L’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Erin Doom dal titolo Fabbricante di lacrime (pag. 668, Magazzini Salani), è da oltre tre settimane al vertice della classifica globale dei film non in lingua inglese più visti sulla piattaforma streaming Netflix in ben 53 Paesi.
Noi di Mydreams ci siamo chiesti il perché di tale successo dal momento che è la prima volta che un prodotto italiano riesce in questa memorabile impresa dopo aver letto il libro, visto il film e incontrato a Milano Matilde ovvero Erin Doom al Teatro Lirico di Milano in occasione dell’evento Vanity Fair Stories. (La scrittrice ha rivelato il solo nome di battesimo nella trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio in data 14 maggio 2023).
Il romanzo narra di due adolescenti Nica e Rigel che hanno trascorso la loro infanzia in un orfanotrofio, il Grave, dove hanno subito numerose violenze fisiche e psicologiche. Entrambi vengono adottati da una coppia di coniugi che hanno perso il loro figlio. Tra i due ragazzi scoppia un amore tenero e feroce alimentato dalla leggenda del fabbricante di lacrime, un misterioso ed inquietante artigiano dai profondi occhi azzurri, colpevole di aver creato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. L’adattamento cinematografico rispecchia la trama del romanzo anche se le descrizioni dei personaggi e degli ambienti e la poetica dei sentimenti scritta in modo magistrale dall’autrice risultano poco approfonditi e sfumati. Nel film, ad esempio, si dà poco spazio alla cura e alle attenzioni che Nica rivolge a bestioline quali topolini e lumachine ritenendole creature fragili ed indifese come lei al Grave , ai pensieri delicati e struggenti che attraversano il cuore dei due protagonisti sospesi tra rabbia e gentilezza, alle molte immagini di rara bellezza lirica che costellano la prosa della Doom. Tuttavia anche il film mantiene un suo fascino perché i ruoli di Nica e Rigel sono affidati rispettivamente a Caterina Ferioli, una giovane attrice bolognese dai tratti somatici delicati e Simone Baldasseroni ,ex concorrente del talent show Amici il cui nome d’arte è Biondo. Entrambi hanno saputo, sotto la guida esperta del regista Alessandro Genovesi, interpretare al meglio le ansie e le angosce dell’adolescenza e tener testa ad un sentimento quale l’amore, ricco di sfaccettature .
Fabbricante di lacrime ha dunque una storia potente e un amore tormentato che dai tempi del Bardo è intrigante e foriero di meraviglia e stupore. Il romanzo si può incasellare in quelli di formazione e non ci stupiamo che la sua lettura abbia affascinato soprattutto i giovani che si sono identificati in entrambi i protagonisti. Altro elemento da non sottovalutare sono i personaggi di contorno alla storia con le loro inquietudini ed una certa sete di rivalsa nei confronti degli adulti. Ci riferiamo in particolare alle amiche di Nica tra le quali spicca Adeline per sensibilità e coraggio sotto l’apparente fragilità. E ancora la rivincita di tutti i personaggi nei confronti della direttrice dell’ Istituto Sunnycreek Home detto Grave ovvero Margaret Stoker, una magnifica Sabrina Paravicini nel film, finalmente ritornata alla sua carriera di attrice dopo una lunga e sofferta malattia. Tuttavia ciò che abbiamo identificato come ragioni del successo non basterebbero da sole se non ci fosse stato un lavoro di squadra che ha visto coinvolti tutti nella realizzazione di un progetto così ambizioso. E sapete chi è stato il deus ex machina di tale prodigio? Un nome, una garanzia: Iginio Straffi! Sì, proprio lui, il padre delle Winx che quest’anno festeggiano 20 anni ed esportate in 150 Paesi!
Un ulteriore conferma del grande successo di Fabbricante di lacrime e della sua autrice Matilde ci viene data dal Salone del Libro di Torino al via il 6 maggio prossimo la cui nuova direttrice Annalena Bernini ha affidato ad Erin Doom la cura del padiglione romance con una particolare attenzione al mondo femminile e alla generazione Z.
Ultima curiosità svelata dalla stessa Matilde: perché lo pseudonimo Erin Doom? Il primo è un nome irlandese che per la scrittrice evoca natura e libertà, il secondo si traduce dall’inglese con i termini destino, sorte, condanna.