Settembre nero di Sandro Veronesi (pag.290, Ed.La nave di Teseo, Collana Oceani), racconta in prima persona le vicende del dodicenne Gigio Bellandi, durante l’estate del 1972, a Fiumetto, in Versilia.
L’io narrante ha superato i sessant’anni e da subito i lettori vengono informati della bellissima vacanza trascorsa da Gigio con la sua famiglia composta dal padre Augusto avvocato e proprietario della barca Tivatù, la madre Elizabeth O’ Nety ma per tutti Betty di origini irlandesi e sua sorella Gilda che ne ha ereditato il rutilismo. Accanto a loro gravitano altri personaggi: lo zio Giotti ovvero Ricciotti Birindelli, misterioso e saggio che ha vissuto in America per un lungo periodo e i vicini di ombrellone: Lucido Raimondi, titolare di un’importante azienda di lavorazione del marmo a Pietrasanta, sua moglie di origine etiope Mesy e la loro figlia Astel dalle treccine nere come onice nera ,la prima cotta del protagonista.
Il passaggio di Gigio dalla pubertà alla preadolescenza è particolarmente drammatico e il Luigi adulto, ormai sposato con Emma e con tre figli a carico, ne sottolinea i timori e le paure con il loro carico di dolore e disperazione tanto da fargli dire:” Durante l’estate dei miei dodici anni quel me stesso così esteso si ridusse bruscamente e il mondo così terso ed intero che lo conteneva si sqarciò come il velo del tempio”. Infatti la storia personale di Gigio si confonde e si immerge nelle atmosfere degli anni ’70 attraverso la rievocazione delle vittorie del ciclista belga Eddy Merckx su Felice Gimondi, le musiche di David Bowie , dei Pink Floyd e di Cat Stevens, l’omicidio del piccolo Ermanno Lavorini e la strage avvenuta tra il 5 e il 6 settembre a seguito dell’irruzione nel villaggio olimpico di terroristi palestinesi e del sequestro della rappresentativa israeliana a Monaco di Baviera.
Sandro Veronesi ha presentato il suo romanzo a Napoli in occasione della terza edizione del Campania Libri Festival e noi di Mydreams lo abbiamo ascoltato con crescente interesse dal momento che ne ha svelato la genesi e molte curiosità.
Il noto scrittore fiorentino autore di Caos calmo e Colibrì ha detto: «Il protagonista di questo mio ultimo romanzo è il dodicenne Gigio Bellandi e due sconvolgimenti si abbattono sulla sua vita durante una villeggiatura in Versilia nel lontano 1972. Il primo è la scoperta del mondo intorno a sé, una specie di fioritura da bambino a ragazzo. In quegli anni c’erano degli accessi al mondo riservati soltanto ai ragazzi che chiudevano fuori gli adulti dando loro un senso di autonomia. Essi erano: la musica, i fumetti, i libri, il cinema. Astel lo trascina in questa dimensione e Gigio scopre di valere qualcosa ai suoi occhi anche perché traduce in italiano per questa ragazza i testi delle canzoni allora in voga, conoscendo discretamente la lingua inglese dal momento che sua madre Betty era nata a Dublino e parlava con lui e con la sorella in inglese. Il secondo è la fine brusca ed irreversibile di tutto questo alla fine dell’estate che coincide con la strage di Settembre nero che dà il titolo al romanzo. Luigi ormai sessantenne vuole dire al lettore che lui ce l’ha fatta ed è ancora lì con i suoi ricordi, a risanare le sue ferite e ad andare oltre. Spesso mi chiedono quanto ci sia di me nei personaggi dei miei libri. Posso dire che c’è molto di me in Gigio Bellandi enfatizzando per esempio una caratteristica che avevo anche io ovvero la lettura degli almanacchi sportivi e per Linus, la raccolta di figurine, l’ascolto della musica con il mangiadischi.
In Settembre nero c’è anche la presenza di ruoli femminili molto particolari ed articolati incominciando dalle due madri ovvero quella di Gigio e quella di Astel, la prima con i suoi grandi occhi verdi, i capelli rossicci e la pelle bianchissima, l’altra etiope dalla pelle ambrata e dai capelli crespi. Nell’Italia degli anni ’70 credo che non ci sia stato il razzismo come lo intendiamo noi adesso. Una certa ostilità era riservata a quelli del Sud che si trasferivano al Nord in cerca di lavoro. Poi come sappiamo le cose sono precipitate. Volutamente in questo romanzo non ho parlato dell’attualità ma nel libro non c’è alcun riferimento alla nostalgia visto che il passato è stato vissuto dal protagonista».
Settembre nero merita di essere letto perché è un romanzo di formazione e di fioritura e perché ricostruisce con attenzione maniacale uno spaccato della vita degli anni ’70 di cui faremmo bene a ricordare gli avvenimenti salienti ricordando il monito vichiano dei corsi e ricorsi storici.