano tematiche più intimistiche. Per realizzare questo genere di film si girava per circa 50 giorni, oggi invece la maggior parte dei film vengono girati ad un budget inferiore e non più di 20 giorni di riprese.»
Richard Gere, nato a Filadelfia il 31 agosto 1949, sarà accanto a Judi Dench, Maggie Smith, Dev Patel, Bill Nighy in “The Best Exotic Marigold Hotel 2”, sequel del fortunato “Marigold Hotel” sempre ambientato in India, attualmente in post-produzione. Ad agosto invece uscirà negli USA “Henry & Me”, film di animazione in cui Gere presta la voce al protagonista, mentre nel 2015 è previsto l’arrivo nelle sale di “Franny”, un dramma scritto e diretto da Andrew Renzi che racconta la storia di un filantropo (interpretato da Gere) che si inserisce nel menage di una coppia appena sposata, nel tentativo di rivivere la sua vecchia vita.