«Se sapessimo di cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore»
L’isola dell’abbandono è un romanzo della scrittrice romana Chiara Gamberale, pag.216, Ed. Economica Feltrinelli.
La storia è incentrata sul trauma dell’abbandono che pone le sue radici nel mito greco di Arianna e Teseo che ha generato a sua volta l’espressione piantare in asso. Come tutti sanno Teseo, una volta uscito dal Labirinto di Creta e sconfitto il Minotauro, grazie all’aiuto di Arianna, anziché portarla con sé ad Atene, l’abbandona sull’isola di Naxos: in asso, appunto.
Proprio su quest’isola la protagonista del romanzo che si chiama Arianna e che di mestiere scrive ed illustra favole per bambini, ritorna dopo dieci anni e dopo aver frequentato tre uomini molto diversi tra loro: Stefano, Di e Damiano padre del suo bambino Emanuele.
Per Stefano lei è Occhi, la copertina di Linus che lo protegge da sbalzi d’umore improvvisi e violenti, il porto sicuro nei momenti di sconforto ma Stefano scappa a Londra con una ragazza conosciuta a Naxos e poi muore.
Di vede Arianna come una probabile compagna di vita ed una socia per poter riaprire il ristorante datogli in eredità dal nonno. Di e Arianna parlano tanto tra loro e riflettono sugli eventi della vita che li ha sconvolti. In particolare Di usa la metafora di Papà Trauma e di Mamma Ossessione per dimostrare che le avversità della vita che colpiscono ogni essere umano non possono diventare una giustificazione per ripiegarci su noi stessi e chiudere le porte al futuro.
Damiano, già psichiatra e psicoterapeuta di Stefano, cerca di lasciare sua moglie per Arianna e lo fa finalmente quando lei rimane incinta. La nascita di Emanuele porta Arianna a riflettere sulla sua condizione di madre single ma anche a ritrovare la fiducia nella vita e nel prossimo.
L’isola dell’abbandono è un romanzo profondo e coraggioso che ci pone a considerare in tutti i suoi aspetti la realtà che ci circonda e le nostre fragilità. Arianna ha paura che tutti possano abbandonarla, anche coloro che le hanno sempre dimostrato affetto e comprensione. E questa paura viene amplificata dal suo essere diventata madre. Quali giustificazioni potremo trovare alle domande dei nostri figli? Sarebbe stato più semplice fuggire come ha fatto Stefano o restare e orientare le nostre scelte verso i nostri desideri e le nostre emozioni?
Le pagine più belle sono quelle che descrivono il rapporto tra Arianna e suo figlio ed una serie di lettere che gli scrive durante la gravidanza.
Ecco come la Gamberale descrive l’incontro di Arianna con Emanuele dopo essere tornata da Naxos: «Apre la porta di casa e l’abbraccia forte l’odore di Emanuele, quell’odore innocente. Si toglie le scarpe, arriva in punta di piedi alla porta della cameretta, magari sta dormendo..Ma un urlo le trafigge i timpani. E un altro, un altro ancora…Poi prende Emanuele in braccio, fa finta di mordergli un piedino, l’altro. Gli sussurra in un orecchio ciao amore, sono tornata! Lui le afferra un dito con la mano. E si calma. Misteriosamente, come misteriosamente si era turbato».