Il 16 maggio scorso, a pochi giorni dalla famosa intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, dove la scrittrice sarda ci informava della sua malattia allo stadio terminale, è uscito l’ultimo libro di Michela Murgia dal titolo Tre ciotole-Rituali per un anno di crisi (Ed. Mondadori, Collana Strade blu, pag. 136).
Leggere questi racconti dopo pochi giorni dalla scomparsa dell’autrice, ha rappresentato per noi di Mydreams un privilegio ed un’occasione per approfondire le tematiche a lei care: la malattia, la morte, la famiglia, la genitorialità.
In un mondo esposto a sconvolgimenti repentini che richiedono da parte nostra una buona dose di permeabilità e cambi di prospettive, i libri di Michela Murgia rappresentano un punto di riferimento, una guida, un percorso alternativo, una base per attivare dialogo e confronto. Siamo certi che tutto il suo pensiero contenuto nei libri Il mondo deve sapere, Accabadora, Ave Mary, Chirù, Stai zitta, God Save the Qeer, solo per citarne qualcuno, costituirà oggetto di studio e di approfondimento negli anni a venire.
Anche Tre ciotole-Rituali per un anno di crisi si inserisce a pieno titolo in quest’ ottica. In poco più di un centinaio di pagine, attraverso dodici brevi racconti che si intersecano tra loro, si incontrano personaggi sprovvisti di nomi di battesimo le cui storie hanno respiro e profondità facendo scattare da subito empatia nei lettori. Tutti noi infatti e spesso siamo chiamati ad apportare un cambiamento radicale, significativo e necessario alla nostra vita quando dobbiamo elaborare un lutto, una malattia, una gravidanza, la fine di un legame, un fallimento, la pandemia ed innescare una sorta di rituale per superare crisi e conflitti e rinascere a vita nuova.
Il primo racconto dal titolo Espressione intraducibile è fortemente autobiografico. A una donna viene diagnosticato un tumore in fase terminale ai reni a cui lei dà il nome AM, espressione coreana che significa neoplasia. Il medico che la tiene in cura le fa notare che questo termine richiama per fonetica l’inglese I am ovvero Quello che ho è qualcosa che sono e pertanto la donna rinuncerà a vedere la malattia come altro da sé e svilupperà un trattato di non belligeranza con il suo male.
Nel secondo racconto dal titolo Il senso della nausea la protagonista mette in campo una strategia di sopravvivenza nell’assunzione del cibo, porzionandolo in tre ciotole, le stesse che danno titolo al libro.
Anche gli altri racconti ci presentano personaggi potenti ed indimenticabili: una donna che si innamora di una sagoma di cartone raffigurante un noto cantante coreano mentre un’altra, che odia i bambini presta il suo utero, un medico collezionista di soldatini ossessionato dalla pandemia, una donna che regala gli abiti di sua sorella morta agli amici che l’hanno conosciuta.
Tre ciotole-Rituali per un anno di crisi è un libro potente ed affascinante e dimostra ancora una volta che Michela Murgia ha una voce narrativa propria ed inconfondibile unita ad una capacità immaginativa nuova, forte, rivoluzionaria, non convenzionale.
Nella sua breve vita Michela Murgia ha sempre donato ai lettori punti di vista personali e critici sulla realtà che viviamo accompagnati da una grande onestà intellettuale permeata da impegno politico.
Il suo anticonformismo, la sua voce, la sua enorme capacità di scrittura ci mancano e ci mancheranno.
Siamo certi che Tre ciotole-Rituali per una anno di crisi non sarà il suo ultimo libro.
Tutti coloro che le sono stati accanto hanno infatti detto che lei abbia continuato a lavorare fino alla fine e che a breve saranno pubblicati i suoi ultimi scritti. Noi di Mydreams li attendiamo con impazienza.