Il libro di Marco Risi dal titolo Forte respiro rapido (ed. Mondadori, Collana Strade Blu, pag. 253, euro 18) non vuole essere la biografia del grande regista autore di film indimenticabili quali Il sorpasso e Profumo di donna bensì, come afferma l’autore nella prefazione: «Ricordi di lui, con lui. Un viaggio a ritroso per ricostruire aspetti della sua vita e dell’Italia del cinema. Appunti sconclusionati, immediati, colti nella memoria durante questi sei anni di scrittura… apppunti su un’Italia che non c’è più, vista dagli occhi di un ragazzino e poi da un giovane uomo. Appunti sulla mia, di vita, per capire meglio, forse, il senso, il significato del mio rapporto con lui, con quell’uomo, quel regista della commedia all’italiana, quel padre, Dino Risi» (Pag 7).
E Marco Risi si attiene scrupolosamente a questo impianto del libro cercando sempre un dialogo con suo padre che a tratti si fa serrato,commovente e vero nei ricordi di entrambi.
Non ci possono essere due uomini tanto simili eppure tanto diversi tra loro. Dino è ironico, pungente, dissacrante, amante dello sberleffo e dei piaceri della vita. Tutto è riconducibile alle cinque S: sole, soldi, sesso, successo, salute a cui si aggiungeranno in età matura: sonno e sogni alla Fellini. Marco è invece più critico, riflessivo, pacato e lo dimostrano i suoi film, due su tutti: Mary per sempre e Fortapasc. Eppure Marco, come tutti i figli, ha bisogno dell’approvazione paterna e di uno sguardo indulgente, ha bisogno di costruire un rapporto di intesa sebbene a tratti conflittuale.
Nel libro, ricco di aneddoti, citazioni, di giudizi anche severi e graffianti su altri registi, c’è vita, tanta vita! Marco racconta delle sue numerose tate, degli anni di scuola e dei suoi professori, delle estati al Circeo con i suoi genitori e suo fratello Claudio ma anche delle scappatelle del padre, dei set cinematografici frequentati prima di girare i suoi primi film, la “varia umanità” che bazzicava intorno a Cinecittà, degli attori famosi e non, del rapporto speciale che suo padre aveva con Vittorio Gassmann.
Sferzanti due frasi, alla Flaiano, pronunciate dai due amici. La prima di Risi: «Se fossi a casa vostra…andrei a casa mia». L’altra di Gassmann: «Ho passato veramente una bella serata…ma non era questa».
Le pagine del libro si leggono veloci e con piacere fino ad arrivare a quelle prevedibili ma amare della vecchiaia di Dino Risi che annotava tutto, scrupolosamente su un diario. Infatti le parole che fanno da titolo al libro sono tratte dall’ultima pagina scritta con una grafia incerta e tremolante e dopo una “m” in stampatello, l’iniziale della parola morte.
Un ultimo film da girare per Marco: quello sulla vita di suo padre che ovviamente non si è fatto e mai si farà. Cosa resta dei grandi del cinema? Il cinema stesso che c’è anche quando tu non ci sei più perchè restano le immagini e le emozioni che le hanno generate, la passione e la verità della finzione.