Non c’è due senza tre e la milanese Veronica Pivetti, attrice, regista, doppiatrice e conduttrice televisiva e radiofonica non si sottrae a questo adagio, pubblicando il suo terzo romanzo dal titolo Per sole donne, Ed. Mondadori, pag. 245.
In un’intervista rilasciata a Emilia Costantini per il Corriere della Sera, così l’autrice spiega la genesi del romanzo: «È un romanzo spudorato, con un linguaggio esplicito e a 54 anni mi tolgo lo sfizio di raccontare dal punto di vista femminile, il sesso con parole mie…Quando una donna tocca il traguardo dei 50 anni, viene in mente solo la menopausa, il crolla del desiderio e toccare l’argomento sesso è un tabù…Ho parlato anche dell’omosessualità femminile. Nella nostra società omofoba si dà più spazio ai gay che alle lesbiche. L’omosessualità maschile è più accettata di quella femminile che resta più nascosta per il fatto che la donna viene vista soprattutto nel ruolo di moglie e madre».
Le protagoniste sono cinque attempate signore: Benedetta, Rosaria, Martina e Tonia, capitanate da Adelaide che sparano le loro ultime cartucce a ridosso dell’incipiente menopausa vantando una spensieratezza da eterne adolescenti, un presunto fascino femminile da intellettuali da strapazzo condito da una visione cruda e disincantata della realtà nel raccontare nei minimi dettagli le loro vicende erotiche senza pudore e senza pregiudizi di sorta, intessendo anche tra loro delle relazioni sessuali ridicole ed improbabili. Personaggio non marginale delle vicende narrate è Fabiola, la madre di Adelaide che sebbene abbia un inizio di demenza senile, pur di stare al passo con i tempi elargisce consigli immaginando la frenetica vita sessuale della figliola, cresciuta a suo parere senza i condizionamenti della morale borghese.
I pochi uomini che compaiono nel romanzo sono grotteschi, con reazioni infantili ed immature e ne escono perdenti.
Andrea, il marito di Adelaide che la tradisce con la ventenne di nome Susy, un’influencer di mezza tacca con un vistoso piercing sulla lingua, non sa affrontare la vita matrimoniale con piglio deciso e autorevole. Basti pensare che lasciato dalla moglie si rifugia piagnucolante dalla suocera per essere consolato. Lorenzo, maturo chirurgo plastico e amante di Adelaide, soprannominato dalle sue amiche il Trivella per le capacità amatorie dovute alle dimensioni improbabili del suo organo riproduttivo e dalla capacità di spruzzare liquido seminale ovunque, è la caricatura del latin lover che rimorchia una donna nella toilette di un treno in corsa per fare sesso orale. E lo stesso padre di Adelaide si rintana in camera, con un giornale sempre aperto e resta quasi muto di fronte alle sollecitazioni verbali della moglie Fabiola come se tutti i problemi familiari non lo riguardassero minimamente.
Il romanzo quindi, non è altro che la descrizione delle avventure erotiche di questa banda di donne assatanate e già dalle prime pagine può essere scambiato per un romanzetto della collezione Harmony privo però del lieto fine e del mieloso romanticismo che accompagna questo genere di letture. Nella migliore delle ipotesi può passare per uno scritto della trilogia di E.L.James ovvero Erika Leonard con tutte le Cinquanta sfumature ormai dell’arcobaleno possibili ed immaginabili ma privo di quella carica erotica coinvolgente.
Il clima del romanzo poteva rifarsi a quello leggero de Il club delle prime mogli di Hugh Wilson ma manca la classe delle protagoniste e la ferocia dell’intento.
Se lo scopo del romanzo era quello di riflettere sulla complessità delle relazioni uomo-donna e sul valore della complicità femminile, la Pivetti, stavolta non ha centrato gli obiettivi. Nel romanzo mancano infatti del tutto le descrizioni psicologiche dei personaggi e il loro vissuto familiare e sociale che avrebbe dato spessore e credibilità agli stessi. Il romanzo è quasi tutto scritto sotto forma di dialogo e quando parla Adelaide sembra di sentire la voce della stessa Pivetti dal momento che l’abbiamo seguita dagli esordi al cinema con Viaggi di nozze di Carlo Verdone alle fiction televisive di successo quali Commesse, Il maresciallo Rocca, La ladra e Provaci ancora prof!.
Il parlare alle donne delle loro sessualità attraverso le storie di altre donne poteva essere un’idea vincente che in questo caso è andata purtroppo sprecata. Sulla quarta di copertina c’è scritto: «Astenersi puritani e persone sensibili. Tenere lontano dalla portata dei bambini». Noi ci sentiamo di aggiungere: tenere il libro lontano dai veri lettori. Se proprio volete leggere qualcosa di Veronica Pivetti, vi consigliamo i due precedenti romanzi: Ho smesso di piangere del 2012 e Mai all’altezza del 2017 nei quali l’autrice parla a ruota libera di sé, della sua depressione, dell’incendio che devastò la sua casa romana.