E Maurizio de Giovanni fa ancora una volta centro con il decimo romanzo dedicato ai Bastardi di Pizzofalcone dal titolo Fiori, Einaudi Stile Libero BIG, pag.262,18,50 euro.
I numerosi lettori già storceranno il naso perché nel primo romanzo Il metodo del coccodrillo compare soltanto l’ispettore Giuseppe Lojacono detto il Cinese, mentre negli altri tutta la squinternata compagine dello scalcagnato Commissariato di Pizzofalcone: il vicequestore Luigi Palma, il sostituto commissario Giorgio Pisanelli, la vice commissaria Elsa Martini, l’assistente capo Francesco Romano, la vice sovrintendente Ottavia Calabrese, l’agente assistente Alessandra Di Nardo, l’agente scelto Marco Aragona. Ecco come l’autore li descrive in Fiori: «La loro forza era nella diversità. Il fatto che ciascuno approcciasse il problema da un punto di vista peculiare,personale, alla luce delle esperienze professionali e di vita. Per una strana alchimia, quei poliziotti rottamati con troppa fretta erano diventati assai efficienti. Il totale , diceva il vicequestore Palma,è superiore alla somma delle parti. Il motivo, se avesse dovuto sceglierne uno, era il rispetto…Sapevano che da ognuno poteva scaturire la scintilla di un’intuizione che avrebbe sollevato il velo». (pag.180).
Fatta eccezione per i primi due romanzi Il metodo del coccodrillo, precedentemente citato e I Bastardi di Pizzofalcone, gli altri che compongono la serie hanno un titolo brevissimo, costituito da una sola parola: Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto e Nozze. Più volte Maurizio de Giovanni ha detto che partendo proprio da quell’unico termine vi ha costruito intorno una storia che si è dipanata come un gomitolo di lana nella sua fantasia. Gli stessi personaggi ne realizzano l’ordito e la trama e quell’unico termine è sapientemente evocativo e foriero di curiosità, meraviglia, stimolo alla lettura nonché chiave di volta per scoprire il mistero di una o più vite spezzate.
Fiori si apre con la descrizione della primavera che inonda con suoi profumi e con la sua luce perfetta la collina di Pizzofalcone. All’odore del mare salmastro si mescola quello penetrante dei fiori di un chioschetto di proprietà di Savio Niola, un fioraio amato da tutti nel quartiere perché non avendo una famiglia propria, si prodiga per quelle degli altri dispensando conforto e gentilezza, anche attraverso il criptico messaggio dei fiori di cui conosce tutti i segreti. E proprio all’alba di una radiosa mattina di primavera, l’uomo viene ucciso, massacrato di botte. Chi è stato l’artefice di un gesto così efferato? Poco tempo prima il fioraio ha denunciato il racket che taglieggia i commercianti della zona ed ha dato ospitalità a Bastijan Kraja, un ragazzo albanese pagandogli anche la retta di una scuola per stranieri. Ma la pista della criminalità organizzata non convince i Bastardi, supportati in questa felice intuizione anche dal Buffardi. Inoltre far ricadere la responsabilità dell’omicidio sulle spalle larghe e palestrate di Basti significherebbe accusarlo grazie ad un pregiudizio di cui essi stessi sono vittime da anni. E allora? Ecco il lavoro di squadra, ecco il metodo bastardo: c’è chi indaga sui conti del fioraio, chi raccoglie informazioni nel quartiere, chi interroga amici di gioventù, chi prende tempo per evitare che il caso passi in altre mani, chi si reca alla scientifica ed in particolare dal medico legale che ha fatto l’autopsia sul corpo martoriato del vecchio Savio per avere notizie di prima mano, chi ancora, con l’aiuto del computer e con un buon caffè preparato dall’ agente Gerardo Ammaturo, controlla e svela vita, morte e miracoli dei sospettati.
L’omicidio del fioraio è anche un pretesto per scandagliare le vite dei bastardi di Pizzofalcone, ciascuno con la propria personalità che, come la tessera di un mosaico, si completa mirabilmente con quelle degli altri in modo da comporre un’immagine netta, nitida, veritiera della realtà. I lettori non bramano leggendo di conoscere il nome dell’assassino ma sono affascinati dai Bastardi, dal loro luogo di lavoro, dalle dinamiche psicologiche che sottendono alla trama. La forza dello scrittore sta proprio nei dialoghi, già pronti a mo’ di sceneggiatura per una prossima serie televisiva.
Lo stile di Maurizio de Giovanni è inconfondibile e di grande qualità e cattura fin dalle prime pagine. Il Commissariato per i Bastardi è molto di più di un luogo di lavoro così come i libri a loro dedicati sono molto di più di semplici pagine da leggere per passare il tempo. L’autore ci ha abituati ad affezionarci ai personaggi in modo che quando si arriva all’ultima pagina si avverte un sottile dispiacere. E questa volta ancora di più perché i Bastardi incarnano ciascuno un fiore diverso che unito agli altri forma un bouquet di fragranze che ognuno di noi vorrebbe sistemare nel salotto buono della propria casa.