E Maurizio de Giovanni non delude neppure stavolta affrontando il sesto, atteso capitolo delle avventure che vedono protagonista Sara Morozzi, una donna che vuole passare inosservata, capace di celare un’occulta bellezza da donna invisibile.
Il noir di gran fascino ed atmosfera si intitola Sorelle (pag.255, Ed. Rizzoli).
Dal giorno in cui non le risponde ad un messaggio, Sara si convince che la sua amica-sorella Teresa Pandolfi, detta Bionda, è in pericolo di vita.
Ecco come ce le descrive l’autore: «La Bionda e la Mora non avrebbero potuto essere più diverse. Bionda alta e flessuosa, esibiva un trucco leggero che esaltava gli occhi e le scavava le guance, conferendole un’aria rapace. Mora, invece, era intabarrata in una sformata tuta da casa e aveva raccolto i capelli grigi in una crocchia, trattenendoli con una matita. Sulla pelle non c’era traccia di cosmetici». E se gli opposti si attraggono le due donne sono legate indissolubilmente , condividono la passione per il lavoro e la profezia di Massimiliano Tamburi , il fondatore dell’Unità e possessore di un archivio personale riguardante misteri e casi irrisolti: «Avrete ferite, sangue, rabbia e dolore ma siete qualcosa di unico. Voi siete sorelle».
Da subito Sara percepisce che sarà una corsa contro il tempo e che per la liberazione di Teresa questa volta dovrà non solo fare affidamento sugli amici di sempre ma scovare negli archivi e nella memoria tutto quello che potrà essere utile come merce di scambio.
Sara sa che Teresa è in pericolo e dovrà affinare il suo talento che è quello di leggere il linguaggio del corpo e chiamare all’appello tutte le risorse disponibili e i ricordi del passato.
Accanto a Sara ritroviamo sua nuora Viola valente fotoreporter ed asso dell’informatica, il baffuto , disordinato ed impacciato ispettore di polizia Davide Pardo con il suo monumentale cane Boris e l’ex agente ormai cieco Andrea Catapano che custodisce ricordi che fanno male e segreti inconfessabili.
Le domande si affollano nella mente di Sara e dei lettori: perché Teresa è stata rapita e da chi? Dove la tengono prigioniera? A chi mai avrà potuto consegnare alcuni documenti compromettenti che costituiscono una sorta di assicurazione per la vita?
Con frequenti feedback illuminati da ricordi anche dolorosi, Sara ne verrà a capo.
Come spesso accade negli scritti di Maurizio de Giovanni, non è tanto la conclusione quella che sorprende i lettori, ma l’insieme dei sentimenti che sottendono alle vicende narrate, come tessere colorate di un mosaico prezioso e variegato che vede protagoniste soprattutto le figure femminili. Ed è singolare che uno scrittore sappia descrivere con dovizia di particolari e sensibilità l’universo delle donne. Sara, Teresa, Viola, Rachele, Ana e persino la signorina Bianco e suor Angela le abbiamo realmente incontrate almeno una volta nella nostra vita regalandoci sguardi ed emozioni.
Noi lettori avremmo voluto forse che il dialogo conclusivo tra la Bionda e la Mora fosse stato più lungo, denso e articolato anche perché si trova quasi al termine del libro dal quale non vorremmo separarci. Ma si sa, tra sorelle bastano poche parole, uno sguardo e forse una carezza.