«Questa lettera ha inizio d’estate, l’estate dei tuoi quattro anni. Quando le mie paure si sono schiuse davanti alle immagini di una strage. Poco dopo la Terra ha cominciato a tremare. E anche io sono stata contagiata da quel tremore, perché l’ho avvertito dentro di te. Queste parole sono rivolte al tuo sguardo rotondo, pieno di fiducia,bisognoso di un poi».
Queste parole che fanno da esergo costituiscono la prima pagina del bel libro di Simona Sparaco dal titolo Sono cose da grandi (Ed. Einaudi, Collana Stile Libero Big, pag.98). Esse vengono rivolte a Diego, un tenero bimbo di quattro anni subito dopo che dal televisore acceso scorrono le immagini dell’attentato terroristico sulla Promenade des Anglais a Nizza nel 2016.
Da quel preciso momento scatta nella scrittrice come in ogni mamma, l’urgenza di proteggere ancora di più il proprio bambino dalla paura, dagli incubi notturni, dal male e dalla violenza e di porsi le eterne domande sul modo di educarlo.
La fatidica frase sono cose da grandi non funziona più ed inizia un bellissimo dialogo con il proprio bambino fatto di dolcezza e complicità tra barattoli che contengono insetti, scatole magiche ricche di sogni, desideri e progetti, verità ed illusioni. Bisogna però diffidare di quelle ermetiche, blindate, che ignorano la bellezza dello scambio. E tanti giochi tra i quali spicca quello dell’acquario dove il tempo si ferma e il mondo smette di far rumore ed esiste soltanto la nostra realtà fatta di pesci e di bollicine ed ancora le passeggiate, le visite ai nonni, l’asilo e il rapportarsi con gli altri bambini mentre la preoccupazione principale della madre è quella di consegnare suo figlio al mondo.
«Dentro ogni madre c’è anche una bambina che piange e tu la puoi sorprendere quando diventa violenta ed aggressiva e dice che non ce la fa più», avverte la scrittrice.
Dialogando con il bambino, la madre prende coscienza delle proprie paure imparando a dosarle perché se il topolino non avesse un po’ di paura il gatto lo mangerebbe.
Il terrore pietrifica mentre la paura deve essere ascoltata e compresa perché serve e aiuta a vivere.
Diego ha una madre attenta e sollecita ai suoi bisogni. Gli fanno compagnia: il cagnolino Babù, l’orsetto bianco Bibi e l’auto Pappamolla che gli fa l’occhiolino prima di accoglierlo sul sedile posteriore.
Diego è un bambino attento e curioso e spesso fa domande su argomenti difficili ma la madre riesce sempre a dargli risposte soddisfacenti e adeguate alla sua età.
Diego spesso si diverte con le lettere dell’alfabeto e la madre scopre che nel suo nome ci sono i termini: Dio ed Ego. «C’è la dualità che fa parte della vita, che farà parte anche della tua. Due parole così diverse che l’umanità ha rivestito nei secoli di molteplici significati, tanto che accostarle sembra quasi un invito a riflettere». E subito fa capolino la domanda della scrittrice: «Quale sarà da adulto, il tuo rapporto con queste parole?».
Sono cose da grandi è un libro fatto di tenerezza e dolcezza, di giochi e di storie vere come solo quelle nate dalla fantasia di una madre possono essere.
Bisogna crescere i figli attraverso i loro stessi errori e lasciare un’impronta di noi che sopravviva alla nostra assenza: «Nulla è eterno ma se impari a viverlo intensamente, nel ricordo può diventarlo».
Un genitore deve accompagnare suo figlio nelle fasi della crescita offrendogli sempre il suo sostegno: questo è il grande spunto di riflessione che Simona Sparaco offre ai lettori.
Sono cose da grandi è un bel libro e noi di Mydreams ve lo consigliamo caldamente.