L’ultimo libro di Roberto Saviano, nelle librerie dal 16 aprile scorso, è Noi due ci apparteniamo. Sesso, amore, violenza, tradimento nella vita dei boss (pag. 239, Ed. Fuoriscena). Il titolo è estratto da una lettera scritta da Laura Bonafede a Matteo Messina Denaro, il boss siciliano recentemente scomparso per un tumore al pancreas, latitante per più di trent’anni.
Il libro è dedicato a Michela Murgia con queste parole: «A Michela, perché tutte queste storie le ho raccontate per la prima volta a lei intorno al tavolo del Cambio, in fondo, nell’angolo a sinistra. Perché siamo ancora intorno a quel tavolo».
Dopo quasi vent’anni dall’uscita di Gomorra che ha segnato una sorta di spartiacque nel modo di raccontare le malefatte della criminalità organizzata, Roberto Saviano con il rigore e la lucidità che lo contraddistinguono , focalizza il suo ed il nostro interesse di lettori su uno degli aspetti meno esplorati : l’intreccio tra sesso, amore, violenza, sete di possesso, tradimento che impregna la vita dei boss e che spesso si è dimostrato complice nella loro cattura o nella loro uccisione. Inoltre Saviano squarcia il velo di Maya sulla questione dell’omosessualità che non sempre viene tollerata dalle organizzazioni criminali perché un capo omosessuale non è rispettato e temuto dai suoi uomini in quanto getta discredito, disonore e debolezza e quindi pericolo su tutta la famiglia malavitosa.
Le storie sono vere e documentate: Lou è rimasto a corto di denaro e si gioca la moglie durante una partita a poker, due regine del narcotraffico si incontrano in una prigione cilena e fra loro scoppia un amore maledetto, Paolo Di Lauro cerca disperatamente una ragazza russa che gli ha trafitto il cuore, un feroce killer della ‘ndrangheta va a convivere con il suo amante scatenando l’ira della famiglia, Vincenzina si suicida perché non può assicurare la discendenza a un boss, Matteo Messina Denaro rilegge le lettere delle sue amanti cercando perdono e conforto, Anna Carrino escogita una feroce vendetta nei confronti dei Bidognetti. E accanto a queste ed altre storie la spietatezza dei killer e i loro metodi per far scomparire i cadaveri: dallo scioglimento nell’acido (vedi Giuseppe Di Matteo, 12 anni ucciso dopo quasi due anni di prigionia per ordine di Matteo Messina Denaro) al Gemini Method (pag. 208).
Roberto Saviano riesce come pochi a tenerci inchiodati alla lettura e a narrare con una prosa chiara e potente le storie criminali che, si badi bene, non sono frutto della fantasia di uno scrittore esaltato bensì la cronaca di avvenimenti accaduti e di persone alle quali si dà nome, cognome, residenza e ogni altro genere di informazioni. Per ciascun capitolo del libro infatti vengono citate le fonti ed una cospicua bibliografia. Non riconoscere a Saviano questo approfondito lavoro di documentazione significherebbe delegittimarlo del suo status di scrittore e renderebbe vana e a dir poco sospetta l’assegnazione della scorta dal 2006, secondo quanto disposto dall’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato.
In quasi tutti i capitoli ci sono dei periodi scritti in neretto e virgolettati dove l’autore spiega al meglio i comportamenti devianti della mentalità dei boss frutto di ignoranza. Ve ne trascriviamo uno riguardante il ruolo della donna. «La donna esiste in quanto procreatrice. Il ruolo della donna e, più in generale, della sua intera famiglia, è valutato in base alla sua capacità di mettere al mondo dei figli maschi. Non riuscire a generare figli di sesso maschile e soprattutto, non poter avere figli, comporta una doppia vergogna: la propria per l’incapacità di mettere al mondo discendenti, e ancora di più quella del marito. Un mafioso senza eredi è un mafioso esposto, in pericolo e così anche sua moglie. Non può diventare un capo o non può continuare ad esserlo, perché non può conservare il proprio potere». E noi di Mydreams ci permettiamo di aggiungere che se un capo deve dare costantemente prova della sua virilità non può neppure essere sfiorato dal dubbio di non poter ingravidare una donna, moglie o amante che sia.
Noi due ci apparteniamo è un libro storico del quale non potranno fare a meno tutti coloro che vorranno studiare le organizzazioni criminali partendo anche dalle questioni di cuore come suggerisce la bella copertina realizzata da Davide Nasta.
Noi due ci apparteniamo è un libro feroce ma necessario, un monito per quanti come gli struzzi che mettono la testa nella sabbia negano lo strapotere delle organizzazioni criminali alimentate da una società corrotta e foraggiate da un sistema politico cieco e connivente.