“Crudo” è questo l’aggettivo più adatto nel raccontare, la sensazione che arriva al lettore leggendo le storie dei protagonisti del libro: “Un male purissimo” di Gennaro Marco Duello.
Siamo crudi e nascosti da una corazza che ci portiamo intorno sin da quando cominciamo a crescere, sin da quando le nostre vite iniziano a farsi contagiare da un male che vive nascosto nelle anime di chi ci circonda o di chi incontriamo per caso, e quel male inizia a sporcare anche le nostre di anime, che però proteggiamo bene dagli occhi giudicanti degli altri.
Il luogo principale in cui si svolge la storia, è il centro direzionale di Napoli, il quale rappresenta, all’insaputa dello stesso costruttore Kenzō Tange, la vita (vera o falsa che sia) che avviene sopra in mezzo ai mille uffici posti negli enormi palazzi, in contrapposizione con l’oscurità che sguazza silenziosa e pericolosa nei parcheggi sotterranei della struttura.
Nei personaggi Marzio, Antonio ed Enzo (che l’autore riesce a far vivere in una maniera totalmente realistica), vive questa eterna lotta, che da sempre si scontra nelle loro anime…anime che alla fine riemergono e schizzano fuori dai loro corpi!
Ma solo allora i protagonisti, scontrandosi con le proprie realtà, potranno fare i conti con il loro passato, le loro verità, e l’incapacità di accettare sé stessi.
Tutto avviene sullo sfondo di una Napoli nera che lotta per guarire ma presenta le sue vecchie ferite, in quell’eterno luogo dove il Vesuvio riesce a rovesciarsi e cambiare sempre il proprio volto.