«Non mi ricordo se c’era la luna/E né che occhi aveva il ragazzo/Ma mi ricordo quel sapore in gola/E l’odore del mare come uno schiaffo…» A Pa’ Brano dedicato a Pasolini di Francesco De Gregori e Lucio Dalla 1985
Il Teatro Mercadante di Napoli ospita fino al 25 febbraio Pa’, drammaturgia e regia di Marco Tullio Giordana con Luigi Lo Cascio e la partecipazione di Sebastien Halnaut, tratto da testi di Pier Paolo Pasolini. Lo spettacolo produzione TSV-Teatro Nazionale si avvale delle musiche di Andrea Rocca, dei costumi di Francesca Livia Sartori e delle scene di Giovanni Carluccio.
Ecco cosa scrive Marco Tullio Giordana: «Saremo in molti a chiederci anche dopo il centenario quanto attuale rimarrà di Pasolini, cosa sarà ancora vivo e cosa ingiallito, cosa ancora portabile e cosa riporre nell’armadio in attesa di ritornare in auge come modernariato. Non so dare a questa domanda una risposta se non con questo spettacolo ordito con Luigi Lo Cascio, da tanti anni prediletto compagno di ventura. Si tratta di una cernita nell’opus pasoliniano immenso che non ha certo l’ambizione di dire tutto né di fornire un quadro quanto mai abbozzato, ma di scegliere cosa abbiamo scoperto noi di indispensabile , al punto da riassumerlo nel vocativo con cui lo chiamavano i ragazzi: Pa’, per invitarlo a tirare due calci di pallone e chiedergli di fare una comparsata in un film. Lo spettacolo cerca di dar conto proprio di questa sua disperata attualità, senza preoccuparsi troppo di apparire parziale o arbitrario. D’altra parte ognuno ha il suo Pasolini e questo è il nostro». Gli fa eco Luigi Lo Cascio: «Pa’ è il vocativo con il quale lo chiamavano i ragazzi , una locuzione affettuosa che avvicina , un modo per entrare in relazione col suo mondo interiore e scoprirne i lati più bui e fragili».
Non è la prima volta che Marco Tulllio Giordana e Luigi Lo Cascio lavorano insieme. Il loro sodalizio ha regalato al cinema italiano Romanzo di una strage (2012) che narra le conseguenze della bomba esplosa alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre del 1969, Sanguepazzo (2008) nel quale Lo Cascio interpreta il ruolo di un partigiano, I cento passi (2000) con la magistrale interpretazione dell’attore palermitano nei panni di Peppino Impastato,La meglio gioventù il cui titolo rimanda ad una raccolta di poesie in friulano di Pier Paolo Pasolini pubblicata nel 1954 dall’ Editrice Sansoni con una dedica a Franco Contini. Inoltre il regista nel 1995 ha girato il film Pasolini, un delitto italiano che ricostruisce le vicende dell’omicidio e del processo. Chi meglio quindi di Giordana e Lo Cascio potevano rendere omaggio al grande Pasolini poeta, scrittore, regista, sceneggiatore e drammaturgo italiano e ripercorrerne la vita fino al tragico epilogo del 2 novembre 1975?
Pasolini entra sul palco dalla platea lentamente per andare alla sua scrivania sulla quale si intravedono libri e fogli sparsi e con un gesto della mano apre il sipario su un prato verde in declivio , un ameno luogo collinare immerso nella natura rischiarato dalla luce intermittente delle lucciole. É il paesaggio della sua infanzia non ancora contaminato dall’immondizia e dal degrado della periferia romana dove i reperti archeologici di un glorioso passato convivono con l’immondizia. Si toglie la giacca ,si stende sul prato e a poco a poco oggetti di vita quotidiana e un cumulo di rifiuti invadono la scena in modo da rendere l’intera scenografia una serie di varie suggestioni artistiche, cinematografiche e letterarie che scandiscono periodi ed avvenimenti della sua vita. In particolare nella drammaturgia viene menzionato l’episodio che costrinse Pasolini a lasciare il Friuli e a riparare a Roma e la morte di suo fratello Guido.
Lo spettacolo è tutto costruito sul corpo e sulla voce di Luigi Lo Cascio, un Pasolini solo e tormentato che si interroga sul senso della vita e della missione dell’essere umano. L’attore palermitano sa rendere in modo magistrale nel modulare la sua voce, ora profonda ora acuta, le ansie del passato nel flusso di un presente incerto e drammatico. Anche la rappresentazione della sua morte con la sagoma della vettura che cala dall’alto come un sudario costituisce un elemento importante per comprendere fino in fondo la poetica .
La nostalgia del passato si rende visibile e concreta e le profezie sul presente si rincorrono in un tempo vago , indefinito, sospeso. E molti ricordi vengono evocati attraverso la presenza-assenza dell’attore Sebastien Halnaut. Insomma lo spettacolo mette in scena gli aspetti più intimi e profondi di Pier Paolo Pasolini e la grande sensibilità di Luigi Lo Cascio ce lo restituisce ancora vivo e potente nelle sue provocazioni lucide e disperate.
Alla prima napoletana lunghi e calorosi applausi. Per approfondire la figura di Pier Paolo Pasolini vi consigliamo la lettura di: Pasolini. Il fantasma dell’Origine di Massimo Recalcati Ed. Feltrinelli 2022 e Caro Pier Paolo di Dacia Maraini Ed. Neri Pozza 2022 nonché qualche opera dello stesso Pasolini anche cinematografica.
Prossime tappe dello spettacolo Pa’: Dal 1 marzo al 3 marzo 2024 Caserta Teatro Comunale – Dal 5 al 10 marzo Roma Teatro Ambra Jovinelli – Dal 14 al 17 marzo Cesena Teatro Alessandro Bonci – Dal 20 al 22 marzo Genova Teatro Gustavo Modena.