«Lo sapete, vero che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio». Aurora Tamigio
Il romanzo d’esordio della scrittrice palermitana Aurora Tamigio si intitola Il cognome delle donne (Ed.Feltrinelli, Collana Narratori, pag.408). Vengono narrate le vicende di una famiglia dagli inizi del ‘900 fino agli anni ’80 e vede protagoniste donne forti, intraprendenti, volitive in una Sicilia per certi versi arcaica e lontana dal continente ma con una profonda voglia di cambiare facendo leva sull’altra metà del Cielo.
La prima che incontriamo si chiama Rosa e già porta nel suo nome un profumo intenso ed un destino fatto di spine.
Suo padre Pippo Romito era solito dire che: “A fimmina e ‘ comu ‘a campana ,si ‘un a scutulii, ‘un sona”. E proprio per sfuggire alle continue vessazioni del padre e dei suoi due fratelli Cecco e Nino, sposa Sebastiano Quaranta che “non avendo padre, madre e sorelle era l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarla”. Dal loro matrimonio nascono tre figli: il bel Ferdinando,Donato che si farà sacerdote e la delicata e sensibile Selma, maestra nell’arte del cucito e del ricamo.
Rosa, detta la Mamarrana cercherà sempre di proteggerla anche quando sposerà contro il suo parere lo squattrinato Santi Meraviglia chiamato Santidivetro per la sua pelle diafana .Alla morte di Sebastiano, diventerà lui il capofamiglia e si scontrerà con le sue tre figlie: Patrizia, Lavinia e Marinella. La prima ha ereditato dalla nonna lo spirito ribelle ma anche il valore della famiglia, la seconda bella come Virna Lisi è una sognatrice ed ama il cinema mentre Marinella ama studiare ed ascoltare la musica degli anni ottanta.
Le storie di tutte queste donne si intrecciano con avvenimenti storici e di costume: le votazioni per il referendum Monarchia o Repubblica nel 1946, il boom economico degli anni ’60, i mondiali di calcio vinti dall’Italia nel 1982 e ancora la raccolta punti per avere la bambola Susanna dopo aver mangiato centinaia di formaggini, l’ avvento della televisione con le sue prime trasmissioni, la stanza buona con il divano tenuto nella plastica per non farlo sciupare, la musica che fa da collante.
Il romanzo Il cognome delle donne è ben scritto e ben costruito. I legami tra le donne nei rispettivi ruoli di nonne, madri, sorelle, figlie fatti di sacrifici e rinunce, ci permettono di dire che cresciamo sulle spalle di chi ci ha preceduto e che le nostre conquiste sono la loro eredità tangibile. Ogni uomo nel romanzo e ‘ uno scecco ovvero un asino. Si salvano soltanto zio Ferdinando e zio Donato per il profondo affetto dimostrato a Rosa, a Selma e alle sue figlie.
Aurora Tamigio ci riserverà, ne siamo certi, altre sorprese. Per il momento possiamo dirvi che sarà ospite della nona edizione di Ricomincio dai Libri che si terrà a Napoli dal 22 al 24 settembre c/o l’ Archivio di Stato.