«La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accomodanti. Fate casino» Michela Murgia
Dal 9 gennaio è nelle librerie l’atteso pamphlet postumo sulla maternità e la famiglia scritto da Michela Murgia dal titolo Dare la vita, Ed. Rizzoli, pag. 125.
Con una lucidità sorprendente la nota scrittrice sarda, scomparsa da poco, con parole chiare e potenti offre ai suoi lettori riflessioni profonde sui legami umani,sul concetto di amore e sulla diversità delle forme familiari. Le domande sono tante e tutte urgenti perché la queerness familiare è ormai una realtà consolidata ed affrontarla nella dovuta prospettiva un’urgenza politica.
Si può essere madri di figli e figlie a prescindere dal loro voluto concepimento nella forma consolidata da secoli della famiglia tradizionale e patriarcale? É possibile costruire una famiglia dove i membri non sono legati da alcun vincolo di sangue? E che nome dare a questa nuova istituzione che possa comprendere tutti i tipi di unione?
Sappiamo per certo, anche senza leggere le bellissime pagine del libro che Michela Murgia si è sempre battuta per la felicità delle persone che passa, queste le sue stesse parole” dalla libera scelta di organizzare gli affetti come ciscuno sente di voler fare, condividendo uguali diritti e responsabilità a prescindere dall’orientamento, dal genere e dal numero delle persone coinvolte”. E Dare la vita cerca di dare risposte a questo legittimo desiderio di felicità e sgombrare il campo da faziosi fraintendimenti ed ostacoli attraverso una seria riflessione su tutto quello che riguarda in primis le donne che portano il peso da secoli della materità, della gravidanza, dell’aborto, del tenere unita la famiglia compreso il suo aspetto economico certamente non secondario.
Michela Murgia si addentra a considerare anche i concetti di fedeltà e di infedeltà, la presunzione di eternità nel tessere i rapporti familiari nonché il falso problema nel chiedere ad un bambino in modo tendenzioso se è meglio avere due mamme o due papà o che sia peggio vivere in una famiglia allargata.
Michela Murgia costringe il lettore a riflettere su temi che apparentemente sono stati dibattuti in tutte le loro pieghe più profonde e per questo quasi logorati dal dibattimento stesso. E’ necessario fare chiarezza sui termini gravidanza e maternità che mettono già in discussione l’essenza stessa dell’essere donna e allargare l’orizzonte alla maternità surrogata , aggettivo che la Murgia contesta in quanto nessun prezzo trasforma il dono di se stessi in merce. E di esempi la scrittrice ne propone tanti alcuni dei quali tratti dalla Bibbia.
Dare la vita è uno scritto colto, sorprendente, attuale. Comprendere le numerose sfaccettature degli affetti attraverso un’educazione sentimentale che si rende sempre più urgente tra i giovani, consente di allargare il concetto stesso di amore coniugandolo al meglio.