Il romanzo di Rosella Postorino dal titolo Mi limitavo ad amare te (pag.352, Ed). Narratori Feltrinelli, candidato alla 77esima edizione del Premio Strega 2023, il cui vincitore verrà nominato il prossimo 6 luglio, trae ispirazione da una poesia di Izet Sarajlic (1930-2022) del 1968 dal titolo Cerco la strada per il mio nome che inizia così: «Passeggio per la strada della nostra giovinezza/e cerco una strada per il mio nome./ Le strade ampie, rumorose le lascio ai grandi della storia./ Cosa facevo io mentre durava la storia? Mi limitavo ad amare te».
Il romanzo vede protagonisti alcuni bambini di Sarajevo che durante il conflitto vengono affidati ad istituzioni e a famiglie italiane con l’intento umanitario di sottrarli alle brutture della guerra. Il lettore incontra: Omar e suo fratello Senadin, la piccola Nada, Danilo e sua sorella Jagoda.
Rosella Postorin sceglie di partire da una storia vera ovvero il bombardamento dell’orfanotrofio di Bjelave a Sarajevo ed il successivo trasferimento in Italia che avrà connotazioni diverse per ognuno dei protagonisti: Omar non farà che pensare alla madre e al suo odore di stufa a legna e capelli non lavati, anche se la stufa era spenta da oltre un mese (pag. 12), Nada dovrà lasciare suo fratello Ivo chiamato al fronte, Danilo verrà costretto ad abbandonare la sua famiglia per avere un futuro diverso.
I temi principali del romanzo sono: la guerra, la maternità, l’inserimento in una nuova realtà. La prima ci rimanda ai giorni nostri e al conflitto Russia -Ucraina, la seconda richiama alla memoria gli stupri etnici e le violenze subite dalle donne, il terzo ai problemi legati all’accoglienza e alla solidarietà.
Le pagine più belle dedicate alla guerra sono quelle in cui Ivo si chiede che cosa si prova ad avere un morto sulla coscienza facendo una domanda alla quale neppure noi sappiamo rispondere: «Se la regola è non uccidere, allora vale sempre: come posso uccidere per sopravvivere, come posso stabilire che la mia vita vale più di quella di un altro?» (pag. 161-.162).
La maternità è vista dalla Postorino in tutta la sua crudezza di corpo prestato a mettere al mondo un’altra vita con fatica e sangue fino ad arrivare al suicidio. E ai figli non resta altro che vegliare quel corpo di cera dalle unghie livide che non dispenserà più carezze, abbracci, consolazione.
L’inserimento in una nuova famiglia e in Italia non sarà uguale per i protagonisti del romanzo.
Omar resterà profondamente legato alla sua terra e ai suoi affetti, Danilo vedrà nella conquista di una fidanzata italiana e nel conseguimento della laurea in legge i segni del proprio riscatto sociale e Nada avrà la prova della sua resilienza e della capacità di costruirsi un suo mondo senza l’aiuto di nessuno.
Il romanzo è scritto in una prosa fluida che si sposa a meraviglia con la potenza narrativa riconosciuta ed apprezzata anche dalla critica letteraria.
Mi limitavo ad amare te è bello e profondo e la pietà che proviamo per tutti i personaggi non sporca e non impedisce all’amore di manifestarsi.
Un’ultima riflessione. Le pagine scritte in altro carattere di stampa sono particolarmente crude ma necessarie allo svolgersi delle vicende narrate. In esse ritroviamo gli orrori di una guerra combattuta a pochi chilometri dalle nostre coste che attende ancora di essere compiutamente studiata dagli storici , una guerra che rappresenta per tutti noi un monito e una ferita per la memoria di chi quegli anni li ha vissuti e si è sentito impotente.