«Per me l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, ma è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo. Altrimenti perde il suo significato e diventa incoscienza». Giovanni Falcone
L’ultima fatica letteraria di Roberto Saviano è il romanzo Solo è il coraggio dedicato, nel trentennale della strage di Capaci, al giudice Giovanni Falcone, Ed. Bompiani, Collana Narratori italiani, pag.582.
Il ritratto del giudice ucciso insieme agli uomini della sua scorta e alla moglie Francesca Morvillo nel 1992, scelto per la copertina ha un forte valore simbolico. Si tratta del murale È tempo di andare avanti che lo street artist palermitano TVBOY ha donato il 23 maggio 2021 alla Fondazione Giovanni Falcone per la propria sede, un luogo di mafia trasformato in luogo di legalità.
La narrazione parte da un’esplosione che avviene a Corleone nel 1943. Un giovanissimo Totò Riina assiste alla morte dei suoi familiari intenti a disinnescare una bomba alleata e prosegue tracciando la vita ed il coraggio di un giovane magistrato che inizia una sua battaglia personale contro l’ illegalità e le organizzazioni malavitose intuendone la complessità, le ramificazioni, la connivenza ,il potere dandole anche un nome: Cosa Nostra.
In 75 capitoli brevi viene narrata in modo minuzioso e documentato la vita di un uomo che è assurto a simbolo della lotta contro la mafia suo malgrado. Ma Roberto Saviano non vuole raccontarci di un eroe o di un martire ma mettere a fuoco quelle doti di perseveranza e lungimiranza di un uomo che hanno dato il via ad una presa di coscienza della lotta contro un’istituzione che affossa l’economia, che stringe nelle sue spire qualsiasi possibilità di cambiamento, che favorisce la paura e l’omertà. Roberto Saviano ci descrive un uomo con i suoi dubbi, le sue incertezze, il suo carico di paura e di dolore che resiste a tutti gli eventi in nome di un alto ideale ovvero la lotta a Cosa Nostra dimostrandone addirittura l’esistenza e la pericolosità quando tutti, Stato compreso, ne sottovalutavano gli effetti. In poco tempo, credendo fortemente nella necessità del suo lavoro, istruisce, con la collaborazione dei suoi colleghi, primo fra tutti Paolo Borsellino e i pentiti Buscetta e Contorno nel 1985, il famoso Maxi processo con ben 475 imputati.
Giovanni Falcone è il primo magistrato a comprendere la psicologia di Cosa Nostra, i suoi rituali religiosi, il suo apparato verticistico, la sua velenosità. Per la prima volta, grazie alle sue indagini, si riesce a far luce sui traffici finanziari anche oltreoceano e a svelare i legami con la politica.
Egli diventa un uomo ed un magistrato scomodo e inviso a coloro che vogliono che le cose non cambino. La serie di omicidi che ha preceduto la strage di Capaci non è riuscita neppure a scalfire il prestigio di Cosa Nostra. Le morti di Cesare Terranova, Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Carlo Alberto dalla Chiesa, Ninni Cassarà e tanti altri sembrano vane fino a quando Falcone dimostra che la mafia esiste ed è un sistema altamente organizzato, che la mafia va combattuta credendo nello Stato e nella Giustizia, informando e formando le nuove generazioni. Tuttavia Giovanni Falcone è consapevole di essere un uomo solo, minacciato, mal visto, isolato dagli stessi colleghi per la sua notorietà. Ecco perché solo è il coraggio.
Leggendo il libro si viene catapultati nel clima aspro di quegli anni e risuona la voce della moglie dell’agente Vito Schifani durante i funerali: «Io vi perdono, però dovete mettervi in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare. Ma loro non cambiano…loro non vogliono cambiare».
Solo è il coraggio ci racconta di uomo che non possiamo dimenticare e di un periodo storico con il quale dobbiamo ancora fare i conti. Un libro da leggere e da far leggere alle nuove generazioni come pure Cose di Cosa Nostra dello stesso Giovanni Falcone con Marcelle Padovani (1991)
L’appuntamento con Roberto Saviano è per domani, 13 maggio alle ore 18.00 c/o FOQUS Via Portacarrese a Montecalvario 69.