Il libro “Con i fari negli occhi” segna l’esordio letterario della scrittrice Shada P. Conley. «…Un bambino non smette di amare un genitore che non merita il suo amore: smette di amare se stesso», alla seconda pagina di questo romanzo, l’autrice – attraverso la protagonista Sara – colpisce il lettore con queste sue parole.
Questa ferita è la vera protagonista di tutto il racconto che muove le azioni, i pensieri e le emozioni delle quattro donne del romanzo, Sara, Serena, Sofia, Paola.
Sara è una italo americana, che dopo l’infanzia trascorsa in America, ne ripercorriamo il percorso di vita attraverso flashback, il suo cammino in solitudine fatto di fatica e impegno per conquistarsi l’autonomia ed un senso di padronanza della propria vita. Come succede nella vita, un amore immaturo la porterà a scelte di cui ne sentirà il peso.
Sofia tra le quattro, rappresenta forse nell’intenzione dell’autrice la donna risolta, quella che ha ottenuto quello che voleva pur avendo un passato difficile. Serena incarna il dramma dell’esistenza, in cui l’intensità degli eventi si fa insostenibile.
Paola è il riscatto, è il frenare prima di precipitare nel baratro, perché qualcun altro ci è finito per te. Le storie di queste donne parlano di aborto, revenge porn, violenza domestica, ma anche dell’amore vero, di quello che ti salva.
Come un gatto di notte, accecato dalle luci dei fari di un’auto, può morire nonostante la sua agilità, così siamo noi, salvati da qualcuno che frena per tempo o da chi richiama la nostra attenzione, per distrarci dalla vita che ci travolge.