“I gatti sono piccoli monumenti alla libertà” Ilide Carmignani
Il 16 aprile dello scorso anno si spegnava a Oviedo in Spagna, vittima del Coronavirus, lo scrittore cileno Luis Sepulveda, esploso in Italia con la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, pagine rese ancora più famose dal film di animazione La gabbianella e il gatto per la regia di Enzo D’Alò (1998).
La sua traduttrice italiana nonché amica Ilide Carmignani ne ha scritto la biografia sotto forma di favola raccontata ad un gatto colto e appassionato di nome Diderot, come uno dei redattori dell’Enciclopedia francese in pieno Illuminismo.
Ecco come l’autrice del libro Storia di Luis Sepulveda e del suo gatto Zorba, pag.206, Salani Edizioni, alla sua prima opera letteraria, ne spiega la genesi: «Davanti alla scrivania ho la foto di un uomo robusto con barba e capelli neri. Ha occhiali scuri, un giubbotto di pelle e sorride in mezzo a un fiume di pecore bianche…Quell’uomo mi ha tenuto compagnia per ventotto anni della mia vita. Ogni mattina mi sono seduta a tradurre le sue storie fino a sera, 25 libri, un buon numero di poesie, due sceneggiature e non so più quanti articoli che hanno dato il loro respiro, il loro colore alle mie giornate, un filo di parole così lungo da legare a lui per sempre quei pezzi del mio passato: figli che nascevano, genitori che morivano, gioie e dolori della mia vita. Una vecchia metafora sostiene che tradurre è come mettere i piedi nelle orme dell’altro ed è grande lo sforzo per misurare esattamente il passo perché sia di quella certa lunghezza…». (pag.197) Le fa eco la compagna dello scrittore cileno, Carmen Yanez Hidalgo soprannominata la Pelusa ovvero batuffolino: «Attraverso il genere della favola, creando personaggi ispirati alla grandissima intesa che aveva con la natura e con gli animali, Lucho ha esaltato i valori di cui era fatto per passare all’umanità i concetti etici della diversità, dell’uguaglianza, del rispetto dell’altro e della solidarietà. La sua posizione personale di uomo e di cittadino del mondo. Era quella la miniera della sua immaginazione». (pag.194)
E come in una favola che si rispetti il racconto della vita di Luis Sepulveda, per gli amici Lucho, inizia dalla sua nascita, dall’affetto dei nonni, dall’incontro fortunato appena adolescente con la donna che gli starà sempre accanto, i suoi primi passi da giornalista nella redazione del Clarìn, l’ iscrizione al partito comunista e la possibilità di frequentare la prestigiosa Università Lomonsov a Mosca. Ed ancora: l’elezione a presidente di Salvador Allende ed il golpe che lo costringerà all’esilio dopo essere stato prigioniero del dittatore Pinochet, il suo impegno da marinaio sulle navi arcobaleno di Greenpace tanto da tenere al collo una piccola balena d’argento , la lunga esperienza in Amazzonia per preservare la cultura degli indios shuar, fino ad arrivare ad Amburgo e ambientarvi la storia che lo ha reso famoso ovvero quella della gabbianella e il gatto che le insegnò a volare.
La sua vita avventurosa, piena, intensa e incandescente come l’ha definita lo stesso Sepulveda pulsa con i suoi entusiasmi e la sua profonda coerenza dalle pagine del libro che lo celebrano con dedizione e amicizia. Il lettore scopre a mano a mano non solo lo scrittore ma l’uomo Sepulveda e ne condivide gli ideali e la passione civile. Un libro da leggere e da far leggere, corredato da numerose foto che scandiscono i momenti salienti della vita di questo grande scrittore visionario, amante della buona tavola racchiusa in un piatto di asado.
Napoli, nel marzo del 2020,attendeva con ansia l’arrivo di Luis Sepulveda, ospite d’onore alla Fiera del Libro. Il grande scrittore avrebbe dovuto tenere anche una conferenza presso il celebre Palazzo Zevallos, sede del museo di Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. Noi di Mydreams ci eravamo anche prenotati pensando di portare con noi alcune sue opere per farle autografare a partire dalla prima raccolta di poesie dal titolo Crepuscolario della tristezza, l’immancabile Gabbianella, il suo primo racconto Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, anche questo trasposto in un film per la regia di Rolf de Heer con Richard Dreyfuss (2011) e l’ultimo la Storia di una balena bianca raccontata da lei stess .Ma il Covid-19 non ce l’ha consentito. La notizia della sua scomparsa ci ha colti di sorpresa e ci ha intristiti. Chissà quante altre belle favole avrebbe raccontato al pari di un moderno Esopo o di Fedro privilegiando nella sua narrazione il mare dalle onde increspate di bianco o i paesaggi fatati della Patagonia o il porto di Amburgo ricco di suoni e di luci.
Vi trascriviamo una breve poesia dedicata a Lucho da sua moglie Carmen dal titolo Poesia ingenua che si trova a mò di dedica nelle prime pagine del libro della Carmignani:
No, non c’è.
Non viene.
Sono arrivati gli altri
Ma lui non è tornato.
Ha lasciato qui il suo coltellino,
La sua piccola balena, ricordo di Greenpace,
La penna e la Moleskine.
Se n’è andato senza nulla.
Uno stormo di storni
Se l’è portato via.
Dove è andato?
Non è serio morire,
Accidenti!
Allora non se ne è andato davvero.
Gioca di nuovo a confondermi
Con la finzione e la realtà
E ora è il protagonista
Invisibile di un racconto.
E’una pagina gialla di seta
O un racconto scritto a mano,
Un bandonèon dietro la tristezza.
Si stancherà uno di questi giorni
Di vagare con lo sguardo assente,
Senza meta
Illuminato da lampioni di lune tonde
Cercando i giorni perduti
E verrà finalmente
Dal lato ingenuo della mia pena.
E mi dirà sorridendo: vieni qua, sciocchina!
Leggimi la tua ultima poesia…